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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Giunta Di Capua: tra annunci e opere realizzate, il saldo è negativo

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(r.p.l.) Un anno di governo della città. Progetti ereditati dai predecessori, qualche manutenzione, l’importante lavoro di pulizia dei sottocanali, l’accelerata nella collaborazione con Iren.
L’amministrazione Di Capua ha saputo tenere nell’ordinario, ma – fatta eccezione per gli interventi al sottosuolo (che comunque sono eseguiti, per la maggior parte, da Ireti, mentre a Palazzo Bianco spettano direttamente solo i canali secondari) – è stata assai debole alla voce grandi opere.
Tutte le proposte inserite nel programma elettorale, su questo tema, sono rimaste per ora su carta.
Vero è, a parziale attenuante, che l’azione amministrativa va valutata in cinque anni, ma il tempo scorre veloce e in questi primi dodici mesi, in parecchie situazioni, sono mancate pure le basi. Dal depuratore ‘madre’ di tutti i problemi sino alle pedonalizzazioni e ai parcheggi, ecco i progetti annunciati (che hanno trovato ampio risalto sulla carta stampata cittadina).
Belle idee? Alcune sì, altre destinate a dividere e far discutere. Tutte hanno un comune denominatore: per adesso sono dichiarazioni d’intenti. Parole molte, fatti pochi.
Il sindaco Di Capua, che lunedì scorso ha celebrato un anno di mandato con una festa ai Bagni Giardini – alla quale sono stati invitati assessori, consiglieri e simpatizzanti – si è detto soddisfatto del percorso svolto sin qui. A partire dalla tenuta politica: “Rispetto al mio predecessore, non ho fatto rimpasti e la mia maggioranza è sempre coinvolta nelle scelte”.
Roberto Levaggi è sempre presente, nelle esternazioni dell’attuale maggioranza, come termine di paragone. Come in una campagna elettorale permanente. Atteggiamento giustificabile per chi ha perso. Assolutamente non comprensibile per chi ha vinto. Tant’è, l’ex assessore regionale ed ex sindaco ritorna sempre nei pensieri dell’attuale giunta. Troppo forte la voglia di marcare la differenza. A volte anche in maniera assai scoordinata e sconveniente, come si vedrà qui sotto.
Di Capua prosegue nella sua disamina: “E’ stato un anno di lavoro e soddisfazioni. Ho sbloccato 5,5 milioni di euro dal patto di stabilità, abbassato le tasse, avviato le gare per la messa in sicurezza del Rupinaro, gettato le basi per rivoluzionare la sosta a pagamento”.

Tutto vero, ma il concetto andrebbe ampliato: 1) sblocco del patto di stabilità consentito grazie ai conti in ordine lasciati ‘dal predecessore’; 2) tasse abbassate grazie al percorso virtuoso avviato dal precedente assessore al Bilancio; 3) messa in sicurezza del Rupinaro ereditata, con tanto di finanziamenti regionali e stanziamento comunale pronti (Avanti Chiavari nel suo programma elettorale continuava invece a proporre la vasca di laminazione del Rio Campodonico, ormai ampiamente superata); 4) rivoluzione della sosta a pagamento con ritardi rispetto a quanto annunciato, incompletezze (ci sarà la tariffa frazionata, ma non i promessi abbonamenti né le agevolazioni per i residenti) ed errori nella gara d’appalto, per giunta con lo spettro di un ricorso pendente al Tar da parte della ditta soccombente sull’installazione dei parcometri (se ne parla dettagliatamente in un altro articolo di questo numero di Piazza Levante).

A dare manforte a Di Capua arrivano comunque elementi di spicco della sua maggioranza. Alberto Corticelli, tra i più votati dodici mesi fa, dice: “Rispettiamo il programma in tempi inferiori alle attese”. Ed elenca gli interventi da far partire: “Risanamento di Palazzo Rocca, ammodernamento scuole, manutenzione rii, riqualificazione di piazza del Buono, marciapiedi in via Parma, rotonde, aree cani”. Per poi rammaricarsi “per non aver ancora ampliato il Torriglia”, operazione pericolosissima che rischierebbe – se non intrapresa con le dovute precauzioni – di affossare definitivamente la casa di riposo, il cui bilancio è in profondo rosso (anche di questo Piazza Levante si è occupata nei precedenti numeri).

