di ROSA CAPPATO
‘Tartufiamoci’ sarà la grande occasione degli appassionati per ammirare i cani delle Alpi Apuane, agili esemplari che ambiscono a diventare razza riconosciuta ufficialmente. Domenica 7 luglio nell’incontaminata location della ‘Red Evolution Sky Zoo Farm’ di Avegno, Stefania Brunettini ospita l’evento: ‘Tartufiamoci con i cani delle Alpi Apuane. Giornata di avvicinamento al tartufo’.
Si tratta di una sorta di gemellaggio ‘a quattro zampe’ tra Toscana e Liguria: l’Associazione Italiana Cane Delle Alpi Apuane (A.I.C.D.A.A.) condurrà una decina di questi esemplari, insieme ai loro ‘papà e mamme’ conduttori, per farli divertire a cercare in simulazione al naturale i tartufi nella ‘Red Evolution Sky Zoo Farm’ di Avegno. L’iniziativa è nata dall’incontro di Stefania con Sabrina Losso, associata all’A.I.C.D.A.A. e fotografa, durante uno dei tanti corsi che Stefania tiene a casa sua, nel Golfo Paradiso. Sì perché lavora dove vive e lì, non senza fatica, ha realizzato un autentico ‘centro benessere animale’, tra corbezzoli, castagni, ulivi, noccioli, alberi da frutta, dove coltiva anche le erbe aromatiche per la salute dei cani. Istruttore ed Educatore cinofilo ACSI, specializzata in ricerca cani dispersi, appassionata di razze terrier di tipo bull, Brunettini è specializzata nella ricerca e discriminazione olfattiva e da un po’ di anni educatore e tecnico ludico sportivo CONI, specializzato nella Cerca e Cavatura del Tartufo.
Volontaria al canile Monte Contessa a Genova, segue i cani mordaci, creando rapporti. Presente nell’Associazione Tartufai e Tartuficoltori liguri, ha saputo portare la cinofilia nel mondo del tartufo e, pur essendo donna ma buona fungaiola, non si è mai fatta intimorire da quel mondo così maschile: “Mi sono innamorata del lavoro olfattivo con il tartufo più di 10 anni fa, – racconta – per un anno organizzai un corso con Mirko Zunino, allevatore appassionato o di Lagotti, tartufaio esperto ed addestratore E.N.C.I. (Ente Nazionale Cinofilia Italiana). Decisi allora, di partecipare con la mia Pit bull red nose, Red Evolution Sky, detta Luna e fu subito empatia. Il tartufo è un corpo fruttifero di funghi appartenenti al genere Tuber che compie il proprio intero ciclo vitale sottoterra (ipogeo). Da qui nasce la difficoltà e la bellezza del lavorare col cane da tartufo”. La passione per questa attività si è trasformata in un progetto di lavoro, con marchio registrato, fatto di allenamenti mensili, creazione di gruppi di ‘Cerca al Tartufo’ per arrivare alla vera ‘Cerca’ e alla ‘Cavatura del tartufo in Tartufaia’. Tra diverse attività organizza gare sociali, eventi legati al tartufo, corsi, ma sottolinea che questa: “rappresenta una crescita nel rapporto tra umano e cane, recupero comportamentale, vita nella natura e recupero della vera natura del cane con l’uso dell’olfatto”.
L’Associazione Italiana Cane delle Alpi Apuane promuove iniziative di sport e raduni, così ecco l’idea di farne uno, proprio ad Avegno. La giornata tende anche ad enfatizzare un’iniziativa volta al recupero del Cane delle Alpi Apuane, razza autoctona in fase di riconoscimento E.N.C.I. Questo tra i motivi del lancio di ‘Tartufiamoci’. Il Cane da pastore delle Alpi Apuane, comunemente definito “lupino apuano’, ‘lupo lunigianese’ e ‘pastore nostrale’, è da sempre presente nei territori dell’alta Toscana e della Liguria e impiegato nel lavoro con le razze ovine e caprine, anch’esse autoctone.
Da ricerche condotte da Vittorino Meneghetti di A.I.C.D.A.A., emerge come, al pari delle altre razze di cani conduttori presenti lungo l’Arco Alpino (dal Piemonte al Triveneto), discende direttamente dal Pastore delle Alpi. Il progetto di recupero della razza “Apuania” inizia nel 2010, definita dall’associazione una ‘complessa e affascinante avventura’ che ha condotto oggi alle porte dell’inserimento nell’R.S.A. (registro supplementare aperto) da parte dell’E.N.C.I.. Alla ‘Giornata di avvicinamento al tartufo’ diversi pastori delle Alpi Apuane approderanno ad Avegno, per conoscere questa realtà, a terra, insieme al compagno umano. “Si comincia con l’osservazione e la conoscenza olfattiva del tartufo, – spiega Brunettini – operazione che avviene all’aperto, nel bosco, completamente immersi nella natura. Poi si avvicina a terra il tartufo, dopodiché lo si sotterra”. L’obiettivo finale sarà che, alla parola ‘cerca’, il cane da solo partirà e col suo olfatto cercherà il tartufo, dopodiché con la zampa muoverà il terreno indicandolo al suo compagno, senza romperlo, né con le zampe, né col naso. Se ci riuscirà riceverà un premio.
È questo il segreto che insegna Brunettini: lasciare spazio al cane e nel momento in cui trova, offrire un premio in cibo, così imparerà quanto richiesto e non verrà umiliato con la sottrazione di quello per cui ha lavorato tanto, cosa che abitualmente accade tra i cercatori tradizionali e i loro cani. “Tutti i cani possono trovare i tartufi – conclude Stefania – qui da me ci sono cani di ogni tipo, razza ed età e tutti imparano a trovare il tartufo perché il tartufo piace, perché gli ricorda la natura, perché ha l’odore della natura. Inoltre se per caso lo assaggiano, non crea problemi, poiché contiene sostanze nutritive ed è per questo che durante la ricerca lascio anche che ne assaggino un po’, diversamente dagli altri cercatori, ma il bello del cinofilo è proprio questo: non ti tolgo il tartufo, ti do qualcos’altro”. L’esperta riferisce anche che in ogni zona ci sono i tartufi, ma non tutti sono come i costosi tartufi bianchi: “Qui ci sono le ‘cacciole’, non commestibili, però i cani li trovano e sanno riconoscere che si tratta di un tartufo”. Domenica l’imprinting dell’odore target e i passaggi olfattivi ben definiti porteranno il Cane da pastore delle Alpi Apuane alla prima conoscenza del tartufo, alla scoperta e alla ‘cavatura’ di esso. La fiducia sarà il valore aggiunto e indispensabile nel lavoro di crescita nella ‘cerca’.