di DANILO SANGUINETI
Per fortuna che c’è qualcuno che pensa agli oriundi digitali. In un mondo che spesso è spietato con chi rimane indietro e in un’epoca dove chi stenta a tenere il passo ha un ‘Arrangiati!’ come unico incitamento, coloro che per ragioni anagrafiche possiedono una formazione analogica anelano a un ‘virgilio’ che li tragga in salvo nel nirvana della comprensione. La quarta rivoluzione industriale, quella che sta informatizzando ogni aspetto della vita quotidiana, offre prospettive inimmaginabili un paio di decenni fa e mette in contatto chiunque con tecnologie che fino trent’anni fa erano state descritte solamente dagli scrittori di Sci-fi. I ‘device’ per telefonare, scrivere, filmare, disegnare, elaborare usufruibili in questi giorni sono splendidi, modulabili e spesso complicatissimi, ergo per una legge ferrea della tecnologia, ultra delicati.
In tanti hanno un rapporto spesso conflittuale con i marchingegni elettronici: meraviglia da una parte e di totale ignoranza – nel senso pieno della parola – dall’altra, non sapendo bene cosa fare una volta che le macchine si spengono, non si accendono o funzionano a singhiozzo. A farla corta per chiunque debba convivere in maniera soddisfacente con le ‘diavolerie’ elettronicamente ‘discrete’ può avere da Hot Fix una risposta immediata, chiara e convincente. Logicamente un’azienda ideata, creata e gestita da dei veri nativi digitali, coloro che sono cresciuti a pane e hardware, latte e software. Ed è altrettanto significativo che il fondatore sia un italiano contemporaneo al quadrato dato che è giovane concittadino di seconda generazione, un italiano con una famiglia che proviene dalla Repubblica Dominicana.
Antonio Perez ci introduce nel mondo dell’assistenza onnicomprensiva per chi ha un cellulare, un pc, un dispositivo da sistemare. “Il fatto che Hot Fix abbia iniziato la sua attività appena cinque anni e mezzo fa, nel 2017, non inganni: chi c’è dietro, a cominciare dal sottoscritto, nella tecnologia del settore c’è dentro da sempre. L’azienda è stata pensata come un centro di riparazioni virtuale che fosse raggiungibile sempre e che potesse coprire una vasta area, in pratica l’intero Levante, con un punto ‘concreto’ di ritiro del materiale da riparare a Lavagna, in via Legnano 52, e gli uffici amministrativi a Rapallo. Poi con gli anni, e lo dico con orgoglio, l’apprezzamento del pubblico, siamo cresciuti e abbiamo allargato il campo di interesse”.
Antonio è nato nel 1994. “Lavoro come tecnico dal 2011 ma Hot Fix è nata nel 2017, insieme al portale per dare la possibilità ai clienti di trovarmi online. Sono cofondatore di Liguria Formazione. Mi dedico oltre che alla riparazione anche alla docenza per corsi finanziati da Regione Liguria. Oggi Hot Fix fa parte di Cactus Holding di Alessandro Stella, quindi lavora anche nel settore delle campagne pubblicitarie personalizzate su misura per il cliente, creazione siti web e assistenza nella gestione degli stessi. Siamo in cinque e tra poco entrerà una sesta persona”.
Millennials che si rivolgono solo ai Generation X o Z? “No, abbiamo una clientela variegata. E cerchiamo di venire incontro alle esigenze di chi si rivolge a noi, consapevoli di avere di fronte a volte persone che non sono ferrate in materia e che potrebbero essere facilmente ingannate o quanto meno fuorviate con un diluvio di spiegazioni troppo tecniche”.
Cosa che molti ‘colleghi’ di Perez fanno ogni giorno senza troppi scrupoli. “Comportarsi in modo diverso, parlando con sincerità e mettere il cliente di fronte alla varie opzioni consentendogli di scegliere alla fine ripaga: non a caso abbiamo una percentuale di recensioni positive sui vari social, da Facebook a Instagram, altissima, nel campo non abbiamo rivali nell’intera regione, lo dico senza timore di smentita, un dato che chiunque può verificare”.