Endorsement pure da parte di Giovanni Giardini, l’architetto chiavarese già eletto in Forza Italia ai tempi dell’amministrazione Levaggi, nominato presidente del Consiglio Comunale, quindi passato in minoranza; candidato sindaco, apparentato con Di Capua al ballottaggio dopo aver ricevuto un no da Levaggi, al quale si era proposto per primo (l’ex sindaco fu contrario a sacrificare persone elette con lui per dare il posto a Giardini).
Ma di questo particolare un anno dopo non v’è più traccia: “Posso dire che mentre i parenti te li ritrovi, l’apparentamento te lo scegli. Oggi, sono più che convinto che è stata una decisione ponderata e andata oltre le aspettative. Fare il consigliere comunale, consulente del sindaco all’urbanistica, non è facile, ma con Marco Di Capua, Alberto Corticelli, Giorgio Canepa, Antonio Segalerba e tutti i consiglieri di maggioranza il confronto è aperto e leale”. Giardini conclude con un augurio: “Buon lavoro… c’è tanto da fare”.
Ecco una serie di temi rimasti aperti.

Depuratore
Come si diceva, la ‘madre’ di tutti i problemi. Di Capua, sin dalla campagna elettorale, è sempre stato contrario all’opzione Lido. Hanno raccolto firme, fatto volantini, incentrato su questo tema (e su Preli) gli argomenti più efficaci di propaganda. Ha funzionato.

Ma, una volta a Palazzo Bianco, la nuova maggioranza si è resa subito conto di quanto il percorso fosse terribilmente in salita. La delibera votata all’unanimità in Ato nel febbraio 2017, che prevede due impianti distinti in luogo del maxidepuratore alla Colmata, è difficile da scavalcare. Ci vuole un lavoro politico ‘di fioretto’, ma soprattutto servono aree alternative. Che non sono mai realmente praticabili. Chiavari è incauta quando le indica in comuni limitrofi, facendo inquietare i sindaci vicini. Ma il Seriallo a Leivi è in zona rossa, così come il porto di Lavagna (per declassarlo a gialla bisognerebbe costruire la Diga Perfigli sull’Entella, altro progetto fortemente osteggiato), e anche Carasco non pare adeguata.
Di Capua e Segalerba (quest’ultimo eletto ‘ad hoc’ in consiglio metropolitano, dove nei giorni scorsi ha rimediato la presidenza della commissione alle Pari Opportunità, che forse sarebbe stato più opportuno attribuire a una donna…) fanno pressing su Bucci e Toti, che s’impegnano (è la versione di Palazzo Bianco, 16 gennaio 2018, foto in alto) a studiare aree differenti. Ma non se ne sa più nulla. E intanto le sanzioni europee per i ritardi sulle opere di depurazione delle acque incombono sempre di più.
Se ne rende conto anche il primo cittadino, che lo scorso autunno, con una scelta ‘muscolare’, aveva vietato l’accesso al Lido ai tecnici di Ireti e che pochi giorni fa si è detto invece pronto a collaborare, chiedendo che un membro del Comune possa essere ammesso al tavolo tecnico.
Prima si chiude la porta a chiave. Poi ci si ritrova dall’altra parte e si bussa per poter entrare.

12 Ottobre 2017
28 Maggio 2018

Colmata
L’area prospiciente al mare intitolata a San Giovanni Paolo II è, a detta di tutti, la zona maggiormente strategica per lo sviluppo della città. Ma una direzione precisa sinora non è mai stata presa. Va detto che, in caso di no al Lido, la Colmata potrebbe diventare nuovamente indicata per la costruzione del depuratore: più piccolo rispetto a quello comprensoriale da oltre 230mila abitanti equivalenti, ma pur sempre ‘importante’, atto a servire Chiavari, Zoagli e la vallata dell’Entella, per circa 140mila persone. Se anche stavolta, invece, l’area resterà preservata, si potrà portare avanti uno dei progetti sinora abbozzati? Chissà.

12 Gennaio 2018

Alla Colmata si associano centri commerciali, il nuovo stadio, un grande parco, piste ciclabili, biblioteche, musei. Chi più ne ha, più ne metta. L’amministrazione Di Capua ha aggiunto sul piatto l’ipotesi del polo scolastico, un grande ‘campus’ in stile americano. Lo ha fatto ai primi di gennaio di quest’anno.
Una nuova ‘visione’ per Chiavari. Di Capua parla di ‘sogno’: “La revisione del Piano urbanistico comunale non è ancora cominciata. La scuola in Colmata è un sogno, per realizzarlo occorre trovare le risorse. Non è una speculazione edilizia e si potranno cercare investitori disposti a realizzare il progetto”.
Ma il presidente del Consiglio Comunale Segalerba ammette: “Per rendere sostenibile un intervento importante come quello che abbiamo in mente, una quota minima di edilizia potrebbe essere necessaria”. Un’ipotesi sulla quale, ad esempio, il consigliere Giardini si è sempre detto contrario. E infatti i mal di pancia dentro la maggioranza sono più che probabili.

