di DANILO SANGUINETI
Chi è in fondo alla fila ha mille e una ragioni per essere preoccupato. Lo sport va incontro a tempi duri, rischia di pagare per anni le conseguenze di questa pandemia, le discipline paralimpiche che sono, inutile negarlo, le piante più fragili nella delicatissima serra sportiva, sono le specie più in pericolo e quindi quelle sulle quali bisognerà accendere i riflettori e intraprendere una battaglia prima di tutto di civiltà.
Cogliamo il grido di dolore del presidente del Comitato Regionale, Gaetano Cuozzo, che segnala come la cosiddetta Fase 2 porterà inevitabilmente nuove complicazioni a chi di partenza, nell’era ante Covid-19, già le affrontava di ogni specie quotidianamente: “La terribile epidemia che ha colpito anche la nostra regione ci costringe a rivedere i nostri consueti canoni di vita e in particolare, per quanto riguarda lo sport, a riconsiderare modalità, luoghi e tempi di come si dovrà riprendere la pratica nella Fase 2. Mi occupo di sport per disabili, settore in netta espansione, che si è guadagnato sul campo uno spazio significativo nel mondo dello sport, e che, in momenti di crisi come quello attuale, rischia di essere penalizzato”.
Più degli altri. “Il contenimento dell’epidemia comporta obblighi che dovranno essere rispettati anche alla ripresa delle attività: il distanziamento, l’utilizzo di mascherine e dei guanti, la disinfezione, l’adeguamento dei locali alle norme di sicurezza e di igiene, l’accompagnamento, la differenza tra sport di squadra e sport singolo, gli sport da combattimento, i trasporti, l’adeguamento degli impianti a queste nuove esigenze. Se questi comportamenti, assolutamente necessari per contrastare i contagi, creano molti problemi a chi pratica lo sport, problemi ancora maggiori dovranno affrontare e risolvere le persone con disabilità che vogliono continuare a fare sport”.
La questione è stata posta con urgenza in una recente videoconferenza con gli assessori regionali competenti. Anche il comitato paralimpico ligure ha partecipato: “Ci hanno spiegato che hanno in programma l’insediamento di una task force per la prossima fase, un gruppo che sovraintenda al rilancio dello sport in Regione in generale, con particolare attenzione allo sport per disabili. Questa struttura avrà il compito di avviare la ripresa individuando interventi strutturali, strategie, corsi di formazione per i collaboratori sportivi e finanziamenti mirati. Il CIP Liguria ha manifestato la sua piena approvazione per questa scelta, mettendosi a disposizione della Regione, garantendo un fattivo contributo di idee e di esperienza”.
Però Cuozzo, che conduce una battaglia decennale a favore del Paralimpico, sa fin d’ora che non ci sarà niente di scontato: “Credo però che le circostanze ci impongano, nel breve periodo, scelte positive di rilancio coerenti con gli adeguamenti necessari e lo sviluppo civile e sociale del nostro territorio. Nei giorni scorsi mi è capitato di leggere un interessante intervento di Filippo Delle Piane, nostro concittadino, di recente eletto vicepresidente di ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili)”.
Il presidente Delle Piane, parlando di sicurezza e tutela della salute, auspicava un forte rilancio dell’edilizia pubblica in generale e di quella scolastica in particolare, come opportunità di rilancio di un settore in sofferenza come quello dell’edilizia e di interventi finalmente adeguati per la messa in sicurezza del nostro patrimonio scolastico.
“Stessi interventi reclama da tempo l’ANP (Associazione Nazionale Presidi) che con lo slogan ‘Scuola-Si-cura’, sollecita la messa in sicurezza di tutti gli edifici scolastici, la definizione chiara delle responsabilità, la necessità di eliminare qualsiasi barriera e il rispetto ad una scuola sicura, diritto fondamentale e inalienabile per un paese civile”.
Recenti rapporti di Legambiente e di Cittadinanzattiva, associazioni che da anni tengono sotto controllo lo stato dell’edilizia scolastica nel nostro Paese, collocano la Liguria tra le regioni più compromesse e in particolare Genova all’84° posto della graduatoria nazionale. E questo scandaloso dato andrà confrontato con la inevitabile messe di interventi che gli edilizi richiederanno per tutelare la salute pubblica. “Chi ci conosce sa che da anni sollecitiamo Regione, Ufficio Scolastico Regionale, Città Metropolitana, Comuni perché sia fatta un’efficace ricognizione sullo stato delle palestre scolastiche, sul loro utilizzo, sul rispetto dei diritti di uguaglianza e pari opportunità di tutti gli studenti, e sull’abbattimento di eventuali barriere che non consentono ancora a molti studenti disabili l’accesso a queste strutture e quindi la possibilità di praticare lo sport a scuola”.
Se c’è da ripartire, che si riparta con il piede giusto e non lasciando nessuno indietro: “Il nostro movimento è particolarmente interessato a questi interventi di adeguamento delle palestre. Le barriere architettoniche, presenti ancora in molti istituti scolastici, ne impediscono il pieno utilizzo, creando di fatto una palese ‘discriminazione’ in evidente contrasto con la nostra Carta Costituzionale, che prevede espressamente il ‘diritto allo studio’ per tutti. Esonerare studenti con disabilità dalla partecipazione allo sport a scuola, significa non intercettare un potenziale enorme di studenti che, una volta esclusi, sarà molto difficile reinserire nel mondo dello sport paralimpico. E comunque un intervento di adeguamento delle palestre scolastiche porterebbe vantaggi non solo agli studenti, ma anche alle società sportive che in molti casi utilizzano la palestra nel periodo non riservato ad attività scolastiche e degli stessi cittadini con disabilità che abitano nel quartiere e che avrebbero così anche loro la possibilità di fare sport. Speriamo che in un momento così drammatico per il nostro Paese, dove la ripartenza è tutta da impostare, ci sia lo spazio per intervenire anche in questo settore”.
Una sciagura come quella costata tanti morti e tanto dolore al nostro Paese meriterebbe almeno questo. Migliorare le cose, migliorare le persone, migliorarci come comunità.