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di FLAVIA DE MICHETTI *
Robert F. Kennedy Jr. a fine 2023 voleva candidarsi alle primarie dei dem, poi ha cambiato idea.
A ottobre, parlando a una folla di sostenitori a Philadelphia, Robert Kennedy ha annunciato la sua candidatura alle presidenziali come indipendente: “La massima priorità sarà porre fine alla fusione corrotta tra potere statale e corporativo”.
Negli ultimi anni le idee del rampollo della famiglia Kennedy si sono spostate dal mainstream democratico alle teorie del complotto, per le quali è stato criticato pesantemente dai suoi fratelli e sorelle. Tristemente nota la sua teoria che collega le vaccinazioni infantili all’autismo, tesi ampiamente screditata dalla comunità scientifica.
Ma come procede la campagna di Kennedy? La sua campagna sembrerebbe avere successo tra i cosiddetti ‘double haters’, che sono nauseati dal rematch tra Biden e Trump. Alcuni sondaggi riportano che, sebbene possa sottrarre elettori a entrambi i candidati, è Biden quello che potrebbe subire il maggior danno nelle urne.
Finora, Kennedy Jr. ha ottenuto l’accesso sulle schede dello Utah, ma ha presentato i documenti per creare un partito chiamato We the People in California, Delaware, Hawaii, Mississippi e North Carolina, stessa via scelta anche in Texas.
Il suo team ha dichiarato ai media: “Queste mosse potrebbero ridurre di 330mila unità il numero di firme necessarie in tutti i 50 Stati”. Anche se avesse successo nell’ottenere che il suo nome finisca sulla scheda, difficilmente potrà vincere.
Bisogna ricordare il caso di Ross Perot, il miliardario texano che, nel ’92, pur trovandosi in testa per alcune settimane nei sondaggi contro Bill Clinton e George H.W. Bush, non riuscì né a soddisfare le aspettative, ottenendo circa il 20% dei voti, senza conquistare un solo voto elettorale.
Apparentemente, Kennedy Jr. sembrerebbe non seguire un unico pensiero, avendo rappresentato opinioni spesso contraddittorie, difficili da classificare.
Nominato ‘eroe del pianeta’ dalla rivista Time nel 2008, l’avvocato ambientalista all’epoca diventa noto per le sue campagne dedicate alla pulizia dei corsi d’acqua, alla riduzione dell’uso di pesticidi tossici e alla promozione delle energie rinnovabili.
Attualmente però dice solo che “libertà e su libero mercato” come soluzione al cambiamento climatico, un po’ poco per la riduzione delle emissioni.
Anche sul conflitto israelo-palestinese le sue opinioni appaiono contraddittorie.
Lo scorso anno, Kennedy ha sostenuto pubblicamente Roger Waters, sollevando profonda indignazione per un concerto che ha visto il cofondatore dei Pink Floyd indossare abiti nazisti e proiettare il logo di un’azienda israeliana di armi su un gigantesco maiale gonfiabile.
Attualmente invece difende con forza la guerra condotta da Israele contro Gaza, senza chiedere il cessate il fuoco per un conflitto che sta causando sempre più vittime tra i civili palestinesi anche a causa di una carestia indotta dal blocco degli aiuti.
Sul tema della guerra tra Russia e Ucraina, invece, Robert Kennedy ha accusato Nato e Stati Uniti di aver creato una ‘guerra per procura’ con la Federazione russa.
In una recente intervista, ha affermato che “i miliardi di finanziamenti destinati a Kiev potrebbero essere, invece, utilizzati per strutture di cura per persone in preda a dipendenze e depressione”, sottolineando la crisi del fentanyl che, considerato farmaco essenziale nelle terapie del dolore, è diventato l’oppioide sintetico più comune nelle morti per overdose.
In materia d’immigrazione, RFK Jr. si oppone al progetto di Trump di erigere un muro al confine con il Messico, criticando anche la gestione della crisi al confine da parte di Biden.
Kennedy ha promesso di rendere sicuro il confine con l’uso di tecnologie moderne per fermare l’ingresso di immigrati senza documenti, restando però favorevole all’espansione dell’immigrazione legale nel Paese.
Tali messaggi, fanno sì che sia i democratici che i repubblicani vedano Kennedy come una minaccia; tuttavia, secondo alcune stime, pubblicate a febbraio e marzo, il 40% degli americani avrebbe un’opinione positiva di RFK Jr.
“RFK Jr. piace a quei repubblicani di destra che amano le teorie cospirative, ma anche a coloro che sono davvero di estrema sinistra – ha dichiarato Melissa Smith, autrice del libro ‘Third Parties, Outsiders, and Renegades’ – È come se l’estrema destra e l’estrema sinistra si avvolgessero e si coalizzassero attorno a un candidato come questo”.
Nei giorni scorsi durante un comizio a Oakland, in California, il candidato indipendente ha nominato l’avvocato e imprenditrice Nicole Shanahan come sua compagna di corsa: “Sono orgoglioso di presentarvi il prossimo vicepresidente degli Stati Uniti, la mia collega avvocato, una brillante scienziata, un tecnologa, una mamma guerriera”.
La scelta di Shanahan, che avrà anche il compito di accentuare il fascino di Kennedy e di contribuire alla raccolta di fondi per alimentare la sua costosa campagna, accelererà il tentativo del politico di ottenere l’accesso al voto nel maggior numero possibile di Stati. Quasi la metà, infatti, richiede la scelta di un vicepresidente per avanzare in questo processo.
Nei giorni scorsi, Shanahan ha dichiarato: “Dedicherò i prossimi 7 mesi ad aiutare Kennedy nel raggiungimento del suo obiettivo di accesso al voto”. Nel febbraio 2024, infatti, la 38enne ha contribuito con circa 4 milioni di dollari a finanziare l’annuncio presidenziale di RFK Jr. durante il Super Bowl, che in totale è costato circa 6 milioni.
Molti hanno anche ipotizzato che ci siano delle ragioni economiche dietro questa decisione: Shanahan potrebbe attingere direttamente al suo patrimonio per la campagna elettorale
Facendo riferimento alla ricchezza della Shanahan, Kennedy ha negato di aver dato priorità a questo aspetto nella scelta del numero due del ticket.
Parlando ai sostenitori ha sottolineato di aver scelto la sua vice “per offrire una voce agli elettori più giovani e ai ‘lavoratori poveri’ – due gruppi su cui spera di costruire una coalizione – Voglio che Nicole sia una paladina per il crescente numero di millennial e di americani della Gen Z che hanno perso la fiducia nel loro futuro e l’orgoglio per il nostro Paese”.
(* giornalista pubblicista, si occupa di esteri, cultura e società, cronaca e geopolitica su varie testate)