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Giovedì 30 ottobre 2025 - Numero 398

‘Grande meraviglia’, ovvero il malinconico tramonto del narcisista

La storia di Fausto Meraviglia e della sua famiglia mirabilmente raccontata nel bel romanzo di Viola Ardone edito da Einaudi
Viola Ardone, autrice del romanzo "Grande Meraviglia" edito da Einaudi
Viola Ardone, autrice del romanzo "Grande Meraviglia" edito da Einaudi
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di SABINA CROCE

1982, manicomio del Fascione. Da poco è entrata in vigore la legge Basaglia, che abolisce l’obbligo di reclusione forzata per i malati psichiatrici, ma le novità della riforma si affermano lentamente nei manicomi, dove persistono a lungo violenze e coercizioni. 

Elba è un folletto esile e biondo che si muove a suo agio in quello che lei chiama ‘il mezzomondo’, ed azzecca le diagnosi dei matti meglio e prima del tristo primario Colavolpe, che altro non sa che comminare elettroshock e dispensare sedativi da cavallo. Per forza, Elba non è matta, ma nel manicomio ci è nata: partorita lì da una mamma tedesca, la sua Mutti, anche lei rinchiusa senza essere matta per la sola colpa di essere la moglie po’ scomoda e non allineata di un giovane di buona famiglia.

Elba si esprime in una lingua stravagante e musicale, per rime ed assonanze, con la levità del cantastorie. Le sue diagnosi sui matti e sui micamatti sono fantasiose ma infallibili, la sua forza è l’amore per la Mutti, che un giorno è sparita; e la speranza che ritorni, anche se tutti le dicono che è morta. Finché un giorno al mezzomondo non compare, come un bianco cavaliere, un giovane psichiatra basagliano che le cambia la vita. 

Fausto Meraviglia, questo il nome del dottore, è il vero protagonista del libro, ed entra in scena da vero eroe. Riconosce la sanità mentale di Elba, riesce a tirarla fuori dal manicomio, la porta in casa sua, la fa studiare.

Il libro segue la storia della vita di Meraviglia fino ai giorni nostri, nel lavoro ed in famiglia, nei rapporti fallimentari con la moglie ed i figli, perfino con Elba, la figlia adottiva scelta per farne l’erede perfetta. Lo ritroviamo settantacinquenne a fare i conti, amari, con i risultati della sua vita. 

Quando parla Fausto la lingua cambia: è recriminante, quasi rancorosa. Ai figli dice: ‘Siete fiori di plastica’, quando di plastica forse è lui. 

Personaggio ingombrante per tutti, innamorato di se stesso, unico attore sul palcoscenico del suo mondo, pretende di plasmare tutti a proprio piacimento (“hai la sindrome di Pigmalione” gli dice l’infallibile Elba). Così come ha disegnato a proprio piacimento la sua figura di protagonista nella psichiatria, nella vita privata e nei rapporti con le persone; e certo della sua propria figura è più innamorato che non della professione e delle persone, anche le più care. 

E così, quando l’entusiasmo di sé non accende più il mondo di Meraviglia tutto prende un colore di cenere, come il volto rugoso e imbellettato di un vecchio attore quando si spengono le luci della ribalta. 

Tutti hanno cercato salvezza lontano da lui. Il figlio si è fatto prete, a contrasto estremo col padre sciupafemmine; la moglie si è trovata un uomo forse meno brillante ma di certo meno distratto, bugiardo e traditore, e si accontenta, sull’orlo della settantina, di gioie semplici e della prospettiva di una vecchiaia serena. La figlia da sempre alle prese con l’Edipo lo affronta allontanandosi ed arrangiandosi nella vita, fino a ripresentarsi a Fausto madre e laureata. E persino Elba, la figlia putativa, la prescelta da plasmare, se ne va e tace per anni. Non lo ha dimenticato, gli vuole bene e gli serba gratitudine, ma anche lei ha dovuto allontanarsi per poter scegliere la sua vita. 

Alla fine, è chi non sa amare altri che se stesso quello che perde la partita con la vita. È lui l’amputato nell’anima, quello per cui le luci del palco si sono spente. È triste il tramonto del narcisista. 

E però, per fortuna del grande Meraviglia, tutti quelli che non ha saputo amare risultano migliori di lui, e nonostante ne conoscano a fondo i limiti gli vogliono bene per quello che è. Perché i rapporti familiari, specie quelli più importanti, sono fatti di una mescolanza di aspettative e fallimenti, di sostegno e tradimenti, di risentimenti ed indulgenza, e l’importante è che per merito di alcuni se non di tutti il saldo risulti positivo. 

Viola Ardone, “Grande Meraviglia”, Einaudi Editore, 2023.

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