di DANILO SANGUINETI
Triangolazioni cultural-sportive: palla avvelenata, è gioco antichissimo, da cortile europeo anzi italico, una sua variante è palla prigioniera, evolve, varca l’Oceano, approda in Nord America ed ‘i cowboy’ la apprendono, la spettacolarizzano, aggiungono un regolamento e un codice, velocità, mescolano con senso della sfida, trasformano in big show come solo loro sanno fare et voilà il dodgeball che riapproda nel Vecchio Continente come disciplina sportiva emergente, tanto che c’è addirittura sentore di una entrata in pompa magna, forse già nel 2020, nell’agone olimpico.
A Santa Margherita sono da tempo ricettivi in questo campo, sanno individuare con occhio infallibile i sentieri che lo sport deve battere per rinnovarsi. Non è un caso se da queste parti spopola il Padel, si fa largo il Calcio nella Gabbia e negli scorsi anni hanno mostrato persino il Calcio-balilla umano.
Il Dodgeball piace, è semplice, da capire e da praticare, fresco, divertente, scova agganci con la vita quotidiana e intreccia relazioni non superficiali tra i praticanti. A mo’ di riassunto esplicativo la quarta edizione del torneo amatoriale organizzato dal Circolo ANSPI Istituto Colombo a metà novembre nella palestra del Colombo in via Dogali. A capire come il dodgeball stia prendendo rapidamente campo l’elenco dei partecipanti: 2 squadre da Brescia (Polibrixia e Stray Cats) 1 da Ravenna (i Diablos), e le tre genovesi Akatsuki (Sori), Fun Cool (Rapallo) e Disagiati (Chiavari). I campioni in carica dell’Akatuski hanno ceduto lo scettro ai ravennati Diablos. Curioso come i due club si alternino nell’albo d’oro: nel 2016 ancora loro primi, nel 2015 e 17 vittoria ai soresi.
Al di là del dato tecnico ciò che ha attirato l’attenzione è stata la partecipazione alla premiazione di Emmanuel Diaz, fratello di Henry, il giovane immigrato di Uscio che è stata una delle 43 vittime del crollo del ponte Morandi. L’organizzazione del torneo ha voluto dedicare a Henry l’edizione 2018 e deciso di devolvere l’incasso del torneo (tolte le spese) all’associazione Il Melograno Onlus. “Vi ringrazio perché così facendo onorate la memoria di mio fratello” è stata il sintetico perché commosso (e commovente) commento di Emmanuel.
Diaz era un appassionato di Dodgeball, nell’Akatsuki militano diversi suoi amici, i Diablos hanno schierato il capitano della nazionale Sebastiano Manuzzi che conosceva e stimava Henry. Un altro modo per legare questo sport giovane praticato da giovani e un po’ meno giovani all’attualità lo ha trovato Massimo Costa, presidente del Circolo ANSPI Istituto Colombo, una figura chiave per la diffusione della disciplina nel Levante genovese. Nel corso della premiazione ha sottolineato: “E’ un dato non trascurabile aver raccolto tante persone per un torneo così riuscito. E’ importante soprattutto perché ha ospitato tanti ragazzi provenienti da fuori Liguria. Avervi sul nostro territorio dopo quello che è successo (la mareggiata disastrosa del 20 ottobre ndr) ha un doppio valore. Il Colombo non è solo camere dove alloggiare ma vogliamo che diventi un punto di riferimento per il tempo libero di grandi e piccini. Stiamo studiando una serie di iniziative che presto comunicheremo”.
Il Dodgeball come motore della rinascita. Le regole base sono riassunte in cinque regole base: “Schiva, piegati, evita, tuffati e…. schiva”. Quelle rese celeberrimo dal film cult ‘Dodgeball, palle al balzo’ del 2004 con Ben Stiller e Vince Vaughn. Sulla scia della pellicola – e soprattutto per trascorrere una due giorni di sport e amicizia – un gruppo di ragazzi di Santa Margherita Ligure organizzò il primo Torneo amatoriale. Fu un successo inatteso che convinse il Circolo Anspi Istituto Colombo a farlo diventare un appuntamento fisso. Il presidente Costa lancia ancora più lontano: “L’abilità nello schivare ci verrà utile nei prossimi mesi. Sono convinto che stopperemo il tiro mancino della sorte e che saremo pronti a restituire il colpo. Santa e il Dodgeball si ritroveranno nel 2019 con veste e spirito rinvingoriti”.