di ALBERTO BRUZZONE
Tanti obiettivi centrati, moltissimo bene seminato in giro per il mondo, altrettanta strada ancora davanti e dei bellissimi sogni. Si muove tra quanto fatto e quanto resta da fare, sempre con lo stesso irrefrenabile entusiasmo, l’associazione L’Avventura della Carità, che fa suo, quotidianamente, il motto di padre Ugo De Censi, fondatore dell’Operazione Mato Grosso: “È il cuore che fa muovere le mani e i piedi”.
Con quel cuore, fatto della somma di tanti cuori tra volontari, simpatizzanti e partecipanti, L’Avventura della Carità porta avanti i suoi progetti lungo la Piana dell’Entella, sulla sponda di Lavagna, dove gestisce circa due ettari di terreno concessi in comodato d’uso gratuito dalla parrocchia di San Giovanni di Chiavari.
Questo è il quartier generale del gruppo, il punto dove si svolgono le attività e dove partono le progettualità. “L’associazione – raccontano i volontari che la animano – è stata costituita a Chiavari nel febbraio 2019 ed è iscritta al Registro regionale del Terzo Settore, nella sezione delle organizzazioni di volontariato. Tra le principali attività, vengono promosse iniziative di formazione per bambini e giovani provenienti da diverse zone del territorio, con presenze che giungono dall’entroterra e dai comuni di Lavagna e Chiavari”.
Qui, grazie all’impegno continuativo di molti volontari “è possibile educare bambini, ragazzi e famiglie alla riscoperta di valori umani fondamentali come la solidarietà e l’impegno concreto al bene comune. Anche la cura dello spazio verde affidato ha un ruolo centrale, promuovendo il rispetto per la natura e i suoi ritmi”.
L’Avventura della Carità si occupa di mantenere gli ampi terreni della parrocchia di San Giovanni, ma il lavoro non si ferma qui. Sono quattro i principali obiettivi statutari del gruppo: organizzare e diffondere attività artistiche e ricreative di interesse sociale, culturale e religioso con finalità prevalentemente educativa rivolte a giovani, ragazzi e bambini; promuovere e diffondere la cultura e la pratica del volontariato; incentivare la formazione extra scolastica finalizzata alla prevenzione della dispersione scolastica, alla prevenzione del bullismo e al contrasto della povertà educativa; promuovere interventi e servizi finalizzati alla salvaguardia e al miglioramento delle condizioni dell’ambiente e all’utilizzo razionale delle risorse naturali.
Si lavora sul territorio ma anche con un occhio rivolto ai meno fortunati in giro per il mondo: infatti, L’Avventura della Carità contribuisce a sostenere le numerose missioni, circa centotrenta, che il movimento Operazione Mato Grosso ha in Perù, Brasile, Ecuador e Bolivia. Fulcro centrale, si diceva, è la Piana dell’Entella. “I terreni – proseguono i volontari – si trovano in via Fieschi al civico 75 e sono stati concessi con comodato d’uso gratuito trentennale. Qui si trova anche un edificio agricolo sottoposto a vincolo storico architettonico, in pessimo stato di conservazione e attualmente inagibile, per il quale si vorrebbe avviare, in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Liguria, un progetto di restauro e riqualificazione”.

Ed eccolo, appunto, il sogno. “Il progetto propone il recupero dell’edificio al fine di utilizzarlo con una duplice destinazione: residenziale, dedicata all’ospitalità, e agricola, a supporto delle attività di volontariato. I locali a piano terra saranno cantine e depositi, necessari alle tante attività dell’associazione. Il primo piano, dedicato alla residenza, offrirà ospitalità ai giovani volontari che gratuitamente operano, coltivando i campi circostanti. Il secondo piano, sarà dedicato alla residenza unifamiliare, sia per le famiglie più bisognose sia per quelle che si fanno carico della gestione dell’intero complesso, con spazi per accogliere i missionari legati al movimento dell’Operazione Mato Grosso che periodicamente rientrano in Italia”.
Si prevede, inoltre, “anche la sistemazione dei terreni esterni al fine di renderli più funzionali alla produzione orticola e alla fruizione da parte di famiglie con bambini o anziani. Se possibile, saranno anche recuperate le pertinenze tramite intervento di manutenzione straordinaria, sempre a servizio dell’attività agricola e utilizzati come cantine e ricovero attrezzi”.
Il progetto vede una prima fase di recupero strutturale dell’edificio, il cui costo è stato stimato in circa trecentomila euro. L’intervento complessivo è stato curato da due studi tecnici del territorio che hanno lavorato in stretta e proficua collaborazione con la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici della Liguria.
Quanto ai terreni, sono denominati ‘L’orto della carità’ e sono un luogo aperto a tutti e ospitale, dove soggetti diversi possono trovare uno spazio di aggregazione e inclusione in cui portare avanti le proprie attività, culturali o spirituali. L’associazione, infatti, collabora con le tante realtà del territorio ed è un punto di riferimento anche per associazioni e gruppi provenienti da altre regioni, siano essi di ispirazione religiosa o laica.
Trecentomila euro: tanto serve per portare avanti un sogno e per continuare a fungere da punto di riferimento per l’intera collettività. Come arrivare a una cifra così ingente? L’Avventura della Carità non sta certo con le mani in mano e cura continuamente iniziative di autofinanziamento, mentre il resto è affidato a chi, come questi volontari, è disposto a crederci. “Il bene genera bene. Le iniziative messe in campo dall’associazione hanno un respiro che guarda lontano”, concludono i volontari. E poi c’è una grandissima fede. E quando si pensano progetti buoni e utili, quel che occorre prima o poi arriva sempre. E così, c’è da esserne certi, sarà pure questa volta. Sulla pagina Facebook dell’associazione tutti i modi per contribuire (https://www.facebook.com/AssociazioneAvventuradellaCarita).