Ecco come funziona la catena di assistenza messa in piedi da Antonio Perez: “Per i cellulari, che sono, nemmeno a dirlo, l’oggetto che si rompe con maggior frequenza, interveniamo con la massima urgenza, a qualsiasi ora in qualsiasi giorno, basta prendere un appuntamento. Poi ci sono i computer, spesso sono rotti, ancora più frequentemente funzionano a singhiozzo o in maniera esasperatamente lenta. In questo caso l’intervento può richiedere più tempo, ma potremmo anche sistemare il guaio in assistenza remota, ossia operando a distanza seguendo passo passo il cliente nelle operazioni di riparazione. La prima parola d’ordine è flessibilità, se c’è necessità di un intervento a domicilio non c’è problema. Poi c’è l’assistenza ‘One to One’: l’appuntamento garantisce che il cliente abbia la nostra completa attenzione, solo lui, senza coda. Infine, non meno importante, la terza massima: trasparenza”.
Basta un paio di esempi concreti per capire cosa intende Perez: “I guai che possono capitare al nostro cellulare sono innumerevoli, quelli di gran lunga più frequenti sono la botta che incrina o distrugge il touchscreen e il bagno, a volte ‘completo’ nell’acqua o in altri liquidi. Spesso in questo ultimo caso i danni sono irreparabili. E un fattore decisivo è il tempo, se le parti interne del cellulare non vengono asciugate con rapidità, e parlo di ore non di giorni, porre rimedio è spesso impossibile. Se avessi un euro per ogni volta che l’ho visto capitare farei concorrenza a… Elon Musk! E quando accade un simile disastro, bisogna essere diretti: riparare costa più che cambiare. Altro discorso è quello di recuperare i dati e i ricordi personali che spesso vengono stoccati nel cellulare. Operazione complessa ma possibile, però a costi a volte molto alti. E che crea grandi incertezze nell’utente: questo anche perché la stragrande maggioranza di loro non pensa al backup se non quando è troppo tardi. Passo le giornate a spiegarne l’utilità…”.
Qui Antonio mostra cosa significhi essere comprensivi. “Parto dall’idea che nessuna nasca imparato. E tento sempre di trovare una soluzione di compromesso tra costi e recupero. Stesso discorso per i vetri rotti: ogni marca e ogni versione di apparecchio reagisce in maniera diversa alla rottura dei vetri. È vero che si possono sempre sostituire ma in pochi, e io sono tra questi, spiegano che un rimpiazzo può essere perfetto per alcuni modelli e solo un palliativo per altri”.
Hot Fix ti dice quanto ti costerà e, cosa del tutto singolare, quanto e quando funzionerà. “Stiamo parlando di funzioni delicatissime tipo il riconoscimento biometrico, quindi non è sempre possibile il ritorno a ‘come prima, meglio di prima’. L’importante è dirlo, non farlo apprendere dal cliente a sue spese”.
Altre caratteristiche che fanno di Hot Fix una ‘rara avis’. “Una garanzia di due mesi su ogni intervento, perché vogliamo i nostri interlocutori soddisfatti o rimborsati! Siamo pronti a valutare l’usato che non si può riparare, a far svuotare i cassetti a chi vi ha gettato vecchi modelli che pensa non servano a niente. Invece ricondizioniamo, ridiamo vita a oltre 200 dispositivi ogni anno evitando così l’acquisto di dispositivi nuovi; ricicliamo, ossia riutilizziamo i componenti in buono stato e smaltiamo in modo corretto quelli inutilizzabili”.
L’arco di longevità di ogni manufatto in elettronica tende a ridursi. Indiscutibile che un tempo i frigoriferi e i televisori, le radio e le lavatrici duravano decenni, alcuni oggetti parevano indistruttibili. Più si perfeziona più si rendono gli strumenti fragili. È un prezzo che si può pagare all’innovazione: i mitici Phonola e le leggendarie Indesit rispetto ai siluri di oggi erano dei macigni ingombranti e dispendiosi dal punto di vista ambientale. Non facciamoci buggerare dalla nostalgia.
Dietro Mr Perez c’è Antonio, il ‘Green Warrior’: “Incentiviamo il riutilizzo riducendo l’impatto ambientale. Una delle nostre mission è quella di contrastare le storture di una tecnologia che avanza a velocità supersonica e spesso lascia indietro pezzi di società. L’obiettivo è quello di cercare di valutare meglio le conseguenze delle nostre scelte”. Ed ha uno slogan al proposito che andrebbe copiato e incollato anche ai ‘piani alti’. “Ripariamo il mondo, un dispositivo alla volta”. È impossibile non allinearsi alla visione dinamico-responsabile di Antonio Perez che ha scelto la via della consapevolezza.