(r.p.l.) Il tessuto politico di Sestri Levante è in fermento. A pochi mesi dalle elezioni che decreteranno il nuovo sindaco della città, il termometro della politica sale e segna una temperatura sempre più calda, ma ancora sotto il segnale della febbre elettorale. Almeno non quella pubblica.
E la partenza di questo sottobosco che si dipana giorno per giorno verso le ufficializzazioni delle candidature, sembra segnare proprio un punto fermo. Ossia quello che Sestri, dopo 10 anni, appare destinata ad avere un sindaco e non più una sindaca. Infatti i quattro nomi ad oggi in ballo per la corsa alla guida della cittadina, sono di quattro uomini, segnando così l’avvio di una corsa tutta al maschile.
Anche se nulla è definito con certezza.
Perché le elezioni di Sestri Levante godono già di un sottotitolo: quattro nomi per quattro schieramenti e due spaccature politiche.
La prima ufficialità sembra arrivare dal centrodestra. La candidatura è quella di Diego Pistacchi. Giornalista de ‘Il Giornale’, Pistacchi dovrebbe godere del supporto di tutti i simboli ufficiali dell’attuale assetto di governo regionale. Ossia, Lega, Forza Italia, Cambiamo e Fratelli d’Italia. Proprio dal partito di Giorgia Meloni, guidato in Liguria da Matteo Rosso, arriva la candidatura di Pistacchi. Discriminante decisiva per questa scelta, la volontà di mantenere nelle elezioni comunali il simbolo di partito. Condizione prescritta dallo statuto del partito e che Rosso sembra oramai da anni intenzionato a mantenere in maniera rigida ad ogni elezione territoriale.
Su questo punto fermo, però, si misura la prima spaccatura politica che Sestri Levante consente di evidenziare nel fronte governativo regionale. Infatti la candidatura di Pistacchi giunge a seguito di uno scontro interno al centrodestra, nato con la candidatura civica di un outsider, ossia Francesco Solinas. Solinas, manager Amt, cresciuto del quartiere di Pila, uno dei serbatoi popolari e politici della città, arriva alla candidatura dopo una lunga cucitura civica fra gli scontenti del governo di Valentina Ghio e i centristi in senso ampio.
Partendo da una comune posizione cattolica di esponenti delle attuali maggioranza e minoranza cittadine, Solinas gode del sostegno degli esponenti sestresi dei partiti di governo regionale. Ed è proprio qui che si misura la battaglia politica di tutto il fronte che dall’asticella di centro, si estende verso destra. Con Solinas, infatti, sono fortemente schiarati nomi come quelli di Claudio Muzio, segretario del Consiglio Regionale, ex sindaco di Casarza Ligure e rappresentante di un potentato politico di Forza Italia, o Paolo Smeraldi, consigliere comunale attuale della Lega, vicino al presidente della Camera, Lorenzo Fontana.
Non è, infatti, da poco misurare che con Solinas sono pronti a schierarsi politici (alcuni nemmeno così moderati) che oggi sono iscritti a partiti destinati a sostenere Pistacchi e che quindi si vedrebbero costretti a valutare l’espulsione dalle loro fila di consiglieri comunali o regionali. Creando così un vero e proprio caso politico nel centrodestra ligure.
Su tutto sembra pesare in maniera chiara il diktat di Rosso alla presenza dei simboli di partito e alla voglia di misurare il consenso che questi godono, auspicando che il trascinamento del consenso nazionale del partito di Meloni, si replichi anche nel contesto locale. Regalando così a Fratelli d’Italia un sindaco in più, ma soprattutto di una città come Sestri Levante che consentirebbe di spostare ancora un poco di più sul partito, l’ago della bilancia degli assetti politici regionali.
Di conseguenza la politica insegna che, se un simbolo di partito di un fronte di coalizione sarà presente, lo dovranno essere tutti. Primo a non voler mollare questo gioco, sembra essere proprio il presidente della Regione, Giovanni Toti, con il suo partito Cambiamo. Partito che dopo i risultati che ne hanno ridimensionato le ambizioni nazionali, urge di doversi rafforzare in vista della desiderata terza candidatura a presidente della Regione, da parte di Toti stesso (anno Domini 2025). Detto fatto, non potranno fare a meno di schiarare i simboli anche Forza Italia e Lega (con addosso lo spauracchio di quanto accaduto a Chiavari).
