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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Trionfo a Camogli per i ‘Maneggi’ di Govi interpretati da Elisabetta Pozzi e Tullio Solenghi. Ricco programma in memoria del grande artista

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di ALBERTO BRUZZONE

Govi non è mai stato così pop. Uno degli attori da sempre più amati nel panorama genovese torna grande protagonista grazie al ‘Festival Gilberto Govi e la maschera genovese’, che è iniziato pochi giorni fa al Teatro Sociale di Camogli e che è organizzato dallo stesso teatro con il sostegno di Regione Liguria, Città Metropolitana di Genova, Comune di Genova, Comune di Camogli, e con la sponsorizzazione da parte di Trenitalia, Coop Liguria e Banca Carige.

Sino a domenica 5 giugno, ecco spettacoli teatrali, conferenze, mostre e approfondimenti dedicati all’artista che ha reso così celebre la commedia dialettale e che continuamente viene ancora rappresentato. È stata una partenza con il botto, nei giorni scorsi, grazie ai celeberrimi ‘Maneggi per maritare una figlia’ che sono stati proposti nella nuova produzione del Teatro Nazionale di Genova e del Teatro Sociale di Camogli, con l’interpretazione da parte di Tullio Solenghi e di Elisabetta Pozzi. Uno spettacolo che è stato salutato da un enorme successo e pure da ottime recensioni e che viene replicato questa sera alle 21, domani sera alle 21,30, sabato alle 21 e domenica alle 18.

“Ho trasformato il mio volto nella maschera-Govi e ogni sera mi sottopongo a un’ora e mezzo di trucco – racconta Solenghi – Una maschera della Commedia dell’arte, un Arlecchino ligure. La rappresentazione è ovviamente in dialetto genovese: Govi venne a suo tempo espulso dall’Accademia filodrammatica perché si ostinava a recitare in dialetto. Poi però, grazie al suo successo, venne riammesso come socio onorario. È pur vero che il dialetto, nella mia generazione attoriale, era considerato una sorta di diminutio, ma non l’ho mai voluto perdere, mi esercito regolarmente a parlare la mia ‘lingua’, per non dimenticarla”.

E così, per non dimenticare, nasce anche questa bella rassegna che oltre ai ‘Maneggi’ prosegue nei giorni successivi. Venerdì 27 maggio, domani, è la volta di ‘Govi e il cinema’, una conferenza a cura di Marco Salotti, docente universitario.

Quindi, mercoledì 1° giugno (ore 21), ecco in scena ‘Atri manezzi’, con la Nuova Compagnia dell’Allegria: diretti da Gilberto Lanzarotti, recitano Danilo Vialardi (Steva), Anna Maria Antonini (Giggia), Cristina Preti (Matilde), G.B. Pini (Cesarin), Anna Maria Percivalle (Carlotta), Maurizio Raffo (Don Tarciso), Gilberto Lanzarotti (Riccardo), Francesco Pittaluga (Pippo), Ernesto Vassallo (Maresciallo Gargiulo), Anna Enrica Pedemonte (Comba), Giovanna Noce (Penelope). Come tutti (o quasi) i titoli di successo che si rispettino, anche i ‘Maneggi per maritare una figlia’ hanno un ‘sequel’: ‘Atri Manezzi’, di Ettore Imparato, coautore degli spettacoli dei Fichi d’India: come vuole la tradizione, il seguito comincia laddove finisce l’originale, con la promessa di matrimonio tra Matilde e Cesarino. Manca poco, infatti, alle nozze che Stefano e Giggia hanno, con fatica, organizzato per la loro figlia. Ma come nella più tipica commedia degli equivoci, nuovi fatti intervengono a mettere in pericolo lo svolgersi della cerimonia.