Piazza Nostra Signora dell’Orto
L’amministrazione Di Capua intende completare il progetto avviato dai predecessori e, nel contempo, migliorare la viabilità. Lo studio complessivo viene affidato all’architetto Luigi Angelo Nicolini di Sestri Levante. Il primo passo è lo spostamento del capolinea di Atp dalla zona di fronte alla stazione ferroviaria al piazzale di Sampierdicanne. Un trasloco che era atteso per lo scorso 18 giugno, ma che non è ancora partito. Una volta liberata la piazza, si darà il via a tutto il resto dell’operazione.

18 Febbraio 2018
13 Aprile 2018

Anche qui l’elenco delle soluzioni, per adesso su carta, è lungo: estensione dei basoli verso il Comune, ampia area pedonalizzata, inversione del senso di marcia di fronte alle Poste, una rotonda all’incrocio con viale Tappani. E ancora: la valorizzazione della statua del re, l’ampliamento del marciapiede di via Doria, la riqualificazione dei giardini, giochi per i bambini liberi e a pagamento, compreso un minigolf. L’idea è di replicare il modello del parco Talassano, con un chiosco che possa presidiare la zona e gestire le attrazioni a pagamento.
Tutto molto affascinante, certo. Ma l’assessore alla Mobilità Giuseppe Corticelli ammette chiaramente che il Comune non possiede risorse per un milione e mezzo di euro per portare avanti il progetto.
Nel frattempo, anche Ascom e Civ presentano la loro proposta, ancora più rivoluzionaria: un tunnel a doppio senso di marcia sotto la piazza e il no a una pedonalizzazione troppo radicale. Ma in questo caso i costi lieviterebbero ulteriormente. Il disegno è bello, ma pare destinato a restare un mero esercizio professionale per uno studio d’architettura. E il secondo lotto di lavori chissà quando, come e con quale disegno potrà partire.

27 Aprile 2018

Piazza Matteotti
Anche nell’ex piazza delle Carrozze il dilemma è tra pedonalizzazione sì e pedonalizzazione no. L’amministrazione Di Capua prende nettamente le distanze dalla scelta ‘ibrida’ dell’ultimo anno di Levaggi: chiusura pomeridiana al traffico. Il sindaco attuale la bolla come “desertificazione”. Secondo l’attuale maggioranza, vanno studiate altre scelte.
Ma le idee non sono chiare. Lo dimostra il cambio di prospettive avuto nei mesi scorsi da parte di Promotur. Gli organizzatori del mercatino dell’antiquariato hanno chiesto e ottenuto da Palazzo Bianco che piazza Matteotti fosse pedonalizzata nel week-end della loro kermesse. Ma, a esperimento fatto, si sono resi conto che era meglio tornare all’antico. E hanno chiesto al Comune di riaprire nuovamente la piazza.

16 Maggio 2018

Ormai, però, l’amministrazione aveva deciso: lo spazio resterà chiuso al traffico veicolare tutte le volte che ci saranno delle manifestazioni. “L’amministrazione comunale – è la nota di Palazzo Bianco – ha verificato l’esito della sperimentazione della chiusura al traffico di Piazza Matteotti, e ha ritenuto positive le ricadute in termini di sicurezza dei pedoni, di fruibilità della piazza e anche di fluidità del traffico. Nell’immediato è possibile che il cambio di abitudine per i cittadini possa comportare qualche piccolo disagio. In merito alle osservazioni dei gestori degli esercizi commerciali, gli amministratori sono convinti che, come sempre avvenuto, la migliore fruizione degli spazi pubblici dovuta alla pedonalizzazione di nuove aree determini un incremento del giro di affari cittadino”.
Marcia avanti quindi, pur senza un progetto di riqualificazione complessivo. Come far vivere una piazza che era trafficata e diventa pedonale?

19 Maggio 2018

Piazza Roma
Sul modello di parco Talassano, si pensa a un chiosco che possa presidiare i giochi per i bambini. Qui il disegno proviene dall’architetto Isabella Lagomarsino, la professionista che ha realizzato il centro sportivo ‘Mario Ravera’ di largo Pessagno. Non c’è minigolf, ma spunta una pista di pattinaggio.