Ma proprio la partecipazione della Lega segna un altro quadro di assetto politico regionale. Infatti, il segretario regionale Edoardo Rixi (in odore di lasciare il segretariato per via dei suoi pressanti impegni da viceministro alle Infrastrutture), sarebbe pronto a intraprendere un ultimo colpo di mano politico. Ossia assicurare al suo storico capo di gabinetto (nonché già deputato con tanto di proposta di matrimonio in aula), Flavio Di Muro, la candidatura a sindaco di Ventimiglia. Progetto su cui sta tessendo le trame per ottenere l’appoggio dell’intera coalizione di centrodestra. Condizione in grado di realizzarsi solo se Fratelli d’Italia appoggerà Di Muro a Ventimiglia e la Lega, Pistacchi a Sestri Levante.
Non da meno sono le crepe e spaccature del centrosinistra. Se il fronte più organico e ufficiale della politica di sinistra e centrosinistra, marchiata Partito Democratico, sembra essere giunto ad una sintesi sul nome di Marcello Massucco, attuale amministratore della Fondazione Mediaterraneo, i civici cittadini hanno messo in chiaro da tempo che il fronte elettorale non sarà più così unito come nei tempi delle corazzate politiche che hanno da sempre guidato la città. Da una parte Giorgio Calabrò ha messo in atto un proprio progetto politico che culminerà, salvo sorprese dell’ultimo minuto, in una sua candidatura. Percorso, sostengono alcuni consiglieri di maggioranza attuali, nato più dalla voglia di esprimere un dissenso personale all’operato degli ultimi anni di Valentina Ghio (di cui è stato vice sindaco), che per solide differenze culturali dal progetto trainato Pd. Non da meno appare la scelta di Pietro Gianelli, ormai decennale assessore al bilancio e vicesindaco con funzione provvisorie di primo cittadino a seguito delle dimissioni di Ghio per entrare nell’eldorado del Parlamento. Gianelli, infatti, sarebbe pronto a lasciare la politica attiva, per puntare su un progetto dedicato al figlio, il quale si candiderebbe con una propria lista nella coalizione targata Pd. Passaggio che, evidenziano in molti, significherebbe un’uscita graduale dal sostegno politico agli eredi di Ghio. E proprio nella presenza ingombrante della ormai ex sindaca, si misura l’altra défaillance dell’attuale maggioranza. Infatti, proprio in casa di Ghio, si registra un dissenso cocente che sembra arrivare da Paolo Valentino, attuale assessore ai Lavori pubblici, che chi gli è vicino descrive non poco scontento e pronto a portare il bacino solido e focoso dei voti rivani (cassaforte elettorale di Ghio), al progetto di Solinas.
E se queste sembrano le carte in tavola di un piatto ricco per la politica di partito, non manca un’ultima sorpresa. Quella che sembrerebbe destinata al tentativo di continuare ad avere una donna alla guida della città. Complice il successo di Elly Schlein alle primarie democratiche. Infatti la nuova segretaria nazionale è stata fortemente sostenuta in Liguria dalla segretaria regionale, ossia proprio Ghio. I maligni sostengono perché Ghio non avesse altra scelta, non trovando terreno nel fronte Bonaccini. Tuttavia, scommessa vinta. Condizione che sembra consentire oggi a Ghio di vantare l’opportunità di indicare un nome a lei più confacente per la candidatura sestrese. Nome che per tutti sembra essere quello di Maria Elisa Bixio, attuale assessore alla Cultura, fedelissima di Ghio (e corrente franceschiniana, che non guasta, soprattutto dopo il principale sostegno alla Schlein). Ciò nonostante Bixio avrebbe già animatamente rifiutato la prima chiamata in causa, ma che difficilmente potrebbe negare ora a Ghio. Questo perché Bixio appare a molti osservatori interessati, meno divisiva di Massucco. Perché proprio sull’attuale candidato in pecore, negli ultimi giorni si sono scatenati i dissensi velenosi (nella migliore tradizione dei democratici). Infatti Massucco gode sì di un forte consenso in città, ma che per taluni, dopo l’esperienza alla Fondazione Mediaterraneo, sarebbe un poco troppo caratterizzato da una logica in e out.
In ultimo, resta ancora non definito il posizionamento del Terzo polo, rappresentato in città dal presidente del consiglio comunale, Massimo Bixio. Se proprio Bixio, per la storia politica che lo lega all’amministrazione uscente, sembrerebbe indirizzato al sostegno del candidato targato Pd, non pochi dei sostenitori vorrebbero invece una rottura con il passato. Diversi, infatti, i terzopolisti sestresi che non mancherebbero di manifestare un certo mal di pancia per un’alleanza che non appare in grado di garantire la sufficiente distanza da una sinistra troppo radicale e legata alle volontà di Valentina Ghio.
Insomma, la partita politica sestrese sembra tutt’altro che noiosa.