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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

La Genzianella: nasce una bellissima realtà nel panorama turistico della Val d’Aveto 

L’azienda di Maria Karina Pardo, sostenuta ed incoraggiata dal marito Daniele, santostefanino doc, è spuntata la scorsa primavera
La Genzianella, nuova struttura turistica della Val d'Aveto
La Genzianella, nuova struttura turistica della Val d'Aveto
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di DANILO SANGUINETI

Parlano della Genzianella e, infarciti delle letture adolescenziali, “fiuti” il simbolismo. Mettiamo pure da parte il poeta fanciullino, concentriamoci sul forte potere evocativo dell’immagine: un fiore delicato, puro, propedeutico per l’osmosi con la montagna. Una volta tanto l’aver puntato sull’immagine è vincente: sai fin dall’intestazione che cosa possono offrirti Karina e Daniele, due “ragazzi” appena cresciutelli che hanno fortissimamente voluto aprire un affittacamere a Santo Stefano, la capitale della Val d’Aveto, un centro che ha disperato bisogno di uscire fuori dall’attuale stato di stagnazione e sbucare al sole e al vento come il fiore in questione. 

La “Genzianella” è il nome comune della “Gentiana acauli”, una pianta erbacea perenne. Si distingue dalla Genziana maggiore per lo stelo molto corto, compreso tra 5 e 20 centimetri, da cui deriva il diminutivo, è una piccola genziana. I suoi fiori blu-azzurri intensi spesso formano splendidi tappeti colorati nei pascoli durante la primavera e l’inizio dell’estate. L’excursus botanico non è superfluo; la scelta di intitolarlo al fiore che cresce principalmente nei pascoli alpini e subalpini, dai 500 agli oltre 2000 metri di quota, non è casuale. 

Anche l’azienda di Maria Karina Pardo, sostenuta ed incoraggiata dal marito Daniele, santostefanino doc, è spuntata sul limitare della scorsa primavera in via Caduti di Italia 48 a dare un po’ di colore a una stagione che si annunciava spenta per il turismo in valle. Karina lo ricorda con un misto di orgoglio e timidezza: “In effetti non so se sia stata testardaggine o sicurezza ma abbiamo deciso dopo sei anni di lavori che era giunto il momento di aprire. Dal primo giugno scorso l’affittacamere “La Genzianella” è diventata operativa”. 

Una operazione laboriosa ma dal risultato assolutamente soddisfacente. La proprietaria descrive la struttura con malcelato orgoglio. “Abbiamo ristrutturato uno stabile che si trova a pochi passi dal centro di Santo Stefano d’Aveto. Disponiamo di sei camere da letto (2 quadruple, 2 triple e 2 matrimoniali di cui una con accesso per disabili) tutte dotate di bagno privato. Offriamo servizio di prima colazione in una sala arredata in tipico stile di montagna”.

L’elenco dei servizi o i nudi numeri non riescono a rendere l’atmosfera che avvolge il cliente quando entra nella grande sala comune destinata a desinari che della colazione hanno solo il nome. Si tratta in realtà di una pantagruelica offerta, a base di specialità locali in grado di coprire ogni possibile domanda, dal settore crudo al dolce, dai formaggi a svariati tipi di pane. Altro che “Continental” ed English”!

Frutto della sapienza culinaria di Karina, che ci mette il contenuto mentre il contenente – in senso ampio parlando dei mobili, degli infissi, della sistemazione dei locali – è opera del marito Daniele che è artigiano edile. La famiglia abita a Roncolongo, la frazione 100 metri più in su del centro paese.

Da dove è saltata fuori l’idea di scendere e di aprire l’azienda? Karina torna indietro di sette anni “Nel 2017 con due figlie, Alice e Camilla, da crescere, non potevo allontanarmi da Santo Stefano e allo stesso tempo volevo creare qualcosa per me e le ragazze. C’era questa casa, un tempo bella, in vendita e decidemmo di acquistarla. C’era molto lavoro da fare per rimetterla in sesto e renderla adatta ad ospitare turisti. Ci rimboccammo le maniche e con pazienza e tanto entusiasmo in pochi mesi l’opera cominciava a prendere forma”.