7 Giugno 2018

A illustrare il tutto è il presidente del Consiglio Comunale Antonio Segalerba (che, come si vede dal ricco caleidoscopio di dichiarazioni, parrebbe avere più un ruolo da ‘super-assessore’): “Non toccheremo il verde, anzi aumenteremo il numero degli alberi. All’interno della piazza allestiremo la pista di pattinaggio sul ghiaccio in inverno e a rotelle durante le altre stagioni. Sopra verrà installata una struttura ombreggiante. Il costo è di 250mila euro. Realizzeremo anche una sorta di anfiteatro in cui ospitare concerti ed esibizioni”.
I tempi? “Potrebbe essere un intervento da avviare nel 2019”. Ma, come ogni progetto, è destinato a dividere. Sarebbero già pronte cento firme di chiavaresi contrari. Oltre al diniego della Soprintendenza.

24 Giugno 2018

Piazza del Buono
Per la piazza centrale di Ri niente pista di pattinaggio né minigolf. La ‘suggestione’ è la pista di atletica. Lo afferma il sindaco Di Capua un mese dopo il suo insediamento: “Il costo stimato è di 300mila euro. Non sarà un impianto omologato e sarà scoperta. Il progetto di pista alla Colmata era troppo costoso e non gli daremo seguito. La realizzeremo a Ri. L’obiettivo, come annunciato in campagna elettorale e come richiesto dai residenti, è riqualificare una zona in stato di degrado e mal frequentata, restituendola al quartiere e alle famiglie. Potremo realizzare l’impianto e allestire un chiosco, sul modello del Parco Talassano”.

29 Luglio 2017

Un esempio che ricorre: e si vorrebbe in piazza dell’Orto, piazza Roma e anche a Ri. Ma è ancora tutto su carta: quella del quotidiano locale e quella dei progetti. Va bene che nella vita bisogna sognare, ma per contrastare il degrado di piazza del Buono a Ri non era forse meglio partire da subito con una riqualificazione ‘ordinaria’?

Strada di Caperana Case Sparse
Non è una grande opera, ma comunque un percorso molto atteso: la presa in carico da parte del Comune di Chiavari della strada interpoderale di Caperana Case Sparse. I residenti la chiedono da tempo, anche attraverso un comitato che ha in Antonio Terzi il suo elemento più attivo.
In campagna elettorale Di Capua promette che si occuperà della questione, dando fiducia agli abitanti. Il comitato lo ringrazia pubblicamente appena eletto: “I migliori auguri al neoeletto Sindaco di Chiavari. Gli vogliamo comunque ricordare gli urgenti provvedimenti da adottare, in primis per la scandalosa raccolta differenziata e naturalmente per tutti gli altri problemi da noi già segnalati. Tantissimi complimenti per il risultato ottenuto”.
Ancora ringraziamenti il 29 luglio: “Ieri si è tenuto a Chiavari il secondo Consiglio Comunale dell’era Di Capua. Ringrazio il Sindaco e tutta la sua giunta per aver approvato l’iter per la presa in carico al demanio comunale la strada ex consortile di Caperana Case Sparse. Grazie grazie grazie, da parte mia e di tutti gli abitanti della zona. Siamo sempre stati considerati cittadini di serie B, è commovente dopo tante battaglie fatte con l’amministrazione precedente, vedere che già nel secondo consiglio è stata approvata una pratica così importante per gli abitanti della zona. Ad maiora semper”.
E il 5 ottobre: “È con immensa soddisfazione vedere come questa amministrazione ha preso a cuore le periferie, ieri ci siamo accorti della nuova isola ecologica videosorvegliata in fondo a via Case Sparse Caperana”.
Ma poi la storia d’amore va in crisi. L’iter della ‘comunalizzazione’ della strada rallenta. Evidentemente era complicato sin dall’inizio, ma nessuno si era premurato di dirlo a questi cittadini. Terzi, infatti, è meno cerimonioso: “È gravissimo tradire la fiducia delle persone. La presa in carico da parte del Comune della strada via Case Sparse Caperana Alta richiede un iter affidato a un professionista. Crediamo che tale procedura sia in stallo, dato che l’incaricato non si è mai visto. Contattato telefonicamente non si è mai reso reperibile e anche i suoi collaboratori non hanno evaso le richieste di chiarimento, rimandando al titolare dell’incarico eventuali risposte mai pervenute. Oggi invitiamo gli uffici comunali competenti a sollecitare quanto promesso, ricordando che da elettori abbiamo contribuito al successo di Marco Di Capua”.
Era il 18 febbraio 2018. La strada non è ancora in carico al Comune.

