di DANILO SANGUINETI
Una barca non è un mezzo. O meglio, se lo vedete solo come uno strumento per spostamenti, state sbagliando di grosso. La barca va vissuta, curata, quasi riverita, vista come un’estensione della propria personalità. La più evoluta modalità di idro-locomozione, non l’emblema del benessere, il trofeo da esibire per sottolineare ricchezza e status sociale. Il vero marinaio cura la sua barca come il buon padrone cura il suo compagno a due, quattro, o quante vi aggradano, gambe.
Il tempo e l’attenzione creano una simbiosi, la vela, il motore, diventano un’estensione delle proprie capacità. Non a caso in inglese ogni tipo di natante è di genere femminile, l’indizio che storicamente la marineria anglosassone trattava le navi come se fossero compagne di vita. Ne discende che chi ha veramente a cuore la propria ‘estensione’ evita di affidarla al primo che trova. In questo campo è difficile camuffarsi o vantare competenze inesistenti perché l’occhio del vero padrone riconosce sempre il braccio e la perizia del bravo marinaio.
Inutile quindi fare troppi discorsi sul Consorzio Nautica da Diporto, la società che all’interno del porto Carlo Riva di Rapallo garantisce ai suoi clienti ormeggi, posti barca, rimessaggio e gestione transiti. Lo stesso segretario del C.N.D. Rapallo, Sergio Gilardi, preferisce concentrarsi sulle prospettive che sulla retrospettiva. “Di acqua sotto i pontili ne è passata veramente tanta. Siamo già alla seconda generazione di ormeggiatori. Il consorzio nacque nel 1974: la costruzione del porto di Rapallo procedeva spedita, e in vista del passaggio dallo stato ‘nature’ a quello di struttura organizzata e funzionale alla nautica coloro che sul territorio già facevano questo antico lavoro decisero di mettere assieme le forze e le competenze. Naturalmente nel corso del tempo, con l’evoluzione dei materiali e il diversificarsi della clientela, sono aumentate e si sono diversificate le specializzazioni, sempre allo scopo di offrire il migliore servizio possibile nel settore”.
La sede e base operativa del C.N.D. è sempre stata la stessa fin dal primo giorno: il pontile avuto in concessione. “Un posto strategico, si affaccia sulla splendida passeggiata a mare di Rapallo, a poche centinaia di metri dal centro. Dire che avendo il posto di ormeggio da noi significa passare direttamente dalla barca al negozio non è esagerato”.
Il Pontile del C.N.D. ha tutto ciò che serve: posti barca per ormeggio o transiti con allaccio elettrico e acqua. 110 posti circa capaci di ospitare imbarcazioni dai 5 ai 18 metri di lunghezza. “Poi è arrivata una gru da 15 tonnellate per effettuare un varo o un alaggio (l’operazione inversa al varo, ndr) in ogni giorno dell’anno, e per il trasporto delle imbarcazioni in totale gestione. Oggi c’è anche il deposito-cantiere di rimessaggio. Un capannone situato in via Dei Galetti 4 per il rimessaggio e la totale manutenzione dell’imbarcazione. Grande circa 1200 mq, con carro ponte e un piazzale coperto di 2500 mq. Lì eseguiamo il rimessaggio invernale su barche e motori con tutta l’attrezzatura necessaria per piccoli lavori di carpenteria e falegnameria, rifacimento flatting e coperte in teak”.
Immaginabile che il lavoro non manchi ora che i duri colpi incassati da cielo e uomini – prima la tempesta del 30 ottobre 2018 che distrusse mezzo porto, poi la pandemia che fece a brani le stagioni turistiche 2020 e 2021 – sembrano essere stati assorbiti.
“Sono stati anni complicati eppure ne siamo usciti io e le altre 12 persone che lavorano nel Consorzio in modo tutto sommato soddisfacente. Le insidie purtroppo non sono cessate, anzi siamo alle prese con una ancora più minacciosa”. Il pensiero corre all’applicazione della direttiva europea nota con il nome del suo estensore. La Bolkestein attende che il Governo Italiano riesca, finalmente, a trovarle una applicazione compatibile con le esigenze degli operatori economici interessati.
