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Giovedì 23 ottobre 2025 - Numero 397

Due emergenze estive: Pronto Soccorso di Lavagna e asilo del centro di Chiavari. Cosa si può fare? Il ruolo dei privati e della società civile. Solidarietà, solidarietà, solidarietà

Con l’indifferenza e l’egoismo non si è mai costruito niente: questa era la forte convinzione dei nostri antenati chiavaresi
L'ospedale di Lavagna, quartier generale della Asl 4
L'ospedale di Lavagna, quartier generale della Asl 4
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di ANTONIO GOZZI

Il lettore si chiederà che c’entri la grave crisi estiva del Pronto Soccorso di Lavagna con il problema dell’Asilo Della Torre di Chiavari, che in autunno non potrà riaprire i suoi battenti in via Delpino.

Le due questioni, ovviamente molto diverse per dimensione e allarme sociale, mi hanno fatto riflettere sul fatto che in quest’Italia in crisi di finanza pubblica e con un deficit culturale sempre più grave nei cittadini relativamente ai principi di responsabilità e solidarietà, il ruolo dei privati, della società civile, del volontariato e del terzo settore sarà sempre più importante per garantire servizi adeguati alla popolazione.

Gli statalisti ad oltranza e tutti coloro che vedono nei privati il demonio grideranno allo scandalo, ma è così. Sanità e scuola non sono più gestibili dallo Stato in solitaria, ma, come in tutti i Paesi civili e avanzati, risorse, creatività e supporto dei privati e della società civile sono e saranno fondamentali.

Come ha scritto benissimo su queste pagine qualche settimana fa Getto Viarengo a proposito della nascita dell’Asilo Della Torre, il progetto e la realizzazione di questa fondamentale struttura si devono agli sforzi, guidati dai principi di solidarietà e responsabilità, di decine di famiglie della borghesia cittadina che, a partire dalla metà dell’800 prima concepirono e poi realizzarono l’Asilo perché volevano uno strumento di aiuto e supporto all’infanzia delle famiglie meno abbienti.

Ma anche per gli ospedali del territorio fu la stessa cosa. Queste strutture non sarebbero nate e non si sarebbero sviluppate senza l’aiuto dei privati e le sottoscrizioni tra i cittadini: l’ultima quella per comprare l’area su cui sorge oggi l’ospedale di Sestri Levante promossa dal compianto e indimenticabile Giuseppe Ballero.

Oggi la crisi della finanza pubblica, l’insopportabile gabbia di norme ormai ingestibili, la protervia di una “burocrazia guardiana” che preferisce non fare piuttosto che assumersi responsabilità, rilanciano il ruolo dei privati e della società civile.

Naturalmente i privati, anche se mossi da spirito solidaristico e non profit, non sono disposti a mettere a disposizione risorse senza meccanismi di controllo dei parametri di efficienza e qualità dei servizi resi. E lo Stato, in questo modello, non deve scomparire ma vigilare e far sì che la presenza del privato non significhi speculazioni o abusi.

Lo Stato non può rinunciare, nella situazione in cui siamo, alle energie, idee, principi, organizzazione, responsabilità ed efficienza private, e cioè ai principali ingredienti che fanno funzionare le imprese e il terzo settore italiani che sono un’eccellenza mondiale.

In altre parole anche in questo caso l’approccio deve essere pragmatico e non ideologico: “Non è importante che il gatto sia bianco o nero, l’importante è che prenda il topo” come disse il grande Deng Xiaoping.

Veniamo ai due casi.

Pronto Soccorso di Lavagna: chi avuto la disgrazia di doverlo frequentare in questi giorni (abbiamo ricevuto decine di segnalazioni drammatiche) è entrato in una bolgia infernale. Pazienti abbandonati in un caldo insopportabile per lunghissime ore su lettini nei corridoi, senza informazioni, senza assistenza. Impossibile il confronto con il personale medico e paramedico, scarso e in tensione per il super lavoro e la pressione del pubblico.