Piste ciclabili
Altre grandi incompiute. Almeno per il momento. Il famoso progetto de ‘Le vie dell’acqua’, per collegare la costa all’entroterra, sta ormai diventando ‘famigerato’. Eppure sin da poche settimane dopo l’elezione, l’attuale maggioranza annuncia un’accelerata.

17 Luglio 2017

Siamo a luglio 2017 quando l’assessore ai Lavori Pubblici Massimiliano Bisso dichiara: “Le vie dell’acqua è stato modificato per rendere la pista che realizzeremo più sicura. Siamo alle battute finali, spero che al più presto possa essere pubblicato il bando”. Ma le cose vanno diversamente. Il 4 ottobre si viene a sapere che il percorso è stato modificato: non più corso Assarotti, corso De Michiel e via Trieste, per collegare la stazione con il lungo Entella; bensì piazza Leonardi, corso Valparaiso, corso Colombo e viale Groppo.
Cosa non cambia è l’incertezza sui tempi. Di Capua parla genericamente di 2018. A oggi, nulla di nuovo è stato sancito, né annunciato. La pista ciclabile non c’è. Il progetto è fermo.

4 Ottobre 2017

Viale Kasman e argini Entella
In materia di traffico e viabilità, la parola ‘rivoluzione’ è stata utilizzata a piene mani, in questi dodici mesi. Ma grossi cambiamenti non se ne sono visti. Il flusso veicolare non è stato alleggerito. La complessa situazione viaria di Chiavari non è stata analizzata nella sua interezza.
Buona l’idea della rotonda in fondo a via Trieste. Pessima quella d’invertire il senso di marcia in corso Genova proprio in contemporanea con l’apertura dei cantieri per i sottoservizi in corso Millo.
Lettera morta il prolungamento di viale Kasman e una possibilità di nuovo collegamento tra Chiavari e Lavagna, per potenziare quest’ultimo casello autostradale e far respirare zone come Caperana e Ri, da anni congestionate dall’enorme traffico.
Non solo non ci sono lavori, ma neppure progetti. E neppure se ne parla.

La raccolta dei rifiuti
Anche qui la ‘rivoluzione’ è rimasta per il momento solo nelle menti e nelle tastiere di chi scrive sui social network. L’attuale giunta, il 5 ottobre 2017, annunciava l’apertura di sei nuove isole ecologiche, videosorvegliate e accessibili solamente con l’utilizzo di codici personali. Le zone individuate sarebbero state: via Marana, via Filippini, via Sant’Antonio, piazza Verdi, largo Pessagno e via Marsala. “La rivoluzione scatterà nei primi sei mesi del 2018”, dichiarava l’assessore Bisso. “Nel frattempo, speriamo di ricevere segnalazioni e suggerimenti dai cittadini”.

5 Ottobre 2017

Ma le uniche telefonate, mail o visite a Palazzo Bianco sono state quelle delle persone che vivono nelle strade indicate, terrorizzate dall’idea di ritrovarsi cassonetti sotto le finestre. Sarà anche questo uno dei motivi del ritardo?
Le isole, secondo quanto previsto da Bisso e dal consigliere al decoro urbano Luca Ghiggeri, sarebbero dovute costare fra i 30 e i 50mila euro l’una. Ci sono problemi a reperire le risorse? Quali i motivi del rinvio per una soluzione che pareva decisiva e migliorativa, in materia di raccolta differenziata?

