di DANILO SANGUINETI
Della triade peccaminosa ne abbiamo due su tre. L’eterno femminino c’è, il liquore che fa sdilinquire pure, manca solo il Tabacco (fortunatamente) a Rapallo in piazza delle Nazioni 7, sede de I Vini della Baccante. A mescere i liquori è Valentina Bertamino, coraggiosa esploratrice di territori in buona parte incogniti.
Si erge a predicatrice delle prelibatezze fluide in un ambito che da queste parti si ritiene, ahinoi, riservato al sesso cosiddetto forte e, comunque, a sommelier di lungo corso con attestati ottenuti mediante ponderati studi. L’approccio moderno e allo stesso tempo assai rigoroso di Valentina fa saltare gli schemi, è un colpo di maglio inferto a una concezione polverosa dell’enologia. Vietato il mansplaining. Chi giudica e si concede un sorrisetto ironico si becca come replica una spiegazione socio-culturale che costringe alla ritirata in ordine sparso.
“L’essere giovane e donna non lo sentivo uno svantaggio quando ho deciso di aprire l’enoteca, tre anni orsono, meno che mai a cose avviate. I dubbi, pochi, sono stati avanzati in rare occasioni. E non ne farei neppure una questione di genere o di cultura”. L’intenditore di vini non ha più età né sesso. Il segnale che il vento è cambiato arriva, more solito, dall’America.
Negli Usa del terzo millennio sono le ragazze e le signore a essere consumatrici consapevoli, spesso più morigerate dei compagni e soci, a volte addirittura più informate e raziocinanti, sul ‘nettare degli dei’. Mutati i consumatori, rivoluzionati i produttori – anche qui con un processo di svecchiamento impetuoso – la logica di mercato ha imposto che anche l’intermediario professionale rinnovasse abiti e maniera di porsi.
I Vini della Baccante spalanca i battenti nella primavera del 2018, il suo terzo compleanno è ancora da celebrare, e già si è guadagnato una fama solida, una clientela regolare in costante crescita. Come? “Facendo bene ciò in cui sono brava e per cui mi sono preparata a lungo, diciamo una buona fetta dei miei primi trent’anni: aiutare chi si rivolge a me; selezionare le migliori bottiglie dall’Italia e dal Mondo, insegnare ad abbinarle armoniosamente a ogni piatto, rendendo in questo modo speciale ogni occasione”.
Una visione semplice, non semplicistica. “A bere si deve imparare come a suonare o a dipingere. È un fatto di cultura che va affrontato con sentimento”. A fare l’avvocato del diavolo si potrebbe obiettare che il verso di Lasinio – ‘Quando Bacco trionfa il pensier fugge’ – che campeggia sulla porta del suo negozio fa pensare il contrario.
“È una dichiarazione di intenti razionale, invece. Ricorda che chi beve con dedizione (ecco l’accenno al dio del Vino ndr) è in grado di allontanare le preoccupazioni e gli affanni materiali. Gustare i vini in compagnia di chi ci è caro – amati, amici, sodali – rinsalda i legami e ravviva le discussioni. Si sta meglio, si vive meglio”.
Qui c’è un cervello oltre che un palato. “Semmai l’obiezione che qualche volta mi hanno presentato è quella che un consulente non sia necessario in questo campo. Io replico che chi dice così ignora quanto studio c’è dietro. E quanti errori anche coloro che si considerano esperti commettono. Aggiungo un’osservazione. È come nella medicina: al giorno d’oggi ci si può curare da soli (Internet, parafarmacie e omeopatia) per le quisquilie ma ci si rivolge al dottore per le cose serie. Lo stesso per il vino: farsi aiutare conviene”.
