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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Due film nella stessa serata: potenza del mondo televisivo

Coda (Child of Deaf Adults) + Parigi a piedi nudi. Un’inattesa Europa contro Stati Uniti: chi vince?
Il cast del film "Coda - I segni del cuore"
Il cast del film "Coda - I segni del cuore"
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di SANDRO FRERA *

Ad inizio serata ho visto Coda – I segni del cuore (dove Coda è l’acronimo sopra citato – gli americani vanno pazzi per gli acronimi), Coda è il remake americano della Famiglia Bélier, francese, a sua volta remake del tedesco Al di là del silenzio, il che dimostra innanzi tutto che se un’idea funziona ha senso accodarsi.

Se con la famiglia Bélier eravamo nella felice e tranquilla campagna francese, qui siamo sulla costa atlantica degli States dove la famiglia Rossi (giuro, si chiama così) conduce una attività di pesca a strascico. Il problema è che, come nella Famiglia Bélier e in Al di là del silenzio, qui sono tutti sordi salvo la secondogenita, Ruby, nata udente (e di conseguenza parlante) e con una grande voce, che quindi svolge anche (e soprattutto) il ruolo di interprete tra la famiglia e il mondo.

Tutti i giorni che Dio manda in terra la ragazza adolescente esce in barca col padre (Troy Kotsur – vincitore Oscar per attore non protagonista) e poi al mattino fila a scuola, dove si iscrive al corso pomeridiano di canto in coro. L’insegnante la noterà, la curerà come si cura una pianta preziosa e la manderà ad un college a Boston specializzato in arte e spettacolo.

La trama è identica a quella del film francese (non ho visto il tedesco), salvo che mentre nel francese le difficoltà sociali ed economiche della famiglia erano nulle o minori, qui la regista (Sian Heder) vuole toccare anche il tema delle difficoltà economiche dei pescatori. Inutile dire che tali difficoltà saranno superate dall’iniziativa e dal coraggio (e dalla coesione) della famiglia Rossi. È un film americano, o sbaglio?

Quale meglio? Nonostante l’Oscar che la versione americana ha vinto nel 2022, a me è piaciuto di più il francese. Per due motivi: il primo la musica e le capacità canore della protagonista sono migliori nel francese e per un film largamente basato sulle doti canore della ragazza questo non è poco. Il secondo è che immaginare una barca di sordi è abbastanza fantascienza. È vero che a bordo c’è sempre (a sentire la radio e i relativi bollettini meteo) la figlia udente, ma quando questa era in fasce come facevano? Boh. I francesi non ci mettono in mezzo anche la struttura del mercato e si concentrano sul tema delle difficoltà di una adolescente che è le orecchie e la voce di una intera famiglia. Meglio così.

Il film di seconda serata si intitola Parigi a piedi nudi ed è un film low cost franco-belga. I due principali interpreti sono anche i registi di questa operazione che è imperdibile per tutti coloro che amano la comicità surreale.

La vicenda: una nipote canadese (Fiona) riceve con largo ritardo una lettera dall’ottantenne zia parigina (Martha) che la informa che vogliono rinchiuderla in un ospizio e che quindi ha bisogno dell’aiuto della sua unica nipote. Le prime scene del film ne chiariscono la natura low cost e ironica: voci fuori campo sono d’accordo nel dire che da quella collina si gode il miglior panorama della loro cittadina canadese. Peccato che non si veda nulla causa una tormenta di neve.

Fatto sta che la nipote arriva a Parigi dotata di un enorme zaino arancione sulla cui somma sventola la bandiera canadese e cerca la zia che però non risponde al citofono. Allora la nipote fa un giro lì intorno, finisce su un ponte e chiede ad uno che fa jogging di ritrarla col cellulare con lo sfondo della Torre Eiffel. Il tizio non smette di correre e a quel punto anche lei si mette a saltellare, sperando di permettere una foto migliore. E’ appoggiata al parapetto del ponte e così facendo si sbilancia a causa del peso dell’enorme zaino e finisce nella Senna dove perde tutto salvo i grandi occhiali.

Nel frattempo facciamo la conoscenza di Dom, una barbone che vive in una tenda lunga la Senna e che il mattino ritrova lo zaino della nipote. Di lì in poi le storie di Fiona, la nipote, e di Dom, il barbone, si mischiano e si sovrappongono a quelle della zia Martha, che non è morta come inizialmente vien fatto loro credere , ma è viva e vegeta, bacia il vicino di casa, fa l’amore con un uomo bellissimo (parere non condiviso da Fiona) e balla con il suo vecchio amante Norman.

Ripeto: se vi piacciono le storie in cui la comicità nasce dal surreale questo è il film per voi. Sono tante e tali le scene in cui questa caratteristica emerge con irresistibile chiarezza che è vano cercare di enumerarle tutte: va visto.

Per rispondere alla domanda del titolo: Europa 2 – Stati Uniti 0. Così è se vi pare. Buona visione!

(* ideatore e promotore del progetto ‘Prima i lettori’)

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