Si prosegue venerdì 3 giugno (ore 21) con la Compagnia Genova Spettacoli, un’altra realtà che da tempo porta in scena Gilberto Govi: ecco ‘I Guastavino e i Passalacqua’, commedia in tre atti di Riccardo Canepa, con Giunio Lavizzari Cuneo (Pellegro), Ilaria Orsi (Ernesta), Vilma Filippone (Bianca Guastavino), Maria Luisa Pilli (Eugenia Guastavino), Davide Terrile (Avv.to Luigi Guastavino), Pietro Oddone (Pietro), Piero Moggia (Don Bartolo), Flavio Bellinazzi (Pedrin Passalacqua), Carla Pergolotti (Cesira), per la regia di Riccardo Canepa. Un’eredità contesa tra due famiglie genovesi, i Guastavino e i Passalacqua. E, in mezzo, il portiere dello stabile in cui viveva la defunta, Pellegro, che ha due sole passioni: il vino e il suo inseparabile clarinetto. Chi riuscirà a mettere le mani sulla cospicua eredità? E ce la farà, Pellegro, a impadronirsi della chiave della fornitissima cantina della scomparsa? Tra colpi di scena e situazioni spassosissime, si snoda una vicenda che fa ridere e riflettere, al termine della quale ciascuno avrà ciò che si merita. Uno dei cavalli di battaglia di Govi, della cui interpretazione è sopravvissuta, purtroppo, solo la registrazione audio.

Ancora teatro domenica 5 giugno (ore 21) con ‘Gildo Peragallo, ingegnere’, commedia in tre atti di Emerico Valentinetti, con Lorenzo Morena (Gildo Peragallo), Marco Ventura (Cap. Tagliavacche), Alessandra Crescini (Ines), Emanuele Perata (Silvio Peragallo), Graziella Mottola (Climene), Simonetta Bottinelli (Teresa), Gianna Marrone (Francesca, Balia), Davide Villani (Trucchi), Mauro Roffinella (Rag. Conti), Gloria Galli (Olga), per la regia di Lorenzo Morena. È una delle commedie più note di Govi, piena di equivoci spassosi e di colpi di scena rocamboleschi. Il protagonista, Gildo Peragallo, che si fa chiamare ingegnere senza esserlo, da alcuni è considerato un tipo eccentrico, tutto genio e sregolatezza. Il suo fantasioso ingegno, la sua propensione alla burla, all’invenzione, alla bugia, danno vita a situazioni assurde e paradossali. Sino al finale a sorpresa di uno spettacolo capace di tenere desta l’attenzione dello spettatore come un vero e proprio ‘giallo’.

Ci sono poi, oltre alle commedie, la tavola rotonda ‘Il nostro Govi’ (oggi alle 17,30), con Vito Molinari, Gino Paoli, Marco Paolini, Paolo Rossi, Tullio Solenghi, Alessandro Tinterri, coordinati da Ilaria Cavo e Margherita Rubino; lo show ‘Io e Govi’ con Paolo Rossi (domani alle 20); lo spettacolo ‘Giuseppe Marzari, uomo in frac’ di Lunaria Teatro (sabato 4 giugno alle 21).

Molto interessante, giovedì 2 giugno alle 21,30, presso l’Abbazia di San Fruttuoso di Camogli, la proiezione del film ‘Il diavolo in convento’ del 1951, con Gilberto Govi e Ave Ninchi, regia di Nunzio Malasomma. Marzo 1945: un bombardamento aereo distrugge un villaggio di pescatori. I senzatetto sono ospitati da frate Angelo (Gilberto Govi) nel convento di San Fruttuoso di Camogli. Passano gli anni, ma le case non vengono ricostruite e quando muore il priore, il convento viene venduto al ricco ingegner Milone, deciso a trasformarlo in un complesso per la villeggiatura. Per evitare che i senzatetto finiscano in strada, frate Angelo escogita ogni espediente possibile. Anche un finto miracolo, in attesa che San Fruttuoso ne compia uno vero. Una favola neorealistica, riproposta nel luogo in cui fu girata, uno dei più suggestivi della Riviera Ligure.

Infine, per tutta la durata del festival, nel ridotto del Teatro Sociale, ecco la mostra ‘Gilberto Govi, caricaturista’, realizzata in collaborazione con il Civico Museo Biblioteca dell’Attore e visitabile in concomitanza degli eventi.

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