Gli animali
Aree di sgambatura, queste sconosciute. I padroni di animali le attendevano con ansia, a Chiavari, ma per il momento ancora nulla. In compenso, devono girare obbligatoriamente con la bottiglietta dell’acqua per pulire (ma sarebbe meglio dire ‘allargare’) la pipì dei loro cani. E sono in attesa di un regolamento per gli animali d’affezione che è stato oggetto di accesissimi confronti tra l’assessore ai Servizi Sociali Fiammetta Maggio e le varie associazioni di animalisti.
In un primo momento, Palazzo Bianco era pronto con una sua bozza, poi ha allargato il confronto con i vari gruppi chiavaresi. Sono emerse perplessità e frizioni. Alcune associazioni hanno lasciato il tavolo, altre hanno proseguito. La Maggio ha spiegato che “il regolamento dovrebbe essere approvato entro l’estate”.
Ma non se ne conosce ancora il testo definitivo. Neppure gli animalisti ce l’hanno. Così, lo scorso 21 giugno hanno scritto al sindaco: “Il giorno 21 aprile 2018 (due mesi fa), Enpa Camogli e Levante Ligure, Lida Tigullio, Ayusya, Associazione Lega Amici degli Animali Rapallo, Lega Amici del cane Tigullio e Amici Nostri hanno scritto al Comune di Chiavari la seguente richiesta a cui, a tutt’oggi, si attende riscontro (in seguito, la richiesta è stata rinnovata a firma dell’associazione Non Li Vuole Nessuno Li Salviamo Noi): abbiamo appreso che ‘sono state inserite nel regolamento alcune delle osservazioni presentate dalle associazioni che non hanno presenziato fisicamente all’incontro’ avvenuto il 18 aprile. Accogliamo con favore l’apertura ed in questo contesto domandiamo di avere copia della nuova stesura del regolamento comprendente le modifiche”.

La quota di Amt
L’ultimo annuncio, poi smentito neppure una settimana dopo, riguarda il credito che il Comune di Chiavari vanta presso Atp, 176.424,36 euro, concesso nel 2014 all’azienda di trasporti provinciali. A seguito della fusione tra Atp e Amt, i vari comuni sono stati invitati, essendo ormai quel credito divenuto inesigibile, a trasformare quella posta di bilancio in pacchetto azionario di Amt. Chiavari sarebbe passata da 667 a 4867 azioni. Il 19 maggio il sindaco Di Capua dà la notizia: “Per consolidare la propria struttura finanziaria e quella della propria partecipata, Atp Spa ha considerato l’esigenza che gli enti locali concorrano ad agevolare la nuova società formata da Atp e Amt, concedendo una proroga al 31 dicembre 2018 per il rimborso del credito redimibile. Lo scorso 8 giugno, però, Amt ha proposto ai comuni soci di minoranza di convertire la quota nominale del prestito in una partecipazione azionaria. Abbiamo accettato”. Secondo Di Capua, la conversione del credito in azioni significherebbe “rafforzare il ruolo di Amt, consentendo all’azienda di avere un patrimonio netto minimo per partecipare alle gare internazionali e al Comune di Chiavari di mantenere una partecipazione nella compagine societaria Amt, per conservare il ruolo di attore di importanza rilevante per lo sviluppo del territorio”.

19 Maggio 2018

Ma le cose non vanno come previsto. In Commissione Prima è battaglia sulla decisione, poi l’agone si sposta in consiglio comunale dove però, assolutamente a sorpresa, la questione viene ritirata. I revisori dei conti del Comune di Chiavari hanno detto no, mettendosi di traverso a sindaco e maggioranza. Secondo loro, l’acquisto di azioni di Amt non persegue i fini istituzionali di un ente pubblico, e non è motivato “sul piano della convenienza economica e della sostenibilità finanziaria, nonché di gestione diretta o esternalizzata del servizio affidato”. Di Capua non è d’accordo e assicura che “comunque, Amt potrà partecipare a gare internazionali”. L’opposizione va all’attacco: “Una pratica controversa da esame da parte della Corte dei Conti – dicono i consiglieri di Noi di Chiavari, Roberto Levaggi, Daniela Colombo e Silvia Garibaldi – Diventare azionisti di Amt con una percentuale che non permette di incidere sulla gestione, e che impone di partecipare alle spese, non si può definire gestione ‘da buon padre di famiglia’. Il gruppo Noi di Chiavari avrebbe votato contro nettamente. Manca la firma dei revisori; forse prima di iscrivere le pratiche all’ordine del giorno sarebbe bene informarsi sulla fattibilità. Con quale posizione Chiavari andrà mercoledì in assemblea Amt? Senza delibera? Ma all’interrogativo non è stato risposto”.

26 Giugno 2018

Ci sarebbero molti altri temi, ma per ora bastano questi, che sono comunque i principali. Su una cosa Giardini ha ragione: c’è molto, molto da fare.
Il saldo tra annunci, post, titoli sui media ed effettiva realizzazione o impostazione delle principali questioni cittadine è fortemente negativo.
Francamente, da una maggioranza così numerosa e una giunta con una tenuta così forte (per dirla col sindaco), era lecito aspettarsi qualcosa di più.

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