Prosegue il nostro rapporto di collaborazione con la piattaforma ‘Jefferson – Lettere sull’America’, fondata e guidata dal giornalista Matteo Muzio. Il portale di ‘Jefferson’, con tutti i suoi articoli e le varie sezioni, è visitabile all’indirizzo https://www.letteretj.it, da dove ci si può anche iscrivere alla newsletter.
di ANTONIO JUNIOR LUCHINI *
È un agosto di grandi speranze quello su cui si affaccia la Convention nazionale del Partito Democratico, che si terrà dal 19 al 22 allo United Center di Chicago. Poco più di un mese prima, il Presidente in carica Joe Biden annunciava la sua volontà di non ritirarsi dalla corsa alle elezioni presidenziali, frutto di pesanti pressioni subite dall’élite del partito dopo il dibattito con Donald Trump dello scorso 27 giugno.
Biden aveva subito dopo appoggiato la sua Vicepresidente Kamala Harris come prossima candidata presidenziale, una mossa che è stata rapidamente recepita dalle autorità del partito, dai deputati del Congresso e dai movimenti sindacali e della società civile legati al mondo dem. Un’azione di compattamento che ha presagito una vera e propria ondata di rinnovato entusiasmo da parte della base dem, che finora appare pronta a votare un candidato presidenziale in continuità con l’attuale amministrazione, ma anagraficamente più giovane e più energico.
Ad accompagnare Harris alla Convention Democratica che ne decreterà definitivamente lo status di candidato c’è anche il suo candidato vice, il Governatore del Minnesota Tim Walz. Un ex insegnante di geografia, Walz è ampiamente popolare nel suo stato dove, nonostante una maggioranza striminzita nella legislatura locale, è riuscito ad attuare diversi capisaldi del programma dem, tra cui l’ampliamento di servizi di welfare scolastico e per le famiglie. Fattore importante nella scelta di Walz come candidato vice è anche l’immagine che è capace di proiettare: un politico di orientamento progressista, ma amante della caccia, del football americano e delle sagre dei contadini. Coach Walz è l’appellativo affettuoso che gli è stato affibbiato dalla campagna Harris e che rimarca la precedente carriera del Governatore in veste di allenatore di squadre di football liceali.
Il Partito Democratico mantiene silenzio stampa sulla scaletta della convention, sugli invitati e sui temi su cui si focalizzerà Harris, anche se dai primi comizi della neocandidata dem si evincono diversi punti saldi che hanno dato forza al partito nelle elezioni di metà mandato del 2022: la tutela del diritto all’aborto, l’espansione della sanità pubblica, la necessità di attuare nuove politiche di welfare familiare, il contrasto alla violenza con le armi da fuoco. Nei suoi comizi, Harris spinge particolarmente sui guai giudiziari di Donald Trump, contrastandoli alla sua esperienza da procuratrice. Le tematiche relative a law and order, legge e ordine, sono un punto debole dei dem, accusati di aver adoperato un approccio troppo soft verso le proteste di Black Lives Matter e altri gruppi antagonisti, e di aver svolto un lavoro inefficace nel contrasto all’immigrazione clandestina dai Paesi dell’America Centrale.
Si teme anche una contestazione da parte del movimento pro-Palestina, che ha già disturbato diversi comizi di Harris chiedendole di prendere posizioni sempre più dure verso Israele e la condotta del governo di Benjamin Netanyahu. Harris, da tempi non sospetti, è una sostenitrice convinta della necessità di un cessate il fuoco permanente a Gaza. Tuttavia, il supporto degli elettori di origine ebraica rimane chiave per il Partito Democratico e la stessa Harris ribadisce comunque la necessità di un accordo volto a liberare gli ostaggi detenuti dal gruppo terroristico Hamas, contro cui Israele ha il diritto di difendersi. Posizioni che, seppur ampiamente condivise dalla base dem, non convincono gli attivisti più oltranzisti.
La Convention segnalerà l’inizio canonico della campagna Harris, che è de facto già in piena attività sin dalla nomina informale di qualche settimana fa. In genere, le convention dei partiti generano una risalita temporanea nei sondaggi che dura qualche settimana, ma che non dovrebbe essere trascurata: la campagna Trump è al momento in alto mare dopo diverse settimane di sondaggi positivi per Harris nei principali swing state, gli stati in bilico che decideranno l’esito delle elezioni presidenziali. Trump, forse scosso dal recente attentato, ha deciso di fare pochi comizi questo mese mandando avanti il suo candidato vice JD Vance. Vance, autore di Elegia Americana, ha avuto un debutto ruvido con il pubblico: la sua immagine non sembra convincere gli elettori indipendenti, che lo considerano camaleontico o altresì troppo vicino ad ambienti radicali e alt right. La reputazione di Vance non è aiutata dal confronto in negativo con Tim Walz, e dal proliferare di disturbanti meme di internet sulla sua vita personale.
Trump ha mostrato segni di squilibrio in reazione all’andamento della campagna Harris, anche se l’Election Day è relativamente lontano. Una Convention Democratica di successo e dal forte richiamo mediatico rischierebbe di incrinare ulteriormente l’umore in casa Repubblicana, già fortemente provato da una serie di attacchi informatici e leak di informazioni sensibili da parte di un collettivo anonimo di hacker. In ogni caso, l’adagio in America rimane quello di aspettare il Labour Day, il 2 settembre, data dove tradizionalmente svaniscono le risalitine sondaggistiche causate delle Convention.
(* analista e consulente specializzato in relazioni internazionali e politica commerciale, collaboratore di Jefferson – Lettere Sull’America)