di DANILO SANGUINETI
La bella stagione per il calcio del Tigullio sembra non voler finire mai: dopo i trionfi conseguiti da Sestri Levante (Lega Pro conquistata) e RivaSamba (finali nazionali Allievi) si aggiunge quello della Sammargheritese. Un’altra delle società storiche del Golfo torna a splendere dopo un periodo di appannamento, ma sarebbe più giusto dire di ricostruzione programmata e ragionata.
La promozione in Eccellenza ottenuta per merito del successo nei play off post regular season certifica che la scelta del presidente Andrea Lenzo e i suoi collaboratori di puntare sul tecnico Giacobbe, sulla sua preparazione meticolosa di una squadra di giovani era giusta.
La stagione 2022-23 non sembrava iniziata con il piede giusto. Irraggiungibile come si è rivelato il Golfo Paradiso, c’era da conquistare il secondo posto che avrebbe fornito un’ottima base di partenza in vista dei play off scudetto. Così è stato: piazza d’onore, a 8 lunghezze dalla capolista (67 punti contro 75) e un vantaggio ancora più netto sulla terza, il Vallescrivia (56 punti).
Negli spareggi si sapeva che c’era un unico posto valido, considerato che dalla serie D non sarebbe retrocessa nessuna ligure e che in caso contrario si sarebbe dovuto attendere l’incertissima lotteria dei ripescaggi. La formazione guidata da Giacobbe, con uno staff all’altezza della situazione, dal vice Umberto Voci, al collaboratore Alessandro Lenzi, ha mostrato di avere valori anche morali oltre che tecnici. In semifinale ha dominato, nella gara decisiva al Ferrando di Genova contro il Serra Riccò ha sofferto oltre l’atteso ma alla fine ha prevalso. Gli arancioni si sono imposti ai calci di rigore: 4-2. Nessuna rete tra regolamentari e supplementari, neppure il fatto che i genovesi abbiano giocato gli ultimi 25’ in dieci causa l’espulsione. Dal dischetto a segno tutti e 4 i tiratori arancioni, 2 errori per i genovesi.
Il presidente Lenzo si riallaccia ai cori cantati dai tifosi e dai ragazzini del settore giovanile (portati con un pullman a Genova per sostenere la prima squadra): “Scusate l’assenza, siamo tornati in Eccellenza”. “È vero: il titolo a questa promozione potrebbe essere ‘Scusate il ritardo’. La retrocessione di quattro anni fa l’ho sempre sentita come una ferita che non si rimarginava. L’abbiamo chiusa dopo tre anni e posso solo aggiungere ‘finalmente’”.
La promozione è stata conquistata all’ultimo respiro. “Contro il Serra Riccò non è stata una bella partita, sicuramente non la migliore dei ragazzi di Giacobbe. Ma era inevitabile vista l’importanza della posta in palio e soprattutto visto l’atteggiamento dei nostri avversari che hanno consapevolmente scelto questo tipo di gara, forse consapevoli che in una sfida a viso aperto non avrebbero avuto chance con noi. È stato un match di vecchio stampo, duro, spigoloso, sembrava di essere tornati agli Anni Settanta”.
Il presidente svela che ai rigori decisivi non ce l’ha fatta a restare freddo. “Troppa la paura di vedere sfumare il progetto pensato e costruito con grande pazienza proprio sul traguardo. Lo confesso, me ne sono andato a fare un giro all’Ikea (non distante dal campo Ferrando ndr) e solo quando ho sentito il boato dei miei che festeggiavano l’ultimo rigore vincente, sono tornato. Sarebbe stata una grande ingiustizia se fosse finita altrimenti”. Una vittoria che è anche una rivincita. “In quattro anni abbiamo cambiato molto, dal mister alla rosa. Non meritavamo la retrocessione che arrivò per colpa di uno spareggio con l’Albenga perso in maniera incredibile. Poi c’è stata l’emergenza sanitaria, abbiamo dovuto ripensare a molte cose, a ricostruire il gruppo, a impostare una filosofia diversa. E abbiamo scelto le persone e i percorsi giusti. A cominciare dal mister: ‘Ale’ ha mostrato da subito qualità importanti, di essere un allenatore ‘nato’ che sa fare gruppo e dare un gioco ai ragazzi. Ed ora andiamo avanti con questo staff puntando sui giovani e credendo nel progetto”.