Sennonché il destino cinico e baro si mise di traverso. Un grave problema di salute colpì un membro della famiglia nel settembre di quel 2017, tutti dovettero bloccarsi e dedicarsi completamente alla battaglia per la guarigione. La missione venne compiuta in due anni e si poté tornare alla impresa “Genzianella”. “Dal 2020 in poi potevamo dedicarci alla ristrutturazione a tempo pieno. Ma sarebbe stato troppo semplice. Nel frattempo era arrivata la Pandemia e quindi per forza dovemmo ancora una volta procedere a bassa velocità, lavorando quando si poteva, tra un lockdown e l’altro”.

Alla fine della lunga rincorsa ecco il salto definitivo verso… l’ignoto. “Questa primavera ci siamo detti che era giunta l’ora… Ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo accantonato ogni dubbio, un bel respiro e via”. Sono passati due mesi ed è arrivato l’ossigeno? “La partenza è stata confortante, soprattutto tenendo conto che il tempo non ci ha aiutato. Le nostre camere piacciono (hanno tutte un nome di fiore, da Viola a Margherita, passando naturalmente per Genziana, ndr) e abbiamo avuto riscontri solo positivi da parte dei nostri visitatori. È chiaro che per fare dei bilanci bisogna attendere un periodo più significativo di tempo”.

La concretezza di Karina si sposa alla sua intatta voglia di fare: “Io credo che non serva a molto lamentarsi di che cosa non va, di quello che si è perso rispetto ad un passato nemmeno troppo lontano. Lo so bene che venti, trent’anni fa, era un’altra musica, che la Valle da giugno a settembre era invasa da turisti interni (genovesi e levantini), e anche stranieri. Oggi bisogna ripartire e bisogna farlo presto”.

Ci vorrebbe un sostegno deciso da parte delle amministrazioni locali e non solo. Cosa fanno per aiutare questi coraggiosi operatori, persone che come Karina e Daniele si mettono in gioco e provano a fare qualcosa per la comunità? “L’aiuto dello stato e delle autorità è importante ma permettetemi una osservazione. Prima di chiedere aiuto al proprio paese, comune, villaggio non sarebbe più giusto chiedersi che cosa possiamo fare noi per il nostro paese, comune villaggio?”.

È la trasposizione in salsa avetana della famosa chiusa di un discorso di J.F. Kennedy. Ed è anche la conferma che non stiamo parlando di imprenditori come tanti altri, ma di veri e propri pionieri, gente che la “frontiera” ce l’ha dentro. Uno spirito che sarà trasmesso perché alla Genzianelle lavorano in quattro. “Oltre a me, mio marito quando il suo lavoro gli lascia del tempo libero dà una mano. E poi ci sono le due mie figlie, di 9 e 13 anni, che sono sempre pronte a sostenere la loro mamma quando non ce la fa più (sorride, ndr). Penso che quanto ho intrapreso sia importante per loro. Io posso lavorare e stare assieme a loro. Mi sento quasi una privilegiata, tengo insieme tutti gli aspetti più importanti della mia vita, senza rinunciare a nessuno di essi”.

Un ultimo aspetto contribuisce a rendere la Genzianella eccezionale. L’attenzione alla ecocompatibilità. “Il riscaldamento dell’intero complesso è a legna, con una caldaia che funziona esclusivamente con combustibile “locale”. È stato un sforzo ulteriore. Con caldaie Gpl o Metano sarebbe stato tutto più semplice ma ci saremmo sentiti meno “veri” meno “autentici”, se le avessimo scelte”.

Ora il quadro è completo. Si era detto che la scelta del nome aveva meta-significati profondi. Ecco la spiegazione.  La genzianella è resistente al freddo e può essere coltivata sia in giardino che in vaso. Decorativa e curativa, in erboristeria serve per creare un amaro-tonico ed eupeptico. È anche impiegata nella preparazione di decotti antinfiammatori e liquori digestivi. Resiliente e versatile, generosa e benefica: la Genzianella, con e senza virgolette.

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