di ALESSANDRA FONTANA
“La tua parola vera dirà per sempre ‘libertà’ pur se nutrita di sacrificio e sofferenza”. Questa è la frase scolpita sulla targa che decora la fontana di Bertigaro, frazione del Comune di Borzonasca. Parole che hanno un significato preciso e omaggiano la poetessa e scrittrice Elena Bono. Figura di rilievo sia a livello locale che nazionale, era nata a Sonnino proprio il 29 ottobre del 1921, 101 anni fa. Dopo l’infanzia a Recanati visse a Chiavari fino all’età di dieci anni.
Nella cittadina chiavarese cominciò a scrivere le sue opere di poesia, teatro, narrativa, critica. Scrittrice di punta della casa editrice Garzanti negli anni Cinquanta assieme al giovane Pier Paolo Pasolini, non ha bisogno di grandi presentazioni, è il suo nome a parlare da sé. Nel dicembre 2004 ottenne persino l’onorificenza di commendatore della Repubblica Italiana. Nel 2014, anno in cui è mancata, i malanni dell’età la costrinsero a letto ma nonostante tutto riuscì a conservare una mente perfettamente lucida tanto da creare numerosi scritti: nella sua casa-museo traspirava tutto l’amore per la letteratura ma anche per il suo territorio.
È ‘territorio’, la parola chiave di questa storia. Ma perché una fontana proprio in Valle Sturla? Elena Bono era legatissima anche a Bertigaro, lo sanno molto bene Umberto Armanino e Riccardo Pagliettini, all’epoca rispettivamente rappresentanti dell’Associazione Nazione Partigiani Cristiani e Federazione Italiana associazioni partigiane, che nel 2019 proposero di intitolarle una fontana. Certo, Elena Bono ha già il suo monumento a Chiavari (aveva espresso questo desiderio nel testamento) ma forse non tutti sanno che ne ha uno anche nella piccola frazione dell’entroterra che custodisce questa storia con orgoglio ma anche con il riserbo che caratterizza gli abitanti delle valli.
“Elena Bono era sfollata qui a Bertigaro e un giorno incontrò in moto Bisagno. Un incontro che l’ha folgorata”, ricordano i firmatari della proposta che a febbraio di quest’anno è diventata una realtà.
Ed effettivamente quell’incrocio di sguardi segnò la poetessa per tutta la vita, non lo dimenticò mai: “Poco dopo il mezzogiorno, un rombo di motocicletta, intermittente per le molte curve dello stradone – stato già scena di agguati, scontri ed atroci rappresaglie – scendeva e si andava avvicinando al paese. Ne ebbi non so che presentimento, ansioso e gioioso a un tempo. Mi affacciai a una finestra del piano superiore della casa. Sulla moto due partigiani. Di quello che guidava, non ricordo nulla perché non lo guardai. Dell’altro che gli era alle spalle vidi nella piena luce solare il volto. Sollevò per un istante gli occhi. Che mi parvero celesti tanto erano chiari, di una chiarità abbagliante. Mai più, nella mia vita, ho incontrato uno sguardo così: uno specchio assolutamente pulito, limpido in cui tu all’improvviso vedevi te stesso, la tua coscienza, per ciò che avresti voluto e dovuto essere, e se tale non eri, – coraggio – dipendeva da te, con un piccolo sforzo, diventarlo”.
Questo accorato racconto, uscito direttamente dalla penna di Elena Bono, risale al 1945, pochi giorni prima della Liberazione, come si intuisce i due non si incontreranno mai più. La proposta di intitolazione della fontana, appoggiata anche dalle associazioni Tigulliana e Gente di Liguria è rimasta in attesa fino al 2022 a causa del Covid.
Il Comune di Borzonasca è riuscito a realizzare il sogno delle associazioni scoprendo la targa ricordo: “La fontana è importante per tre ordini di motivi – racconta Pagliettini – Il primo è che Elena Bono non viene mai ricordata abbastanza. Ogni iniziativa in più è sempre un bene, un tassello che si aggiunge per non dimenticarla. Tra l’altro questa è la prima volta che viene ricordata ufficialmente a Bertigaro. Se si cerca anche solo su Wikipedia si parla solo di Sonnino e Chiavari”.
Ma non finisce qui, continua Pagliettini con orgoglio: “Questa è prima volta in cui esiste un monumento in cui viene collegata la partecipazione alla Resistenza di Elena Bono nei luoghi dove lei l’ha vissuta. E il terzo motivo è che viene dato spazio alla parte più vera e autentica della Resistenza che è stata anche e soprattutto un impegno morale di tante persone”. Oltre a questo Pagliettini ci tiene sottolineare l’importanza di omaggiare la scrittrice e poetessa non solo nelle aule universitarie o nei convegni: “Pur essendo Elena Bono una poetessa raffinata, è in grado di arrivare a tutti! Fare convegni è giusto, per carità, ma lei è qualcosa di più per essere confinata nell’ambiente accademico. Arrivare in periferia è stato importante e ce ne siamo resi conto durante l’inaugurazione del monumento. C’era partecipazione, è stata un’emozione fortissima”.
Oltre agli abitanti erano presenti anche la professoressa Elvirà Landò, che ha letto un’orazione ad hoc, Marco Delpino e le associazioni partigiane che hanno partecipato e creduto fortemente in un progetto che oltre alla poesia è fatto di Libertà e Resistenza. E buona parte della produzione letteraria di Elena Bono è ispirata proprio al tema della Resistenza, non solo storica ma anche esistenziale e universale, testimoniata nella raccolta di poesie ‘Piccola Italia’ e nei romanzi della trilogia ‘Uomo e Superuomo’, ‘Come un Fiume come un sogno’, ‘Una valigia di cuoio nero’, e appunto, ‘Fanuel Nuti – Giorni davanti a Dio’. E ora un pezzo della sua storia è scolpito sulla fontana di Bertigaro, affinché nessuno dimentichi mai il suo impegno e quello del partigiano Bisagno.