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Giovedì 4 dicembre 2025 - Numero 403
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Ha capito dove andava il mercato, battuto una strada diversa per rimanere con il motore sempre acceso. Jammin’ compie vent’anni e se all’inizio il core business era la vendita di strumenti musicali nell’affollato negozio di via Trieste, a Chiavari, da qualche tempo l’attività principale è rappresentata dal service audio, luci, video e dall’assistenza tecnica per eventi. Il punto vendita non c’è più, ma il suo fondatore, Andrea Papagalli, è sempre in prima linea: ha trasferito il magazzino a San Salvatore di Cogorno e rilanciato; qui è possibile anche noleggiare o acquistare impianti audio, luci e video per locali e sale congressi. “Una storia cominciata quando avevo appena 21 anni e suonavo la batteria”, racconta.

La vendita degli strumenti musicali, poi il mercato che si sposta su Internet, “con il quale non possiamo competere a livello di prezzi”, e così ecco il focus che si indirizza rapidamente sugli eventi, pubblici e privati (a tal proposito da anni va avanti un’importante collaborazione con l’Abbazia della Cervara).
Il primo? “Non lo ricordo con precisione, sicuramente un’assemblea scolastica in qualche liceo della zona”. Da lì è un crescendo di appuntamenti variegati, dalla funzione religiosa ai grandi concerti di Dolores O’Riordan e Renzo Arbore, solo per citarne due tra i tantissimi che compongono il portfolio aziendale. Ansia da microfono che si spegne all’improvviso o da cassa che non la smette di gracchiare? “Figuriamoci, la notte se mai non si dorme per una questione di sicurezza. Quella che tutti chiamano calamità naturale per noi significa responsabilità”.

Barcarolata, Torta dei Fieschi, Mojotic: la firma di Jammin’ c’è in tutti questi eventi che segnano l’estate del Tigullio. “Questo è un altro cruccio, il nostro lavoro è stagionale, dura quattro mesi all’anno e purtroppo non permette di dare continuità ai ragazzi che mi danno una mano. Manca una struttura che permetta di organizzare eventi anche durante tutto l’inverno. E se penso al Cantero chiuso, che dispiacere!”.

Jammin’ come la famosa canzone di Bob Marley, Jammin’ soprattutto come omaggio alla Jam session, la réunion di musicisti che si ritrovano per una performance senza aver nulla di preordinato, solitamente improvvisando su griglie di accordi e temi conosciuti. “Sono in pochi quelli che lo pronunciano bene: Jasmine, Jamming – sorride Papagalli – Per non parlare della difficoltà quando devo dare il mio indirizzo mail. Diciamo che se tornassi indietro sceglierei un nome diverso, italiano”. È l’unica cosa che cambierebbe di un lavoro che gli piace, “perché è stimolante, sempre diverso, ogni giorno”. E che in estate, un evento dietro l’altro, lascia poco tempo per dormire, “talvolta 3-4 ore per notte”. Ma è proprio questo il bello: “La pressione ti tiene vivo, prima di diventare padre, le giornate senza lavoro mi facevano stare male”.
L’evento che gli piacerebbe coprire domani? “A Chiavari, sicuramente. Sarei contento nascesse qualcosa come era la Festa di Frontiera di Lavagna, che parta in piccolo e cresca anno dopo anno con l’aiuto di tutti e dia beneficio al territorio”.

DANIELE RONCAGLIOLO

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