di DANILO SANGUINETI
Un maneggio che progredisce a passo di carica. Ultima, per fortuna, rimembranza di un passato dove ai cavalli era addossato un subito ed ingrato compito marziale. Serve solo a rimarcare qualità sempre più conosciute apprezzate di un albergo per cavalli che si potrebbe qualificare di extralusso dato che i nobili quadrupedi vengono accuditi in modo impeccabile e riscuotono.
L’apprezzamento è generale presso gli esperti, ma anche presso coloro che si avvicinano per la prima volta all’equitazione. Il luogo ameno e la predisposizione di chi vi opera sono miscela vincente. Si viene per fare sport ma non solo: incontrare e conoscere quei cavalli che da tempo immemore sono compagni privilegiati dell’uomo. Basta trascorrere una manciata di ore a contatto con uno degli ospiti delle stalle per comprenderlo che non sono stati creati solo per sopportare il nostro peso, alleggeriscono anche l’anima. Entrare in sintonia con loro e poi farsi da loro accompagnare è una esperienza che merita di essere affrontata. Se il mezzo di trasporto è ideale per opporsi con vigore al logorio della vita moderna, l’itinerario da percorrere completa e migliora l’opera di relax: la collina di Leivi, idillico spazio che la natura si è ritagliata alle spalle della costa chiavarese, uno spazio talmente verde da influire sulla scelta della denominazione: Maneggio I Tre Pini. Limitarsi al trio è in realtà una professione di modestia perché le conifere che delimitano le radure del maneggio sono in numero assai superiore.
Tra il Bocco e l’Anchetta sorge una sella con ampie spianate. In una area abbastanza appartata ma non isolata, dotata di spazi generosi e di un terreno quasi ideale, ventisei anni fa Antonella Brenco da Recco decise di venire a Leivi per trovare il posto adatto a fondare un maneggio ampio e attrezzato. Al momento, pensando anche a strutture analoghe presenti nel Levante, a qualcuno apparve una decisione azzardata. Non è stato così, ci sono cinque lustri a testimoniare che la scelta era azzeccata, così come l’impostazione di base e le tappe seguenti. E la signora Antonella è stata anche lungimirante nella scelta dei collaboratori: Cristina Ameri e il marito Paolo Copello, come lei intenditori ma soprattutto appassionati di cavalli e amanti degli animali in genere. Il lavoro coordinato ha funzionato talmente bene che oggi Antonella è pronta a passare il testimone alla coppia più giovane ed a godersi qualche vacanza in più.
Non si parli di pensione però, dato che chi è “horsemaniaco” può allentare il ritmo ma staccarsi dagli adorati compagni di viaggio no. Cristina è pronta a fare la sua parte. “Prendere il posto di Antonella non sarà semplice, l’unica sicurezza è il fatto che io e Paolo siamo stati istruiti da lei e non avremmo potuto avere maestra migliore. Qui ai Tre Pini non stacchiamo quasi mai. C’è sempre qualcosa da fare, solo di lunedì siamo chiusi, poi da martedì a domenica, in ogni periodo dell’anno siamo pronti a ricevere allievi e visitatori”.
Perché non c’è settimana nella quale quelli del “Tre Pini” non si inventino qualcosa per intrattenere il gruppo dei praticanti. La signora Antonella fa l’elenco degli appuntamenti. “In pratica adesso stiamo tenendo lezioni e corsi in forma libera, poi inizia la stagione invernale dove siamo condizionati solo dal meteo. È chiaro che con la pioggia i cavalli non escono. Ma troviamo egualmente qualcosa da fare. Per esempio è ormai un classico la nostra festa di Halloween con una gimkana a cavallo in maschera per gli allievi del maneggio, il battesimo in sella per i bimbi che sono ai primi passi dell’equitazione, un modo simpatico per far prendere loro confidenza con i nostri esemplari, e che si conclude con merenda e una gigantesca caccia al tesoro”.

Nel periodo delle feste come in piena estate l’attenzione del maneggio è focalizzata sui più giovani. “Cerchiamo sempre di inventare qualcosa di simpatico per i giovani allievi. Per esempio nei nostri campi estivi non ci sono solamente le uscite a cavallo e le lezioni di equitazione. Ci sono trasferte al mare, momenti di gioco, lezioni manuali (insegniamo per esempio a decorare le tegole…), momenti nei quali si impara una gastronomia “mirata” in modo da creare biscotti per cavalli fatti in casa!”. Sarà anche per questo che i posti a disposizione per le varie sessioni vanno via come il pane. “Credo che il nostro approccio molto soft con i nuovi arrivati sia vincente. Detto questo voglio sottolineare che la parte di puro apprendimento è assai importante. Ci dà grandi soddisfazioni. Ci impegniamo sia noi “professori” che gli studenti. Abbiamo una squadra formata da Under 14, meno una ragazzina appena più grande, che va in giro a disputare i principali concorsi nazionali conseguendo ottimi risultati”.
E c’è un pensiero anche per i praticanti occasionali. È chiaro che gran parte dei nostri allievi sono ragazzi, ma non mancano coloro che vogliono provare ad andare a cavallo da grandi, anche “molto” grandi. Molti di loro vengono solo per curiosità e si scoprono così affascinati dal nostro mondo da non volere più andarsene. Non c’è un’età limite, c’è solo la necessità di essere ben motivati. Le lezioni sono graduali. Si deve capire il compagno di escursioni, è importante capire l’essere che ci porta, la tecnica da sola non basta. Ed è un’esperienza che lascia il segno capire l’intelligenza e la sensibilità dei nostri cavalli. Non è un caso che sia una delle attività più indicate nel campo della Pet Therapy”. Un gradino dopo l’altro si riesce ad entrare nel mondo incantato dei Tre Pini. “Qui a Leivi siamo in un posto incantato. Lontani dalla folla ma non troppo isolati. Il nostro sito può sembrare distante ma siamo ad esattamente 15 minuti di macchina dal centro di Chiavari. Da qui si ha una vista stupenda. Ma non solo. Il nostro maneggio è un piccolo scrigno di sorprese”.
Antonella per corroborare la sua tesi aggiunge dei numeri che stupiscono. “Abbiamo al momento trentadue cavalli che hanno 2 simpaticissimi asini come “cugini” a far loro compagnia”. Un battaglione di equini, ognuno piazzato nel suo comodo box. Un diavolo di lavoro se ci pensate, ma una fatica che non posa sui tre a capo dell’azienda. “Se facciamo il conto dei quadrupedi abbiamo anche molte capre, diverse pecore e un discreto numero di cani. Se poi passiamo ai bipedi abbiamo batterie di animali da cortile, cominciando dalle comuni galline per arrivare ai pavoni che sempre stupiscono i bambini in visita. Un tripudio per gli zoofili.
Cani, capre, pecore, galline, pavoni. Porte spalancate e rampe schierate in quello che è, a pensarci bene, un simulacro di Arca di Noè. In tempi dove il diluvio, magari non generale, ma senz’altro catastrofico più che una minaccia è una eventualità statistica, tenere a portata di occhio qualcosa che vi assomigli è rassicurante.