di ALBERTO BRUZZONE
A venticinque anni dalla morte, la Società Economica di Chiavari ospita una giornata di studi dedicata a uno dei più grandi, appassionati e influenti archeologi italiani, protagonista di molteplici scoperte in Liguria e poi su tutto il territorio nazionale, nonché ispiratore e maestro per tutte le generazioni successive: il genovese Luigi Bernabò Brea.
L’appuntamento è per giovedì prossimo, 10 ottobre, dalle 9,30 in poi nella sede di via Ravaschieri. L’iniziativa è a cura della stessa Società Economica con il patrocinio dell’Università di Genova, dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria e del Parco Archeologico delle Isole Eolie – Museo Luigi Bernabò Brea.

L’impulso arriva dalla nipote dell’archeologo, Maria Bernabò Brea, già presidente dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria e funzionaria presso la Soprintendenza archeologica dell’Emilia, e Roberto Maggi, già funzionario presso la Soprintendenza archeologica della Liguria. Se la nipote darà un quadro intimo e anche privato di Luigi Bernabò Brea, Maggi parlerà di una delle sue prime scoperte, “ovvero gli scavi presso la caverna delle Arene Candide nel Finalese, che poi hanno portato a tutta una serie di scoperte importantissime e di livello internazionale. È stato il primo momento importante nella storia di Luigi Bernabò Brea, poi con il trasferimento a Siracusa il suo lavoro è diventato mirabile. Organizziamo proprio a Chiavari questa iniziativa anche perché Bernabò Brea era socio della Società Economica e, quando morì, volle donare trecento suoi volumi a questo ente. Per gran parte della vita, poi, frequentò il Tigullio essendosi sposato, in prime nozze, con una donna della famiglia Chighizola, di Zoagli”.
Maggi ricorda di un Bernabò Brea “discendente da una illustre famiglia genovese di notai. Anche lui si era laureato in legge, ma la sua passione erano l’arte, l’archeologia e la cultura giapponese. Così, non senza un po’ di ritrosia da parte della famiglia, era riuscito a prendere la sua strada ed era entrato nei ranghi del Ministero come archeologo”.
Uno dei grandi meriti di Luigi Bernabò Brea è stato quello di aver fondato, nel 1939, la Soprintendenza archeologica della Liguria, dando inizio e impulso a quella stagione di scoperte che ha portato la nostra regione ad avere una centralità internazionale nel campo degli scavi, specialmente a seguito dei ritrovamenti alle Arene Candide. “È stato capace di compiere una carriera straordinaria e di seguire tutte le sue passioni, compresa la cultura giapponese alla quale si dedicò nell’ultima parte della sua vita”. Oltre agli interventi di Maria Bernabò Brea e di Roberto Maggi, ci saranno moltissimi altri panel, per tutta una giornata che si chiuderà alle 18. Qui sotto il programma.

