di ROSA CAPPATO
Ricordare i cani chiusi in canile che aspettano da una vita la loro occasione. Questo è l’obiettivo di Debora Rizzo, una delle 20 ‘Donne Coraggiose’ 2025, premiate alla Camera dei deputati, lunedì 3 marzo. L’iniziativa è promossa dalla ‘Rete Civica delle Donne’, rivolta a quelle donne che vivono, operano e hanno operato in Italia e nel mondo al servizio del loro paese, distinguendosi con impegno, costanza, resilienza, professionalità, competenza, in vari campi istituzionali, da quello sanitario a quello scientifico, da quello militare a quello sociale, culturale e giornalistico per il rispetto dei diritti umani.
La cerimonia ufficiale si è svolta nella Sala della Regina, presieduta dal vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, che ha consegnato i premi. Volto noto, non solo nella ‘sua’ Calabria, Debora ha già ricevuto il ‘Premio Bontà’ a Camogli, nel 2021, alla celebre manifestazione promossa dall’Avt San Rocco ogni 16 agosto, il ‘Premio Internazionale Fedeltà del Cane’. La giovane, 36 anni, impiegata di Staletti, è volontaria nei canili e sceglie sempre di adottare il cane più anziano, offrendogli così un ultimo periodo felice. Spiega che i primi cani ad essere adottati sono cuccioli, mentre gli altri, meno giovani e più malandati, invecchiano e spesso muoiono dentro i box. Così, quando riesce, li porta a casa sua, dove vivono insieme malati e portatori di handicap, che grazie a lei possono conoscere il calore di una famiglia.
La scelta di questo stile di vita risale al 2014, quando Rizzo incontra Nike, una cagnolina molto malata di 14 anni, rimasta con lei meno di un mese, prima di morire. Tra i tanti cani anziani entrati nella sua vita ‘Nonno Lupo’ è il più significativo. Entrato in canile da cucciolo, era il più anziano, di vent’anni e si stava lasciando andare: è stato con Debora oltre un anno e mezzo. “Non sapevo quanto sarebbe rimasto, né come fare. Lui è stato il maestro e si è fatto scoprire. Mi ha insegnato a rallentare, a fermarmi e a godermi un tramonto”. L’ha portato al mare e gli ha fatto scoprire molte cose per la prima volta. “Alcuni vogliono solo riposare, stare tranquilli; altri invece desiderano ancora correre, giocare, scoprire cose nuove. È importante essere consapevoli che hanno una vita alle spalle. Ho capito che la riconoscenza sta nello stupore”.
Quello stupore così tangibile nello sguardo di Nonno Lupo, ritratto al sole sulla spiaggia, si è amplificato sui social e da allora molte persone si rivolgono a Debora per raccontare le proprie esperienze e chiederle consigli. “Attualmente convivo con un numero sempre variabile di cani e gatti anziani e con disabilità – racconta – (e tartarughe sempre adottate perchè non più volute e grandi anche loro). Neeka è un pastore tedesco di 14 anni che ha avuto un’ischemia cerebrale, riportando danni neurologici; Nina è una lupa a 3 zampe maltrattata e poi buttata in un cassonetto; Mandy ha 17 anni ed è cieca e sorda; Claudia era stata investita ed è finita in canile senza una zampa; Sun e Sophia sono due fratelli disabili dalla nascita, con una grave malformazione ossea e oggi hanno 11 anni. Poi c’è David, che ha 20 anni, 3 zampe e pochi denti. A Soraya manca un occhio e Thai dondola mentre cammina; Zaira è cresciuta con i cinghiali e si fida di pochissime persone”.
Parrebbe difficile una convivenza, invece: “Ognuno di loro ha il suo mondo che incrocia il mondo degli altri. Avere una disabilità non vuol dire non avere carattere e forza: i cani con il carrellino al mare si divertono moltissimo, alcuni cani anziani una volta usciti dal canile hanno voglia di esplorare e altri hanno addirittura partecipato ad escursioni a 18 anni. Vederli camminare tra pozzanghere e sentieri è stato d’ispirazione”. Da anni Rizzo, oltre ai cani non voluti, si occupa anche di raccolte per famiglie in difficoltà ed è impegnata nel sociale: “La Storia di Nonno Lupo ha accompagnato i bambini durante le terapie in reparto; è arrivata tra i banchi di scuola con riflessioni tra stupore e dolcezza; siamo entrati con il carrellino e la gioia in una Casa di Riposo e abbiamo conosciuto ragazzi di un centro sociale che hanno affrontano giornalmente grandi difficoltà”.
È arrivato dunque un premio inaspettato e di spessore (a Montecitorio erano presenti accanto a lei donne di spicco e che si sono fatte notare per i loro gesti, come il Tenente Colonnello Melissa Sipala, comandante del reparto Operativo dei Carabinieri di Caserta, ma anche la squadra sportiva femminile di paracadutismo dell’Esercito Italiano e Assunta Legnante, medaglia d’oro alle Paralimpiadi di Parigi). “Ricevere questo riconoscimento da parte della Rete Civica delle Donne in una Sala così prestigiosa – dichiara Debora – mi ha resa felice di tutte le scelte fatte fino a qui. Mi sono chiesta ‘perché io?’ tra tante donne coraggiose, e ho capito che poteva essere un’occasione per continuare a parlare dell’importanza delle proprie scelte, delle azioni che possono fare del bene e soprattutto per ricordare, come faccio da anni in memoria di Nonno Lupo, i cani chiusi in canile che aspettano da una vita la loro occasione. È fondamentale renderli visibili, provare a raccontare e rendere loro protagonisti della storia. Mi auguro di continuare a fare le cose esattamente come sento di farle ora, con la stessa emozione che non si è spenta dopo esperienze molto difficili e traumatiche, ma che con impegno si è trasformata sempre in nuovo coraggio e nuova speranza”. Nel suo discorso alla Camera così ha descritto la sua mission: “Continuare a raccontare per chi ha lacrime che non fanno rumore”. Tra la pioggia di congratulazioni ricevute, anche da Camogli è arrivato il festoso commento della presidente dell’Avt San Rocco di Camogli, Sonia Gentoso: “Unica la nostra meravigliosa Debora”, che da quando si sono conosciute è rimasta in contatto con lei, perchè Rizzo è un esempio, di quelli che si premiamo.