di DANILO SANGUINETI
Il Chopper che morde l’asfalto delle Route 66, Captain America e il suo casco, il rimbombo ‘rotondo’ del Panhead. Born to Be Wild, inno allo stile di vita Biker andrebbe inciso alla base di ogni casco e ogni serbatoio che i centauri di ogni parte d’Italia portano a Federico Naldi, il Caravaggio degli Aerosol Kid, affinché li trasformi in pezzi unici, opera d’arte che nebulizza colori sul metallo cromato. Colui che ha saputo trasformare la serigrafia in una professione e che ha creato un’accademia di airbrush è oltre che imprenditore e artista pure personaggio con una storia che non si fatica a definire fuori del comune.
Andando a trovarlo nella casa-laboratorio sulle alture di Rapallo si apprende molto su come dipingere caschi, customizzare motociclette, usare l’aerografo per creare veri e propri dipinti su muro, tela, tavola e quant’altro, e nello stesso tempo ci si confronta con una personalità che va ben al di là del valente artigiano.
Il Custom, la decorazione non standard di veicoli e oggetti, viene da lontano, portata a livelli post industriali negli Usa e da noi approdata nel dopoguerra, oggi anche qui non è più un passatempo per smanettoni dell’aerografo. Si può parlare di vera e propria disciplina con i suoi maestri, le sue scuole e le sue tendenze. Per alcuni un mestiere, una professione dove si forgiano oggetti di bellezza. Ci sono opere, o prodotti o installazioni – dipende da che filone critico preferite – che niente hanno da invidiare a un Banksy prima maniera. Siamo sempre nella Street Art. Anche qui si crea usando un linguaggio innovativo basato su segni che conoscono e rimasticano con intelligenza la storia dell’arte.
Federico Naldi (nella foto a fianco) possiede e conduce uno Studio di aerografia dove si eseguono Custom paint, Aerografie su carrozzeria, moto, caschi, scooter, auto, Pinstriping, Real Flames. Per chi si sente spaesato nel profluvio di termini gergali ecco Federico che ti porta per mano dentro il mondo di Pimp my bike…
“Le mie aerografie, eseguite a mano, sono pezzi unici, possono essere fatte su carrozzerie, caschi, oggetti, arredamento, cuoio, pareti interne ed esterne, vengono infine protette con adeguati prodotti in base alla superficie trattata. Posso inoltre utilizzare foglia d’oro o d’argento, per impreziosire il prodotto. Eseguo su richiesta riproduzioni, non stampate ma fatte a mano, di fotografie su qualsiasi superficie, per ‘fermare’ su di un diverso supporto le istantanee più importanti”. Ed è ancora niente se raffrontato al Pinstriping.
“È American English. Il Pinstriping è una forma d’arte decorativa eseguita con l’aiuto di speciali pennelli che permettono di realizzare delle sottili linee di colore (le pinstripes) con dei motivi geometrici lineari, spesso simmetrici. Per realizzare pinstriping su auto e moto vengono utilizzati colori sintetici ad alto potere coprente ed aggrappante”.
Il sapore di ultramoderno viene spazzato via quando Naldi si concede un breve excursus. “È l’erede arricchito delle decorazioni dei veicoli usati dall’uomo per spostarsi. Avete presente i carretti siciliani dipinti a mano? Beh lì ci sono le radici del Pinstriping. Gli emigrati italiani portarono le loro abilità decorative al di là dell’Oceano. In Argentina ai primi del secolo scorso c’era la tradizione Portena. A Buenos Aires si prendevano vecchie macchine statunitensi e le si ringiovanivano con verniciature ardite, costellate di ‘tocchi’ artistici”.
Il valzer delle influenze trasferisce dal Sud al Nord America questa disciplina, dagli Usa all’Italia seguendo le truppe yankee che aiutano a ristabilire la democrazia nel Belpaese. Un bel giro di giostra, si segue il fiume del tempo, cadono le convinzioni, vanno riscritte tradizioni e rivisti i confini. “Siamo nell’ambito dell’arte povera – conferma Naldi – dove noi italiani siamo sempre stati maestri. E se volete vi allargo ancora il discorso. Che ne dite se paragono il nostro lavoro sulla ‘pelle’ delle moto o dei caschi al mondo dei tattoo, dei tatuaggi usati per distinguere simile da simile? Interscambio di idee e messaggi”.
Torniamo al concreto. Quale altra diavoleria nell’AirBrush Studio Naldi? “C’è il Lettering: una tecnica di scrittura artistica, eseguita con smalti sintetici e con l’aiuto di speciali pennelli, che si presta molto alle personalizzazioni di auto e moto. Nel caso nemmeno questi soddisfi il cliente, sono pronto a intervenire con grafiche personalizzate, verniciate su caschi, moto e macchine, eseguite con l’aiuto di maschere adesive (tipo gli stencil dei graffitari, ndr) che permettono di creare degli stacchi di colore o al posto di sfumature profonde. Possono essere realizzate con vernici speciali, perlate, metallizzate, camaleontiche, e brillantinate (chiamate metal flakes). A richiesta anche livree di Formula 1, Motogp, qualsiasi tipo di logo o sponsor”.
