(r.p.l.) La crisi dei trasporti pubblici nelle aree montane diventa sempre più concreta. Dopo le segnalazioni arrivate dal Comune di Savignone, anche a Borzonasca, il sindaco Giuseppino Maschio racconta una situazione difficile, segnata da ritardi, scioperi e incertezze sul futuro di Amt, l’azienda di trasporto pubblico locale.
“Negli ultimi giorni siamo stati subissati di segnalazioni dai cittadini. Sta andando male: non ci sono risposte chiare, e le voci che circolano non sono rassicuranti” spiega. In particolare, si teme un possibile rientro dai debiti di Amt che potrebbe comportare la riduzione delle corse e, forse, un coinvolgimento economico dei comuni del retroterra montano, già provati dalla carenza di servizi. “Non sappiamo quanto ci sia di vero, ma quando i segnali arrivano, c’è sempre un fondo di realtà”, aggiunge il sindaco.
Il problema riguarda soprattutto le frazioni più isolate del comune, un territorio di circa 80 chilometri quadrati. Le corse pubbliche verso queste aree sono limitate, sparse e non sempre compatibili con gli orari scolastici o di lavoro. Per rispondere a questa esigenza, anni fa il comune ha attivato il bus a chiamata, un servizio che permette agli abitanti di prenotare un pulmino per raggiungere Borzonasca o altre frazioni. “È un servizio molto apprezzato dagli anziani o da chi non ha la macchina, e ci consente di mantenere viva la comunità. Ma temiamo che, con i tagli, possa saltare, e sarebbe un vero disastro” avverte Maschio.
Le difficoltà di Amt si riflettono in maniera immediata sul trasporto scolastico. Il servizio, gestito in concessione attraverso un accordo di programma con la Città Metropolitana, ha subito ritardi e disagi: alcuni operatori esterni lamentano ritardi nei pagamenti e hanno effettuato scioperi a singhiozzo, lasciando intere famiglie senza servizio. “I genitori devono organizzarsi da soli per portare i ragazzi a scuola o riportarli a casa – racconta il sindaco – Non c’è una pianificazione chiara, non si sa chi lavora e chi no, e tutto ricade sul Comune e sui cittadini”.
Maschio sottolinea un paradosso tipico del sistema italiano: “Il cittadino cerca il sindaco perché è l’unico reperibile. Ma non possiamo essere sempre noi a risolvere tutto, con risorse sempre più scarse”. Il rischio, avverte il sindaco, non è solo logistico, ma sociale: “Senza trasporto pubblico, le famiglie non possono vivere nelle frazioni, i giovani se ne vanno e gli anziani restano soli. Le nostre valli rischiano di spopolarsi. Una volta c’era lavoro a chilometro zero, oggi muoversi è complicato e vivere qui diventa sempre più difficile. Siamo pronti a fare la nostra parte, ma senza supporto e risorse adeguate, la situazione rischia di peggiorare rapidamente”.