di DANILO SANGUINETI
Di questi tempi, se è complicato far entrare qualcosa in certe teste caparbie, è quasi altrettanto impegnativo sistemare qualcosa sopra teste che hanno idee, gusti e visioni assai disparate. Eppure a Rapallo nel centralissimo corso Matteotti, al numero 46, di fianco allo storico cinematografo il signor Pierluigi Cellerino, titolare della Ditta A. Villa – che il titolo Premiata lo meriterebbe più di tante che se ne fregiano spavaldamente – svolge questo compito in maniera impeccabile senza mancare un colpo. Sa scovare il copricapo adatto a qualsiasi personaggio, protegge pelate irrecuperabili e avvolge ciuffi leonini, consiglia il miglior riparo per qualsiasi tipo di meteo, dal sole cocente alla pioggia battente, e ti indirizza oltre le secche della moda contingente, fornendo l’accessorio adatto a ogni tasca, adeguato a ogni età e conforme ad ogni stile.
Non solo cappelli per signore, signora e bambino, dietro le vetrine deliziosamente old fashion. Anche pelletterie, valigerie, articoli da viaggio. Per ogni genere c’è il pezzo di produzione e c’è il materiale all’ingrosso, perché è producer e pure reseller. In questo ambito niente di dozzinale, c’è il mitico marchio che sovrasta quello della ditta a certificarlo sulla facciata del negozio.
‘Borsalino’, la Ferrari dei cappelli, quello che è stato per oltre un secolo uno status symbol e che nonostante crisi e temporanei oscuramenti dovuti alle contorsioni modaiole era e resta un evergreen, invidiato dagli stranieri, e oggi tornato a essere apprezzato pure in patria. Nella voce del signor Pierluigi – 81 anni celati dietro uno spirito arguto e un carattere deciso che si integra a meraviglia con l’amichevole presenza della consorte Rosalba Viacava, sua compagna di vita e fidata consigliera negli affari – si coglie il legittimo orgoglio di chi viene da lontano.
“Questo negozio è stato aperto qui, dove si trova, nel 1906. Fu mio nonno, il signor Villa, piemontese di nascita, costretto a trasferirsi in Riviera per ragioni di salute, ad aprire l’attività. Non poteva che essere una cappelleria dato che lui e la sua famiglia avevano sempre lavorato per i fratelli Borsalino di Alessandria. Mio nonno in particolare era il cacciatore incaricato di procurare il pelo di coniglio necessario per il feltro dei cappelli”.
Dalla metà dell’Ottocento all’inizio del secolo scorso il materiale per la stoffa fatta con il pelo veniva infatti ‘prelevato’ da animali selvatici. In seguito si passò ai più gestibili (e sfruttabili) allevamenti domestici. “La sua antica amicizia con i Borsalino gli consentì di ottenere per il negozio di Rapallo la concessione del marchio”.
Borsalino era diventato nel frattempo un must have. Dalla Belle Epoque ai Roaring Twenties chi contava aveva sul capo un cappello made in Alessandria. Una bombetta nel fumo di Londra, un simil panama ad Hollywood, dove finti e veri gangster lo usavano come insegna di battaglia. La Ditta Villa lo piazzava in tutta la Riviera e prosperava. Un successo mai in calando.
“Infatti, a quei tempi e sino alla Seconda Guerra Mondiale avevamo anche i locali del palazzo all’angolo tra corso Matteotti (allora corso Regina Elena) e via della Libertà, al centro del palazzo stile Liberty detto del Grifone. Poi nell’angolo venne aperto il cinema omonimo e noi rimanemmo nei vani adiacenti”.
Il nonno fondatore passa lo scettro del comando allo zio dell’attuale conduttore. “Io studiavo al mattino e al pomeriggio ero in negozio a imparare. Nel 1980 venne il mio turno”. La terza generazione, quella che non ha mai mollato. “Quarant’anni sono tanti, io e il negozio siamo passati attraverso tante fasi distinte. Nello scorso secolo avevo sei dipendenti, oggi sono da solo. Ci sono state diverse crisi, ma c’è sempre stata una ripresa”. La forza del negozio è la sua particolarità, la specializzazione che comporta una qualità e una adattabilità superiori. “Siamo specializzati nella vendita di accessori di pelletteria oltre che in cappelli da uomo e da bambino. L’essere il deposito esclusivo della rinomata casa Borsalino è il tocco in più. Gli articoli di pelletteria si distinguono per la loro eccellente manifattura e siamo un punto di riferimento per il settore della valigeria di pregio. Possiamo dare a chi ama viaggiare una compagna robusta e resistente, dotata al contempo di una piacevole estetica. Il segreto è provare a fornire a tutti i nostri clienti un articolo che possa superare ogni aspettativa e che possa durare nel tempo, come, non ho paura a dirlo, un’opera d’arte”.
E, aggiungiamo, c’è il bonus della gentilezza del signor Cellerino, sempre pronto a mettersi a disposizione per mostrare i suoi articoli e per dare tutte le informazioni che servono. “Mi piace pensare che un modo per intendersi si trova sempre. Tutto attorno a noi è cambiato e ancora sta mutando ma certi oggetti hanno il fascino dell’evergreen. E prima o poi tornano in auge”. Negli ultimi tempi in effetti ‘l’uomo con il cappello’ ha smesso di essere uno stereotipo negativo, il copricapo non connota più il pensionato al volante come era sino a pochi anni fa.
“Sa qual è stata la fortuna? Che le signore hanno preso il controllo, che sono loro a decidere come si veste il partner. Non avete idea di quanti signori titubanti vengono trascinati dentro il negozio dalle loro accompagnatrici. Poi una volta che ammirano i cappelli, che li indossano, quasi sempre si convincono. E pure tornano”. Il che fa pensare che i recenti e complicati mesi siano stati superati senza troppi danni dalla ditta Villa. “Beh, la pandemia qualche problema lo ha creato anche a noi. Chiusure, restrizioni. Tentiamo di tenere botta, grazie all’aiuto e i consigli di mia moglie tiriamo avanti”. Viene da pensare che non ci sarà una quarta generazione. Oltre un secolo di successi merita uno sforzo. “La mia famiglia ha preso altre direzioni però non è detto che la ditta debba chiudere. C’è un patrimonio che non va disperso. Io confido che qualcuno si innamori. Lo vedo negli occhi dei giovani, quando sono qui vengono conquistati dall’atmosfera. Dove si trova al giorno d’oggi un misuratore di crani che serve a ottenere i riferimenti giusti per la taglia del cappello? Scaffali che arrivano al soffitto dove decine e decine di berretti sono impilati su magnifiche colonne in legno, espositori di pregevole fattura, solenni quanto funzionali”. Non si varca il covo del Cappellaio Matto quando si spinge la porta del negozio del signor Cellerino. Niente sentore di mercurio – quello che faceva impazzire perché impregnava la fodera di feltro – semmai il sapore dell’antica saggezza. Nel negozio al corso si mette in pratica ciò che ‘un germanico Bertoldo’ predicava tanti anni fa. Teste tonde e teste a punta. Quando gli calchi un cappello ben fatto sulla cocuzza la differenza svanisce.