(r.p.l.) Parcheggi a Chiavari, la strada è ancora in salita. E’ passato esattamente un mese dal passaggio di consegne tra Apcoa e Marina Chiavari, nella gestione della sosta a pagamento in città.
I parcometri di nuova generazione (con display touch, possibilità di pagare con bancomat e carte di credito e predisposizione per dare il resto in monete) sono stati correttamente installati e allacciati alla rete elettrica del Comune, ma spesso e volentieri vanno in tilt.
Anche ieri è stata una giornata di ‘passione’, per i nove parcheggiatori che sono passati da Apcoa a Marina Chiavari. Già in estate sono stati al centro di un faticoso trapasso da un gestore all’altro, culminato nelle ire della Cgil, poi la situazione occupazionale si è risolta (almeno per un anno), mentre è rimasta tutta aperta quella organizzativa.
Inutile girarci in giro: i parcometri saranno anche di ultima generazione, come ha detto a più riprese l’amministratore di DiTech Mobility Raffaele Leggiero, la ditta che si è aggiudicata la gara da mezzo milione di euro indetta da Palazzo Bianco, superando i concorrenti di Parkeon, ma s’inchiodano spesso, rendendo necessario l’intervento umano.
Martedì sera, ad esempio, la scena si è svolta in piazza della Torre, intorno alle 18: due utenti stavano cercando di pagare la sosta con le monetine, ma il display del parcometro segnava l’ora sbagliata e, di conseguenza, rifiutava i soldi.
L’addetto di Marina Chiavari, molto gentile e intervenuto prontamente, ha aperto il parcometro con le chiavi e riavviato il computer interno, in modo che la data e l’ora tornassero ad essere corrette. Nel frattempo, gli utenti venivano invitati a servirsi di un altro parcometro, quello installato in corso Garibaldi. Sentendo gli adetti ai lavori, pare che sia necessario riavviare almeno tre o quattro volte al giorno.
Questa situazione, infatti, si ripete spesso, da ogni parte della città dove si paga la sosta nelle aree blu: le colonnine non accettano i soldi, se li accettano a volte non danno il resto giusto (o non lo danno del tutto), il pagamento con bancomat e carte non sempre è disponibile.
Sono tutti incassi mancati per Marina Chiavari, disagi per i cittadini e brutte figure per la città.
Sia chiaro: il nuovo gestore non ha precise responsabilità. Men che meno Palazzo Bianco. Ma se entrambe sono danneggiate, allora sia sindaco che presidente di Marina Chiavari devono iniziare a fare la voce grossa con DiTech.
L’azienda viterbese (la sede è a Tarquinia) deve spiegare come mai, dopo un mese, ci sono ancora tutti questi problemi. Il sindaco Di Capua e l’amministratore delegato di Marina Chiavari Tabaroni hanno già rivolto ripetuti solleciti: in merito ai parcometri, così come alla help-line telefonica. E’ stata anche costituita una sorta di ‘task-force’ per controllare il funzionamento del sistema. Di Capua è sceso personalmente in strada. Ma per ora i risultati sono stati assai modesti.
Non ci siamo. In precedenza, il sistema di Apcoa avrà avuto i suoi limiti (solo pagamenti in monete e niente resto), ma funzionava alla perfezione. Non si sta qui a discutere di scelte: restare con i privati o andare in mano pubblica. Non interessa a ‘Piazza Levante’ e neppure ai cittadini. Interessa che i parcometri funzionino con le precise funzionalità con cui sono stati descritti e progettati.
Stesso discorso vale per l’applicazione per smartphone. Easy Park, ormai diffusa in centinaia di città italiane, è perfettamente testata. C’è anche a Chiavari, ma siccome era in convenzione con Apcoa, ora il costo della commissione, non essendo più coperto dal precedente gestore, finisce a carico dell’utente. E sono 0,39 euro in più da aggiungere al normale costo della sosta. Il Comune ha invitato a scaricare l’altra applicazione, quella di DiTech. Ma anche qui è un calvario pagare la sosta: il software si pianta spesso, per arrivare al ticket il percorso è tortuoso e a volte bisogna tentare due o tre volte, prima di un esito positivo. Senza parlare della grafica (sicuramente da migliorare) e del fatto che vengano raccolti dati personali senza nessuna richiesta di consenso in base alla legge sulla privacy. Scorrendo poi la lista delle città ‘coperte’ da DiTech, si scopre che sono appena cinque (oltre a Chiavari, ecco Aci Castello, Pomezia, Pontedera e Portovenere).
DiTech avrà pur vinto la gara, ma ha un ristretto portafoglio di clienti. E diversi problemi dal punto di vista tecnologico. Un gestore all’esordio, Marina Chiavari, e una ditta con poco background, DiTech: forse non era la ricetta migliore per avviare la ‘rivoluzione’ della sosta.