Prima di essere sopraffatti da una simile disponibilità sarà bene sapere che i piloti su due, quattro (e pure tre) ruote non rappresentano l’unica tipologia di cliente del Naldi. Federico si liscia la barba da guru: “Nell’ultimo biennio, quando ho messo su lo studio qui a Rapallo mi sono dedicato anche a quadri e murales aerografati su muri o pannelli. Qualunque soggetto può essere aerografato su pareti di appartamenti, facciate, pannelli e interni di negozi o ristoranti. E facendo questo ho pensato anche di propormi come creatore o restauratore di insegne dipinte a mano in stile vintage o moderno, e di pannelli per pubblicizzare un prodotto. I tabelloni sono realizzati in qualsiasi materiale (alluminio, lamiera, resina, legno), dipinti a mano, con inserti in foglia oro o argento, per dare un tocco di originalità. Per i più esigenti eseguo insegne su vetro in foglia d’oro zecchino 22Kt. E infine mi occupo del restauro di vecchie insegne su vetrine di farmacie e drogherie”.
Un’idea della sua perizia è fornita dall’insegna realizzata per uno dei negozi più prestigiosi del centro storico di Spezia, un vero gioiello. “Mi è costata decine di ore di lavoro. Ma non c’è un prodotto che esca dal mio laboratorio che sia elaborato in fretta. Persino quando mi arrivano ordini seriali – li accetto con riluttanza ma non posso fare altrimenti per tenere in equilibrio i conti – oppure esco dallo studio e vado in trasferta (in ogni parte d’Italia) per eseguire il lavoro sul posto mi impongo di impiegarvi il tempo necessario e ogni cura della quale sono capace”.
Pare di capire che le ambasce nelle quali si dibattono tanti artigiani non lo tocchino. “Le restrizioni, morali ed economiche dovute alla pandemia, non hanno portato a un rallentamento della mia attività. Anzi. Il primo a esserne stupito ero io, poi riflettendo sono arrivato alla conclusione che lockdown e chiusure hanno costretto gli italiani a riformulare l’ordine delle priorità. I soldi che non hanno potuto e non possono spendere nella cena al ristorante, nell’aperitivo al bar, nel biglietto per il teatro, il cinema o la disco, lo impiegano, almeno una parte, a valorizzare ciò a cui sono più affezionati. Evidentemente moto, auto e accessori vari sono tra questi”.
Sorride sotto la fluente barba l’asso del Kustom. E a fine chiacchierata si concede una rivelazione. “Oggi posso dire che mi è andata bene, ma quando otto anni fa decisi di cambiare vita e dedicarmi a questo, ci fu anche chi mi prese per matto”.
Eh sì perché Federico Naldi non nasce aerografista. “Io nasco a Genova nel 1971. Solo dal 2013 opero in modo ‘ufficiale’ nel campo dell’Aerografia e Custom Painting. Prima lo facevo solo per hobby: provavo, sin da piccolo, a realizzare aerografie e verniciature personalizzate sfruttando gli insegnamenti di mio padre, carrozziere e meccanico”.
La prima scelta lavorativa fu ben diversa. “Mi sono diplomato odontotecnico. Alcuni anni negli studi dentistici. Non mi trovavo, decisi di cambiare completamente indirizzo. Mi offrirono di lavorare sulle piattaforme petrolifere come tecnico addetto alla posa delle strutture subacquee. Un impiego interessante, ben retribuito: la possibilità di girare il mondo, da un mare all’altro. Fuori d’Italia, almeno 250 giorni all’anno, molti viaggi in Usa dove la mia compagnia aveva la sede. Arrivai a comandare un team di 20 persone”.
Una carriera promettente e invece… “Nel 2012 nasce mio figlio. Decido che devo stare più vicino a lui e a mia moglie che ha un negozio a Santa Margherita. Dedicarmi, nella nostra casa di Rapallo, all’Aerografia. Nel tempo lasciatomi libero dal lavoro, negli Usa, mi ero impratichito osservando i maestri della Kustom Culture. Mi licenzio, organizzo lo studio, frequento un corso di 100 ore circa, dopo un anno incontro il maestro Salvatore Cosentino con il quale faccio un corso di ritratto e in seguito un altro corso di perfezionamento. Negli anni seguo altri corsi di Pinstriping e Lettering. Sono sempre alla ricerca di qualcuno o qualcosa che mi possa ispirare o insegnare e, soprattutto, non smetto mai di voler imparare”.
Una personalità fuori del comune. Racconta la sua vita lavorativa come un percorso di tre stadi: “Si può dire che ho sempre fatto delle customizzazioni. Prima delle dentiere, poi delle ‘gambe’ delle piattaforme, ora dei caschi e dei serbatoi…”.
Si butta troppo giù. I draghi e le fiamme che avvolgono serbatoi e caschi sono spettacolosi, e nel suo studio fanno bella mostra di sé anche due riproduzioni ad aerografo di quadri del Caravaggio: ‘San Girolamo Scrivente’ e ‘Amor Vincit Omnia’. Realizzate a mano libera, 100 ore di lavoro per ciascuna, su cartoncino da disegno 50×70.
“Le ho realizzate per il mio piacere, una prova per migliorarmi. Conto di farne altre”. Tra ogni tipo di spirito, quello del creatore, del demiurgo, è il più impetuoso: prima o poi viene fuori. Il museo può aspettare e poi non è detto che un tipo così imprevedibile non dia un altro giro alla ruota del destino. Certo è che già oggi le sue opere meritano attenzione. Se, come sostiene Valentino Rossi la sua moto fa Vroom, quelle decorate da Naldi fanno (fare) Ohhh. Non è dell’artista il fin la meraviglia?