di ANTONINO DI BELLA *
Siamo arrivati alle ultime battute della crisi della multinazionale giapponese Hi-Lex che ha dichiarato 22 esuberi. L’azienda è rimasta sulle proprie posizioni e la partita si trasferirà sul campo della Regione che quasi certamente tenterà una mediazione poi a metà aprile finiranno i tempi tecnici e senza un accordo tra le parti potrebbero partire le lettere di licenziamento.
Nonostante la solidarietà dei rappresentanti del Consiglio Comunale di Chiavari che hanno votato una mozione di sentimento e del sindaco F.F. Silvia Stanig che ha ricevuto una delegazione di lavoratori a conclusione del corteo che a febbraio ha visto gli operai partire dai cancelli della storica fabbrica (già Lames) e arrivare davanti a Palazzo Bianco, e anche dei sindaci dei comuni del territorio, tra i quali Leivi, Cogorno, e Sestri Levante, la situazione resta difficile.
Anche il vescovo, Giampio Devasini, ha mostrato la sua vicinanza accogliendo, assieme a don Paolo Zanandreis, responsabile dell’Ufficio della Pastorale del Lavoro, alcuni rappresentanti dei lavoratori e ha sentito dalla viva voce le preoccupazioni e i dubbi per un futuro che sembra a tinte fosche.
Da questi fatti ecco questa mia riflessione che verte invece sulla domanda: la crisi industriale di Hi-Lex è solo quella di un’azienda legata al settore automotive, settore esposto a cicli variabili, oppure è il sintomo di una decrescita (per nulla felice) quindi di un mancato sviluppo di un determinato territorio e nel nostro caso del Tigullio?
Questo territorio negli ultimi decenni ha visto una perdita di migliaia di posti di lavoro nel settore manifatturiero, tanto che un ipotetico triangolo geografico con gli estremi tra Sestri Levante, Portofino e la Val d’Aveto purtroppo si è trasformato in un triangolo delle Bermuda!
Battute a parte, si sono fermate le fabbriche che producevano acque minerali, hanno problematicità aziende di lavorazioni metalliche, altre si sono trasferite fuori regione, i piccoli cantieri navali, e quindi i lavoratori, sono in grosse difficoltà. Seppur con aziende in salute quali l’Arinox di Arvedi e della sede di Fincantieri di Riva Trigoso (che grazie a una gestione oculata avrà lavoro ancora per anni) il lavoro latita. La pandemia ha poi contribuito a rendere il lavoro esistente ancor più precario. Allo stesso modo si sono bloccati i corsi dedicati alla crescita lavorativa dei lavoratori e della formazione continua. Solo ora finalmente disoccupati, inoccupati e lavoratori in cassa integrazione potranno ritornare sui banchi di scuola e acquisire nuove conoscenze da ‘spendere’ sul mercato lavorativo sperando che attraverso gli aiuti economici del Pnrr si creino, veramente, nuovi posti di lavoro. La formazione professionale dopo essere stata considerata fino agli anni Ottanta un’istruzione di serie C, nonostante le centinaia di allievi formati e che hanno trovato un lavoro grazie alle ditte del territorio, si è presa la rivincita diventando fucina di nuovi installatori, operai specializzati, di idraulici e di tecnici. Anche l’alternanza scuola-lavoro dev’essere riveduta e non cancellata ma bensì potenziata perché solo attraverso una presenza all’interno delle aziende si può avere una maggiore consapevolezza e una visione completa di quello che richiede quel mondo. Ora questo insieme di attori (scuola, aziende, enti locali) deve fare un passo avanti. Occorre trovarsi attorno a un tavolo e (ri)programmare un futuro che porti ad una nuova crescita e che assieme alle altre possibilità di impiego già presenti e peculiari del nostro territorio quali il turismo sostenibile e culturale, l’agroalimentare con i suoi prodotti tipici nonchè gli incubatori di aziende, possa riportare nel Tigullio concreti sviluppi lavorativi. Il mondo del lavoro infatti è mutato e nel settore industriale è finito l’operaismo degli anni settanta ma non tramonterà mai la questione operaia, anzi direi la questione della persona proprio perché senza il lavoro viene meno non solo una fonte di guadagno primaria e essenziale per tante famiglie ma anche la dignità dell’uomo.
(* storico e cultore di tradizioni locali, già delegato sindacale di Hi-Lex)