di ALBERTO BRUZZONE
Che cosa succederà a partire dal 4 maggio? Che cosa ci aspetta nella cosiddetta Fase 2? Quali scenari, soprattutto a casa, bisognerà fronteggiare, per tutte quelle persone che, a poco a poco, ritorneranno al lavoro?
Se ne sta parlando moltissimo e il tema centrale è quello che, a fronte della riapertura delle aziende prima e dei negozi poi, non ci sarà una contemporanea riapertura delle scuole. E come si potranno gestire i bambini che rimarranno a casa? E come si potranno gestire anche nei mesi più caldi, se verranno a mancare i centri estivi? Basterà far fronte con dei voucher baby sitter, che peraltro sono ancora molto di là da venire?
No, perché il problema è strutturale e va affrontato in maniera molto più profonda. Lo sostiene, sul nostro territorio, il Comitato del Tigullio del Forum delle Associazioni Familiari, che già da diverse settimane ha sottoposto la questione, soprattutto alle istituzioni. Ci si è mossi a livello locale, attraverso le sezioni distaccate, mentre la rappresentanza nazionale ha sensibilizzato sia la Presidenza del Consiglio che i rispettivi Ministeri di riferimento.
Raffaele Loiacono è il presidente del comitato territoriale del Tigullio: “Una volta analizzato il quadro della situazione, che purtroppo tutti conosciamo assai bene, bisogna interrogarsi sul futuro. È questo che dobbiamo tener presente: occorre ragionare in prospettiva, andare al di là delle polemiche, pensare in termini di proposte”.
È l’atteggiamento migliore e pienamente condivisibile, in ottica Fase 2, e anche il più efficace per cercare di risolvere quei problemi che, inevitabilmente, si verranno a creare: “Il fronte è duplice, secondo noi. Da un lato, c’è la prospettiva lunga della ripresa delle lezioni a scuola, tenendo presente che, per quanto la tecnologia si sia rivelata assai utile in questo periodo, non è stata comunque sempre alla portata di tutti, anzi. Secondo dati nazionali, il 6% circa degli studenti non ha potuto partecipare alle lezioni a distanza e il 14% non era in possesso dei dispositivi elettronici, ovvero un computer o un tablet, e si è dovuta fronteggiare l’emergenza molto di corsa. Alla luce di tutto questo, resta evidente che l’unico sistema efficace per la scuola resta quello della didattica in presenza, e su questo siamo tutti d’accordo. Ma non c’è neanche una data precisa: alcuni parlano di scuole in riavvio a settembre, altri addirittura ipotizzano dicembre. Nel frattempo, bisognerà approfittare di questi mesi per adeguare le classi e tutti gli spazi, senza perdere altro tempo. E questo è il primo punto essenziale”.
Il secondo, invece, è di prospettiva più corta: “Riguarda l’organizzazione dei mesi estivi. Noi ci siamo messi a disposizione delle singole amministrazioni con le quali collaboriamo. Occorre creare una rete tra istituzioni, associazioni di volontariato, parrocchie, superando anche l’autoreferenzialità che spesso c’è da queste parti e che in queste condizioni non serve proprio a nulla. Le soluzioni ci sono, noi le metteremo tutte in campo per aiutare le famiglie. Le richieste di aiuto che ci stanno pervenendo sono moltissime, come si può immaginare”.
Loiacono porta l’esempio dei paesi del Nord: “A Copenaghen, in Danimarca, sono già stati creati degli spazi per far giocare piccoli gruppi di bambini, a cinque o sei per volta. Bisogna ragionare in quest’ottica: il concetto degli spazi sarà essenziale, vanno sfruttati il più possibile, anche quelli delle scuole paritarie. Occorre darsi una mano tutti quanti, la solidarietà nei prossimi mesi sarà fondamentale, così come l’aiuto reciproco e la disponibilità a mettere in campo, ciascuno, le proprie competenze, al servizio degli altri”.