Valentina è una baccante che ha studiato. “Mi sono diplomata in Ragioneria poi, appena ventenne, nel 2009 ho fondato Altatensione srl insieme alla mia famiglia. Mi occupo della contabilità e della gestione del punto vendita al pubblico. Ma in mente avevo questo progetto e ho dedicato i dieci anni successivi a prepararmi. Nel 2018 ho conseguo il diploma di Sommelier Ais con il massimo dei voti. Nel 2019 il diploma di 1° Livello ANAG – Degustatrice di Grappe. Sono sommelier per eventi presso La Cervara di Portofino, e sommelier per i servizi durante i corsi Ais. Inoltre sono collaboratrice esterna per istituti alberghieri nei corsi di avvicinamento al vino e alla tecnica di degustazione”.
Dalla teoria alla pratica. “Volevo verificare sul campo se ero capace di trasmettere agli altri quanto avevo appreso. Dopo aver conseguito il diploma di sommelier Ais, ho capito che non avrebbe potuto mai rimanere soltanto un passatempo. Quando, a inizio 2018, ho immaginato di aprire un negozio di vino, ero mossa da una convinzione precisa: scegliere un’attività in cui fosse la passione il primo sentimento a spingermi, ogni giorno, ad aprire il negozio. I Vini Della Baccante nasce proprio da questa passione”.
Socio nell’impresa il fratello Federico, anche lui ‘ammaliato’ dal vino e dal mondo che vi gira intorno. “Mi dà una grande mano perché il lavoro è tanto. Non ci si può limitare a stare in negozio. La materia è affascinante ma richiede un costante aggiornamento. Soprattutto in questi anni sta cambiando molto, forse tutto, nel modo di produrre, e di vendere. Basti dire che dal 2018 a oggi sono oltre 2500 le etichette degustate e valutate per la mia attività. E faccio le degustazioni come ospite e come anfitrione. Il vino non può essere descritto solo a parole. Posso trasmettere la storia e le sensazioni contenute in ogni bottiglia solo se vengono gustate. Spiegando, convincendo”.
E gli avventori capiscono e apprezzano. “Mi ha piacevolmente sorpreso la quantità di persone che non sono venute per acquistare e basta. Chiedono, testano, discutono. Tornando a quanto dicevamo prima: incontro tantissimi giovani ma anche over 60 che non hanno remore a cambiare idea o gusti. Un’apertura mentale che mi ha reso felice”.
E che è uno dei segreti del suo successo. “Dall’inaugurazione a oggi è stato un crescendo. Un’opera neppure troppo lenta di penetrazione nel territorio. Senza falsa modestia, penso che i clienti apprezzino anche la nostra disponibilità: le degustazioni gratuite ci hanno fatto conoscere, abbiamo creato una community con tanti partecipanti, discussioni anche online che hanno espanso il nostro raggio di azione. Ultimo asso che ci siamo giocati quello delle consegne a domicilio, senza bisogno di venire in enoteca. Si ordina online e portiamo l’acquisto a casa senza spese di consegna. In questo ultimo periodo è stato il canale preferito. Oltre 500 le consegne che abbiamo fatto nei 10 giorni prima di Natale e oltre 100 i chilometri che abbiamo percorso a piedi per farle. Niente male, ci siamo tenuti in forma!”.
A proposito di tempi in cui occorre distrarsi, le restrizioni non hanno bloccato i… Baccanali, anzi. “Abbiamo potuto tenere aperto praticamente sempre. Unico contrattempo, ho dovuto posticipare alcune iniziative, una serie di incontri dove proporre non solo vino ma anche i cibi da abbinare. Andare sulla gastronomia a 360 gradi, senza steccati artificiosi tra piatti e bevande che debbono accompagnarli”.
Ciò che più colpisce in Valentina è che è una Baccante per niente invasata, anzi dialettica e comprensiva. Niente Cena delle Beffe (e malauguri conseguenti) con lei che ha come inevitabile massima ‘In Vino Veritas’. “Mi arrabbio solo quando mi dicono che per bere grandi vini occorrono grandi somme. È la credenza più dura da sfatare. A volte si trovano bottiglie eccezionali a prezzi più che ragionevoli”. Il cerchio si chiude. Paperon de’ Paperoni diventa il Milionario senza nome di Luci della Città o il signor Puntila, buono e simpatico a patto che si abbandoni a Bacco (e alla sua sacerdotessa).