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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Editoriale

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Periodo

Una marcia dei 40.000 a Bruxelles per far capire all’Europa che se non si cambia l’industria muore

Oggi occorrerebbe far sentire alla politica e alla burocrazia guardiana comunitaria, che sempre di più, isolata nella torre di cristallo, sembra la vera padrona del vapore, la rabbia di tutti quelli che lavorano nelle imprese industriali e che si sentono totalmente abbandonati

I numeri spiegano perché Giorgetti è il Ministro delle Finanze dell’anno

L’Italia ha ancora bisogno di un Ministro dell’Economia e delle Finanze come Giancarlo Giorgetti, che con la sua serietà e sobrietà tenga la barra dritta ma contemporaneamente trovi il modo di dare una mano all’economia reale e alle imprese italiane

Parlerò finché avrò fiato in gola

In una fase così difficile come l’attuale, chiedere ai produttori di energia elettrica e ai “rinnovabilisti” di avere un po’ di spirito patriottico non mi pare una bestemmia

Caro energia: i grandi produttori, avendo guadagnato moltissimo negli ultimi anni, dovrebbero seriamente aiutare l’industria italiana a superare la crisi invece di fare polemiche

I nuovi schemi contrattuali sono possibili già da oggi. Anche Bruxelles si è accorta che se si va avanti per inerzia tutto il processo va a sbattere. Per questo sta pensando a nuove configurazioni del mercato

Draghi torna a farsi sentire: “L’Europa ha posto con successo i dazi a se stessa. Fate qualcosa!”

Il mondo corre veloce e non aspetta le incertezze europee. Molte imprese e imprenditori europei, anche italiani, vogliono andare ad investire in Usa

Riflessioni da Dubai sulle imprese famigliari

L’eredità, ossia il patrimonio lasciato dalle generazioni precedenti, viene raccolto e rivisitato in maniera completamente nuova dai giovani talenti, anche se la cultura e l’identità dell’impresa durano nel tempo

Continuare a parlare di “grave crisi” di uno dei sistemi industriali più forti del mondo è un inutile pessimismo intellettuale

Questa visione è da sempre molto diffusa tra opinionisti e commentatori, che vedono costantemente il bicchiere mezzo vuoto e che sono inflessibili critici nei confronti dell’economia italiana

Grande confusione sotto il cielo, ma non si può dire che tutto va bene

Il quadro macro si sta facendo ogni giorno più complesso. Un elenco di fatti accaduti nell’ultima settimana lo dimostra

Perché la sinistra post-comunista non riesce a fare i conti con Craxi? Essere riformisti significa avere cultura di governo

Quali sono le ragioni per le quali la sinistra italiana, o quello che resta di essa, non riesce neanche a parlare di Craxi, uomo di sinistra come riconoscono gli storici e tutti coloro che con molte pubblicazioni anche recenti si sono occupati di lui?

La partecipazione dei lavoratori agli utili di impresa. Inclusione e competitività. Le novità in Finanziaria di cui nessuno parla

Il segretario della CISL Luigi Sbarra ha dichiarato che l’obiettivo è favorire “un diverso rapporto tra capitale e lavoro”. C'è bisogno di cooperazione tra attori sociali per cercare di salvare i sistemi industriali europei

Perché il sistema industriale italiano è di una bellezza e di una forza uniche al mondo e innova in modo originale

Voglio proporvi una visione terza, di un intellettuale e docente universitario, Luca De Biase, che ha pubblicato un libro interessantissimo: “Eppur si innova. Viaggio alla ricerca del modello italiano”

Come sarà il 2025: forse meglio del previsto. Non mi iscrivo al partito dei pessimisti apocalittici

La stabilità del Governo italiano, a confronto con le turbolenze di Francia e Germania, può costituire un ulteriore elemento di forza della nostra economia, e ci consentirà di dire autorevolmente la nostra a Bruxelles