di DANILO SANGUINETI
Nel calcio italiano il vertice soffre e la base annaspa. Sarebbe una buona idea ripensare l’intero marchingegno, a cominciare da chi è più esposto ai venti di tempesta, i dilettanti.
I segnali in arrivo dai campionati ufficiali sono pessimi, in costante diminuzione il numero degli iscritti. Tra le altre cause della crisi, la mancanza di quel serbatoio alternativo alle giovanili dove si pescavano i talenti e formavano i nuclei delle squadre che poi sarebbero cresciute e avrebbero aderito ai campionati più impegnativi: i tornei estivi.
Sino a 25-30 anni fa, i tre mesi di sospensione dell’attività tradizionale lasciavano spazio a miriadi di mini competizioni, alcune raggiungevano dimensioni e risonanza tali da valicare i confini regionali.
Nella Riviera di Levante non c’era stadio che non fosse occupato in pianta stabile da giugno ad agosto, coinvolgendo campi e località che si animavano solo in questo periodo e venivano trascurati nel resto dell’anno. La crisi economica, la concorrenza sempre più spietata del calcio a 5 e di altri sport, hanno prima decimato e nell’ultimo decennio quasi spazzato via i tornei estivi.
Il mitico ‘Torneo Polverone’
La controtendenza potrebbe essere già in atto. La soluzione trovata è stata duplice. Da una parte sganciarsi dalla Figc che esigeva gabelle sempre più esose per fornire la copertura arbitrale e giurisdizionale, il tesseramento e spese assicurative, dall’altra trascurare gli adulti, distratti da forme ‘deviate’ come beach soccer, cage soccer, ecc., per rivolgersi ai giovani.
Il modello di quest’anno è fornito dal Csi Chiavari, che ha proposto due competizioni diverse nei criteri di selezione di partecipanti e nella scelta dell’arena ma egualmente interessanti. Originale e capace di insegnare qualcosa che va oltre la competizione agonistica il ‘Torneo Polverone’; il mese scorso ne è stata celebrata la quinta edizione, organizzata come le precedenti dalla parrocchia di Sant’Andrea di Rovereto che ha richiesto il sostegno del CSI.
Tre giornate di partitelle sul campetto manco a dirlo parrocchiale che non se la ‘passava’ troppo bene sino al 2014 quando, come ricorda il presidente del Csi Cristiano Simonetti (nella foto in basso), si pensò di farlo rimettere in ordine facendo ricorso alla buona volontà della gente di Rovereto: “Venne rinnovato grazie all’impegno dei bambini e dei ragazzi che volevano riappropriarsene per giocarci, dei loro genitori, degli abitanti della frazione e dello stesso Comune. Anche il mese scorso la tre giorni di partite è stata resa possibile dall’intervento di una nutrita squadra di volontari che si è occupata dello sfalcio dell’erba, della manutenzione delle panchine, dall’allestimento dello spazio di ristoro, della pulizia del campo con il tracciamento delle linee. Certo il fondo, soprattutto in estate, rimane polveroso, ma questo non ha frenato l’entusiasmo dei partecipanti. Tra un polverone e l’altro si sono viste delle partite combattute e divertenti!”.
Una conferma che per il comitato di Chiavari il dato agonistico è importante ma non decisivo: “Abbiamo dato vita a un’impresa collettiva che unisce ogni anno grandi e piccoli, che coinvolge sempre più persone per il raggiungimento di obiettivi comuni: il piacere di stare insieme in amicizia e migliorare gli spazi a disposizione di tutti”.
E a Lavagna si sfidano i vari Sestieri
Accento sul campanilismo invece per il torneo che ha aperto il cartellone di eventi sportivi a Lavagna propedeutici alla Torta dei Fieschi. Ancora Simonetti: “La settimana scorsa si è conclusa la terza edizione del ‘Torneo dei Sestieri di Lavagna’. Riservato ai bambini residenti in città, ha visto un centinaio di ragazzi indossare i colori dei quartieri storici cittadini e battersi sino all’ultimo gol per la supremazia. Nell’anno del 70° anniversario della Torta, il torneo è tornato ai vecchi splendori grazie al Csi Chiavari, il Gruppo Storico dei Sestieri di Lavagna più la preziosa collaborazione dell’Istituto Scolastico Comprensivo di Lavagna”.
Lo stadio Riboli come sede di tutte le partite, l’Us Lavagnese come anfitrione, l’intera città come teatro della presentazione: nella prima giornata una sfilata pomeridiana per le vie con musici e sbandieratori che hanno intrattenuto gli spettatori con le loro esibizioni, seguiti dai rappresentanti delle squadre che issavano i Gonfaloni dei Sestieri.
Arrivati al campo, c’è stata una breve presentazione e poi il fischio d’inizio delle prime partite. Tre partite per settimana dalle ore 19. Le squadre avevano in panchina allenatori specializzati nel calcio giovanile come Pietro Romanengo per il Borgo, Francesco Binaj per la Moggia, Catello Di Somma per Ripamare, Daniele Bertani per San Salvatore, Antonio Cannizzaro per Cavi e Andrea Pitti per la Scafa. Dopo eliminatorie e finalissime, hanno prevalso nella categoria Young il sestiere Scafa e nella categoria Junior il sestiere San Salvatore.
Cristiano Simonetti riflette: “Il Csi Chiavari, attraverso diverse società affiliate, è presente in alcuni tornei per adulti che sono sopravvissuti alla grande moria degli anni scorsi, tipo quello di Tavarone che continua a riscuotere un buon successo, però interveniamo in prima persona solo in quelle competizioni riservate ai più giovani. Una scelta che abbiamo fatto a ragion veduta e che ogni anno si conferma sempre più vincente”.