“Ho letto quanto detto su queste pagine da Massimo Mascherpa. ‘Tutti pensano agli stabilimenti balneari che pagano canoni bassi e hanno profitti altissimi. ‘L’affitto del mare’ non ha niente a che fare con ciò. Ci troveremo tra pochi mesi davanti al rischio concreto di perdere tutto a favore di multinazionali oppure imprenditori con maggiore disponibilità economica o, non voglio crederlo ma neppure mi sento di escluderlo, a favore di rappresentanti di gruppi dalla reputazione non troppo specchiata’. Concordo al 101% con il suo pensiero. Noi ci siamo mossi per tempo, da bravi marinai abbiamo visto arrivare da lontano il fortunale e siamo corsi a rinforzare le vele. Inutile tentare di contrastare chi è mille volte più forte di te, solo non devi scappare e devi cercare di cavalcare l’onda”.
Uscendo dalla metafora salina. “Ci siamo affidati a uno dei migliori studi legali di Genova, specializzato in diritto marittimo, che ha affrontato decine di procedimenti di questo tipo: ha preparato lo schema e i documenti per partecipare alla gara pubblica avendo tutte le carte in regola, in grado di fare un’offerta che ci permetta di rimanere dove ci troviamo”. Insomma il Consorzio dovrà affrontare una battaglia lunga e incerta, spendere un bel po’ di denaro solo per mantenere lo status quo. “Non c’è alternativa. Abbiamo fatto investimenti notevoli negli anni, abbiamo creato e mantenuto un rapporto speciale con la nostra clientela fatta da nomi importanti e da semplici amanti del mare. Non vogliamo perdere neppure uno di loro”. Detto da uno che sta sul pontile dal 1° gennaio al 31 dicembre, che è reperibile dal mattino alla sera, è notizia scontata.
“Penso a chi veniva qui da bambino e continua a farlo dopo decenni, da nonno, mi commuove. Abbiamo skipper genovesi che potrebbero portare ovunque i loro scafi, anche in porti e scali più vicini alle loro case e più pratici. Che invece continuano a scegliere Rapallo e il C.N.D.”.
Nel pontile non esistono gerarchie. “Le barche affidateci sono di ogni tipo, ci sono i gozzi e i piccoli cabinati da 5-7 metri (ne abbiamo oltre 50) e abbiamo gli yacht da 15 metri, al momento sono ben 5. Per noi non c’è alcuna differenza, sono tutte da accudire con scrupolo, sono tutte ammiraglie”. E sarebbe un grosso sbaglio parametrare la lunghezza dello scafo alla lunghezza del conto in banca del cliente. Per la prima volta al signor Sergio scappa un sorriso. “Racconto sempre una storia che credo dica molto di noi e di chi ci sceglie. Lo skipper e unico membro dell’equipaggio di una imbarcazione di circa 5 metri, una pilotina in legno di pregevole fattura ma certo non appariscente, è nella ‘vita di tutti i giorni’ il proprietario, genovese, di una azienda che ha filiali in 56 paesi. Potrebbe permettersi un cabinato in stile oligarca lusso, esce in mare al timone del suo scafo ogni qualvolta riesce a ritagliarsi un po’ di tempo da solo per ammirare la Riviera di Levante e, come mi ha confessato, entrare in sintonia con il mondo senza confrontarsi con seccatori, pensare a se stesso. Che di questi tempi potrebbe essere la migliore compagnia possibile”. Altro che gli sciagurati cummenda tutto ‘whisky, sole, barcone e sei in pole position…’. Come insegnano al Consorzio Nautica da Diporto. Less is more. Come piace ai liguri. Una ditta speciale per clienti particolari: libero e solo, sotto il sole e sopra l’onda.