Tra i dodici comuni destinatari dell’appello del Forum delle Associazioni Familiari ci sono i principali: Sestri Levante, Lavagna, Chiavari, Rapallo e Santa Margherita, oltre a vari centri dell’entroterra. Secondo il presidente Loiacono, “la pandemia in corso, che sta procurando gravissimi danni sanitari ed economici, a detta degli esperti e alla luce dei dati provenienti dalle nazioni dov’è iniziata nel gennaio di quest’anno, sembra richiedere lunghi tempi per essere ridotta ai minimi termini e speriamo definitivamente debellata, conseguentemente la convocazione delle associazioni del terzo settore da parte vostra riteniamo che sarà rimandata di molto. Nel frattempo sarebbe opportuno cominciare a progettare insieme la Fase 2, ovvero quella che dovremo affrontare nel secondo semestre di quest’anno. Per confrontarci sul come progettare e organizzare questa, il Direttivo del Forum dichiara la piena disponibilità a partecipare a dei video incontri da voi gestiti”.
La stessa vertenza, a livello nazionale, è portata avanti da Gianluigi De Palo, presidente del Forum delle Famiglie. “Se la scuola non riapre prima di settembre, mamma e papà come possono tornare a lavorare a partire dal 4 maggio? È un problema che riguarda qualcosa come 26 milioni di famiglie italiane”, afferma De Palo, che si è fatto portavoce di queste istanze nell’ambito di un incontro con il premier Giuseppe Conte e le ministre Nunzia Catalfo (Lavoro) ed Elena Bonetti (Pari Opportunità e Famiglie).
“È stato aperto un tavolo – spiega De Palo – per il coinvolgimento delle famiglie nella Fase 2. Abbiamo avanzato richieste molto concrete: per la babysitter serve la detrazione totale del costo dell’assunzione, i congedi parentali vanno portati a 30 giorni e al 75% e vanno tutelate le donne che ne fanno richiesta. Altrimenti si torna indietro di 25 anni. L’assegno per i figli deve arrivare fino a 18 anni e l’aumento rispetto ai 600 euro per le Partite Iva andrebbe modulato sul numero dei figli”.
E il Forum, intanto, lancia il flash mob in balcone #graziefamiglie per domenica 3 maggio alle 18. Quindi, l’associazione è tornata anche ieri sul tema, attraverso una lettera aperta, sempre a firma di Gianluigi De Palo: “Chiediamo di inserire l’assegno straordinario per ogni figlio nel dl di aprile. Nei 55 miliardi di euro che saranno messi a disposizione non può non esserci questo assegno, alla luce del fatto che in Italia la perdita del lavoro di un membro della famiglia e la nascita di un figlio sono, rispettivamente, la prima e la seconda causa di povertà. Dal nostro osservatorio privilegiato, che ha ben chiaro il ‘termometro’ delle famiglie nel Paese riceviamo ogni giorno feedback allarmanti”.
Secondo De Palo, “il timore è che, se non arrivano risposte chiare entro le 130 ore che restano all’’avvio della fase due, la delusione sarà tanta. Le famiglie non chiedono elemosina, ma di essere messe nelle condizioni di vivere dignitosamente. Ecco perché la prima e più urgente risposta che chiediamo all’esecutivo è quella di soluzioni concrete e immediate affinché il 4 maggio le famiglie sappiano come conciliare serenamente il lavoro e l’attività di cura dei propri cari a casa. Stiamo ricevendo in queste ore migliaia di messaggi preoccupati da parte di famiglie con figli, perché la stanchezza è tanta e forse si sono dati per scontati ormai i sacrifici delle famiglie italiane. Ecco perché auspichiamo che seguano nuovi appuntamenti, per trasformare una crisi storica e drammatica per le famiglie – che sono l’Italia, come ci ha ricordato il Presidente Mattarella – in opportunità di rilancio e di costruzione del Paese che verrà”.