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Giovedì 23 ottobre 2025 - Numero 397

Il Premio Angeli edizione 2024 ad Andrea Malaguti, Ilaria D’Amico e Daniele Raineri: cerimonia il 17 maggio alla Società Economica di Chiavari

La consegna, prevista a partire dalle 18 nella sede di via Ravaschieri, sarà preceduta da un dibattito sul tema: “Fare informazione oggi tra fake news e social network”
Mimmo Angeli è stato direttore del Corriere Mercantile dal 1979 al 2015
Mimmo Angeli è stato direttore del Corriere Mercantile dal 1979 al 2015
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di MATTEO GERBONI

Mimmo Angeli c’era sempre. Nei momenti buoni e in quelli meno buoni. Non è da tutti. Anzi, da pochissimi. Per questo chi lo ha conosciuto in redazione gliene sarà sempre grato. 

Tutti noi abbiamo di lui, maestro di giornalismo e di vita, un ricordo netto, costante: con la sua grande tendenza a proporsi. Su tutto, sul lavoro come sulla partecipazione ai fatti che scorrono della quotidianità, mescolando in una smorfia urla e risate contagiose.

La vita di un uomo è come un libro. Quella dello storico direttore del ‘Corriere Mercantile’ è come un romanzo, nel quale perdersi per ritrovare personaggi e storie, simboli e battaglie, passioni e illusioni. 

Una vita intensa che, proprio in occasione della consegna annuale del premio a lui dedicato (ideato da ‘Piazza Levante’ tre anni fa) appare in tutta la sua originale vivacità intellettuale e la sua immensa curiosità giornalistica.

Saranno premiati il direttore de ‘La Stampa’ Andrea Malaguti per la sezione cronaca, Ilaria D’Amico per la sezione sport e Daniele Raineri inviato di ‘Repubblica’ per la categoria giovani. 

La consegna avverrà venerdì’ 17 maggio alle 18 alla Società Economica in via Ravaschieri 15 a Chiavari, preceduta da un dibattito sul tema: “Fare informazione oggi tra fake news e social network”. Si cercherà di rispondere ad una intrigante domanda: “Come è possibile individuare l’autenticità delle notizie che incontriamo in rete e in particolare sui social network, considerati oggi il principale canale di diffusione delle fake news?”. 

Tre giornalisti di chiara fama, ma soprattutto tre cronisti affidabili e appassionati, documentati e precisi, con il buon senso di saper dire e scrivere spesso le cose giuste e necessarie.

Le motivazioni sono significative: “A Ilaria D’Amico giornalista sportiva, conduttrice, scrittrice, attrice e doppiatrice. Nella sua carriera ha saputo sempre mettere professionalità, competenza, curiosità e ironia al servizio dello spettatore con un taglio mai tradizionale e fortemente innovativo”

Al direttore della Stampa: “Ad Andrea Malaguti per il suo brillantissimo percorso di carriera e per l’impronta innovativa che è riuscito a imprimere durante la sua direzione del quotidiano La Stampa. Da anni apprezzato giornalista per il suo equilibrio e la sua autorevolezza”.

All’inviato di Repubblica da anni sul fronte di guerra: “A Daniele Raineri capace di muoversi con professionalità e intelligenza lungo il fronte più caldo della guerra, facendo emergere la sua capacità di racconto e di analisi: una freddezza non arida al servizio del lettore, lontana dall’enfasi e per questo più vicina alla realtà”.

Si arricchisce così il nostro prestigioso palmares: nella prima edizione il riconoscimento è andato a Fiorenza Sarzanini e Xavier Jacobelli, mentre l’anno scorso sono stati Claudio Cerasa e Luigi Garlando a ricevere il premio. 

Un grande direttore di giornale diceva: ‘Il giornalismo entra dalle scarpe’, che per il giornalismo come per altri mestieri significa che occorre lavorare tanto senza avere l’ambizione di arrivare subito. 

Mimmo Angeli lo insegnava con il suo esempio nelle lunghe giornate e notti trascorse in redazione, fra sorrisi e nervi tesi, per narrare la città e il suo mondo sulle sfuggenti pagine del ‘Corriere Mercantile’. La penna rossa (anche nell’era dei computer) correggeva implacabile il foglio dattiloscritto, che poi veniva riconsegnato come un campo di battaglia al malcapitato di turno.

Senza dimenticare la bella gara per fare i titoli più azzeccati che si svolgeva quando si doveva riempire la prima pagina. Lui ne aveva pronti sempre due o tre. Ma ci lasciava fare, provavamo a gareggiare con lui che era un paio di spanne sopra a tutti. Qualche volta un titolo non suo passava pure, ma la maggior parte delle volte ti guardava con aria curiosa e ti diceva: non male, caro, teniamolo da parte. E il tuo titolo, su cui ti eri arrovellato, alla fine rimaneva quasi sempre da parte. Non c’è dubbio: è stato un grande direttore. E anche quest’anno tre grandi giornalisti gli renderanno onore.

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