È chiaro che per il PS di Lavagna sono giorni difficilissimi: raddoppio della popolazione per i flussi turistici, aumento degli infortuni dovuti alla vita all’aria aperta, medici di famiglia largamente in ferie che, assenti, scaricano sul PS anche casi che potrebbero essere trattati fuori dalle mura ospedaliere, medici a gettone sempre più scarsi perché nel Pronto Soccorso in queste condizioni nessuno ci vuole andare a lavorare.

Tutto vero: però non si può arrivare a situazioni come quella di questi giorni, indegne di un Paese civile.

Occorre avere la capacità di predisporre un efficiente piano di emergenza per fronteggiare la crisi. Mancano le risorse? Se il piano è serio e credibile le risorse si possono trovare, pubbliche e private.

Mi sono chiesto ad esempio se , dato il congestionamento terribile degli spazi del PS di Lavagna non si potrebbe riprendere in mano la collaborazione tra Asl4 e Scuola delle Forze Armate di Caperana, vissuta positivamente ai tempi del Covid con l’utilizzo di una serie di ambulatori a suo tempo predisposti e che sono ancora là. Perché non dirottare in queste strutture i “codici gialli”, cioè i casi meno gravi?

Mancano i medici? C’è personale medico militare sovrabbondante in talune caserme, e situazioni che forse potrebbero aiutare nell’emergenza?

Ci sono poi privati, famiglie e imprese, disponibili a dare una mano per attuare un piano di emergenza del genere? Probabilmente sì, lo si ripete, se il piano è serio e credibile e se è possibile controllarne l’attuazione.

Ci sono privati che ad esempio, tramite il Comitato Assistenza Malati del compianto Giancarlo Mordini, hanno garantito cospicui finanziamenti per il potenziamento dell’Ospedale di Lavagna, privati che sarebbero molto contenti se si risolvesse una volta per tutte la questione del Pronto Soccorso.

Asilo Della Torre a Chiavari: come era scontato, dopo il crollo di parte del pavimento del corridoio dell’Asilo è arrivato il decreto comunale di inagibilità. 

È necessario elaborare un progetto di consolidamento strutturale e antisismico che deve essere concordato con la Soprintendenza e che potrà riportare l’Asilo nella sua storica sede. Occorrerà tempo e denaro ma, anche in questo caso, se il progetto sarà di valore e importante sarà possibile, nello spirito solidale dei fondatori, ridare alla città questa importante struttura.

Nel frattempo è fondamentale garantire la continuità del servizio, sia pure un po’ ridimensionata.

Bisogna farlo per rispetto delle famiglie e dei bambini chiavaresi che hanno trovato nell’Asilo del Centro una struttura di altissima qualità e a costo contenuto, ma anche per rispetto e considerazione del personale che in questi anni ha garantito la qualità del servizio.

Se si affronta la questione seguendo i principi burocratici dell’Amministrazione pubblica e se si lascia gestire la cosa ai funzionari che in prima persona non vogliono prendersi responsabilità, non si va da nessuna parte. Esiste una convenzione tra Comune e Scuole Materne non statali che va utilizzata e una posizione ‘politica’ che va presa da parte dell’Amministrazione comunale. 

Per fare tutto ciò, caro Sindaco Messuti, ci vuole un’iniziativa forte che, ne sono convinto, vedrebbe la unanimità del Consiglio Comunale. Se la Società Economica per una qualunque ragione fosse in gravi difficoltà, Lei non prenderebbe qualche iniziativa? Certamente sì, data l’importanza storica e civica del sodalizio. Ebbene l’Asilo Della Torre è un’istituzione storica chiavarese che in qualche modo, per spirito e genesi, assomiglia molto alla Società Economica.

Ma anche i privati devono fare la loro parte. Chiavari è una città molto ricca e le risorse per delle buone cause certamente non mancano, bisogna volerlo.

Chiavaresi, specie quelli abbienti e dotati di senso civico, svegliatevi se volete essere all’altezza delle vostre tradizioni! Con l’indifferenza e l’egoismo non si è mai costruito niente: questa era la forte convinzione dei vostri antenati.

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