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Giovedì 23 ottobre 2025 - Numero 397

Don Nando, la Chiesa a servizio dell’uomo

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[vc_row][vc_column][vc_column_text]Non c’è un’epoca ‘più santa’ di un’altra. In ogni tempo ciascun cristiano è chiamato a vivere il messaggio evangelico e a portarlo nel concreto della vita e del mondo.
Lo ha fatto san Pietro, il primo papa e apostolo di Gesù, lo hanno fatto i santi dei nostri giorni, come Madre Teresa di Calcutta o San Giovanni Paolo II.
In questo grande cammino si inserisce la festa che la Chiesa di Chiavari vivrà il primo Novembre, ovvero la chiusura del ‘processo Diocesano, verso la beatificazione di Don Nando Negri’, fondatore dell’Opera Diocesana Madonna dei Bambini, meglio nota come il ‘Villaggio del Ragazzo’.

La causa di canonizzazione del Servo di Dio Ferdinando Negri (don Nando) è stata aperta nel 2013 dal vescovo, Alberto Tanasini, che ha portato avanti questo processo avvalendosi di alcuni collaboratori. E’ stato istituito un tribunale diocesano di cui il Vescovo è responsabile in prima persona, pur avvalendosi di un delegato episcopale che ha svolto la funzione di giudice, assistito dai notai, da una commissione di periti storici e dai censori teologi. I periti hanno avuto la funzione di raccogliere tutto il materiale che ha riguardato la vita di don Nando che, dal momento dell’avvio del processo di canonizzazione, viene definito Servo di Dio.
Sono stati raccolti oltre 424 documenti, di cui oltre 60 manoscritti di don Nando, materiale audiovisivo sul sacerdote, e le testimonianze di una quarantina di persone che, nel corso della loro vita, hanno conosciuto il servo di Dio. Altra figura molto importante nel processo è il postulatore della causa (inizialmente Monsignor Gero Marino, al quale è subentrato, dopo la consacrazione a vescovo di Savona Noli, il vice postulatore Raffaele Girlando), persona che ha richiesto che venga portato avanti questo procedimento per accertare le virtù umane e spirituali del sacerdote. Il postulatore ha convocato i testimoni, ascoltati dal giudice, alla presenza di testimoni.
Tutto il materiale raccolto è sottoposto a segreto d’ufficio.

L’ultima sessione della fase diocesana della causa di canonizzazione di Don Nando Negri avverrà appunto nella festa di tutti i santi.
Giovedì 1° novembre 2018 alle 17.30 nella Cattedrale di N. S. dell’Orto a Chiavari il vescovo dichiarerà, con un decreto, che l’inchiesta è definitivamente conclusa. La chiusura è pubblica. Durante il rito, tutti coloro che hanno partecipato alle fasi del processo (giudice, notai, postulatore, promotore di giustizia, ecc.) giureranno di aver adempiuto fedelmente al compito loro affidato e di mantenere il segreto d’ufficio. Tutta la documentazione sarà chiusa e sigillata. Una copia sarà custodita in una sezione specifica dell’archivio diocesano, mentre l’altra copia sarà portata a Roma da un delegato del vescovo, il quale dovrà giurare di adempiere fedelmente a questo incarico.
Tutta la documentazione sarà consegnata alla Congregazione per le Cause dei Santi che avrà il primo compito di verificarla. Accertata l’idoneità dei documenti prodotti, ne inizierà lo studio, che potrebbe concludersi con la dichiarazione dell’eroicità delle virtù del Servo di Dio. Da quel momento Don Nando potrà essere dichiarato venerabile. Arrivati a questo punto, l’ultimo elemento affinché il Papa possa decidere di proclamare la beatificazione di don Nando, è che sia accertato e provato un miracolo, ottenuto da Dio per intercessione del sacerdote. Con la beatificazione si dichiara la Santità della persona che viene proposta come modello di santità e se ne avvia il culto a livello locale. In caso di canonizzazione il culto viene esteso a tutta la Chiesa Universale.

Don Andrea Buffoli esprime un caloroso messaggio, in questa grande giornata per Chiavari e per tutta la Diocesi.
“Al di là dell’ufficialità del momento, ritengo sia bello ricordare don Nando anzitutto per tutto il bene da lui condiviso e vissuto nel quotidiano. Fin dai primi passi del suo sacerdozio si è capito come don Nando viveva la sua vita di tutti i giorni con passione e intensità; lì cercava di fare del bene e di servire l’umanità che aveva di fronte. Mi pare che questo dica tanto anche a noi oggi; abbiamo sempre bisogno di figure attente all’umano e a ciò che l’uomo vive, figure che siano punti di riferimento, non per i titoli che hanno ma per il bene che sanno costruire e per la prossimità soprattutto ai più deboli, poveri e soli. Tutto ciò ha reso il Don non solo amato dalla Chiesa e dai fedeli, ma anche persona rispettata e amata dalla società civile e da tutto il nostro territorio. San Giovanni Paolo II parlava della santità come la ‘Misura alta della vita cristiana’: ritroviamo perfettamente questa definizione nei tratti della persona, del volto e della vita di Nando. Possa il Signore in un epoca arida e difficile come è la nostra donarci ancora tante persone così, che possano essere luce per il nostro cammino”.

UN RICORDO DI DON NANDO NEGRI DAGLI ARCHIVI DI ENTELLA TV

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