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Giovedì 23 ottobre 2025 - Numero 397

La mitica campionessa di volley Manù Benelli presenta la sua academy domenica prossima a Carasco

La pallavolista emiliana descrive così la sua scuola: “Lavoriamo per migliorare sia la tecnica individuale, sia l’approccio mentale di ciascun atleta”
Un allenamento presso la Scuola Pallavolo Carasco diretta da Ornella Marchese
Un allenamento presso la Scuola Pallavolo Carasco diretta da Ornella Marchese
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di DANILO SANGUINETI

Le leonesse della prima ondata – coloro che negli anni Settanta e Ottanta portarono la pallavolo italiana femminile fuori dall’ambito di gioco parrocchiale – non hanno nessuna intenzione di smettere di ruggire. Chi voglia assistere a una vera e propria lectio magistralis sul Volley dovrà recarsi domenica 11 febbraio a Carasco. Avrà modo di ascoltare le parole e guardare l’esempio di un mostro sacro della nostra pallavolo, Manù Benelli che ancora una volta viene alla sua antica compagna e sodale in maglia azzurra, Ornella Marchese, direttore tecnico e factotum della Scuola Pallavolo Carasco.

I nomi inglesi – Clinic, Academy – non traggano in inganno, stiamo parlando di italianissima scienza della palla a volo propinata alle ragazzine e alle bambine che militano sotto i colori della società locale. Oggi si dice Clinic, ma in realtà si intende il massimo grado di istruzione pallavolistica. La Volley Academy-Evolution Clinic di Manù Benelli è una giornata dedicata ai ruoli della pallavolo. Il programma di domenica al Palazzetto dello Sport in via Piani 33 di Carasco prevede alla mattina dalle 9,30 alle 11,30 lezioni agli attaccanti; dalle 11 alle 13,30 ad alzatori e liberi. Nel pomeriggio dalle 15,30 alle 17,30 lezioni ad attaccanti e liberi; dalle 17,30 alle 19,30 ai soli alzatori. Per informazioni ed iscrizioni 380 89046621; info@volleyacademy.it.

La campionessa emiliana presenta così la sua Academy: “Lavoriamo per migliorare sia la tecnica individuale, sia l’approccio mentale di ciascun atleta”. Ecco perché gli allenamenti si svolgeranno suddividendo gli atleti per ruolo e creando situazioni sintetiche di gioco. Stiamo parlando di una atleta che ancora è un mito per tantissimi pallavolisti e pallavoliste, il cui curriculum sportivo vanta, ancora oggi, credenziali incredibili: 11 Scudetti consecutivi, 2 Coppe dei Campioni, oltre 325 presenze in Nazionale, un Bronzo europeo con la maglia Azzurra e una infinità di premi individuali. Di Manù, oltre alle vittorie con la mitica Teodora Ravenna, hanno lasciato il segno l’incredibile carisma e il talento nel suo ruolo di palleggiatrice e oggi, di allenatrice. Un’intelligenza tattica sopraffina, un tocco magico, una regista che mandava a far punti chiunque. Vanta innumerevoli premi come “Miglior Giocatrice” e “Miglior Alzatrice” in competizioni nazionali e internazionali. Un’intera generazione porta sulla propria divisa il numero “14″, il suo numero di maglia. È stata inserita nella Hall of Fame della pallavolo italiana.

Dalla sua forza, dal desiderio di migliorarsi e dall’entusiasmo, nasce il progetto “Volley Academy” 

Oggi la sua missione è quella trasmettere la passione e la gioia nel praticare la pallavolo e insegnare ai giovani pallavolisti il fondamentale che l’ha consegnata alla storia dello sport italiano: il palleggio. Ma non solo quello… 

“Ho cominciato a giocare a 10 anni in una squadra della mia città, Ravenna. E ho giocato in questa squadra, che era il Torrione, fino ai 17 anni. Poi il passaggio alla società che allora militava in serie A che era l’Olimpia poi divenuta Olimpia Teodora. E devo dire che ho avuto la fortuna di incontrare un allenatore che ha creduto fortemente in me e soprattutto ha creduto nelle mie caratteristiche, non nelle caratteristiche generali che deve avere un palleggiatore, ma nelle mie personali e questa è diventata un po’ la mia filosofia odierna”.

Poi c’è la sua seconda vita nella pallavolo. “Per chi fa sport credo sia fondamentale la capacità di rimettersi in gioco, io l’ho fatto principalmente nel momento in cui, una volta smesso di giocare, ho cominciato subito ad allenare in serie A per 10 anni, poi ho ripreso dai settori giovanili. Una volta che ho deciso di fare questo ho cominciato a studiare e sono diventata docente federale. Questo perché credo che sia un dovere di noi allenatori dare sempre il massimo della qualità ai nostri ragazzi. Soprattutto i più giovani”.

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