di ROSA CAPPATO
Il giorno della Commemorazione dei Defunti a Camogli si riuniscono i parenti delle salme disperse in mare nel 2021. Il comitato ‘Caligo su Camogli – Lunedì 22.2.2021’, onorerà i propri cari dispersi nel crollo.
Appuntamento al cimitero sabato 2 novembre. Si avvicina il quarto anno dal dramma che colpì Camogli quel 22 febbraio di tre anni fa, col crollo drammatico della falesia che trascinò in mare una porzione del cimitero. Erano i giorni del Caligo, la nebbiolina fitta che sale dal mare in particolari circostanze, con diverse temperature a contatto: da qui ha preso il nome il Comitato.
I fatti risalgono ad una data divenuta tristemente storica al borgo marinaro: poco dopo le 15, alcuni operai che lavoravano al camposanto su alcune ristrutturazioni videro e filmarono tutto: due gabbiani si alzarono in volo rapidamente dal tetto del cimitero mentre crollava una cappella, seguita da una sezione di loculi. Bare e urne precipitarono per trenta metri direttamente in mare. Erano 415 defunti. Intervennero subito i vigili del fuoco con sommozzatori, elicotteri e strumentazioni specifiche per individuare cosa era finito sott’acqua. Furono predisposte delle panne e il tratto di mare venne chiuso contrastare le correnti che portavano al largo corpi e cassette funerarie. Trascorsero settimane di incertezza e indignazione, provocate da scarsi report da parte dell’allora amministrazione Olivari, riguardo l’evento, un silenzio assordante che mosse le famiglie danneggiate a unirsi in un comitato cittadino.
Per questo sabato 6 marzo 2021 si costituì “CaligoSuCamogli – Lunedì 22.2.2021”, con lo scopo di difendere la memoria e tenere vivo il ricordo degli accadimenti che “hanno così duramente ed irreparabilmente colpito la Città di Camogli – scrivevano i membri ai media in una nota – nel suo patrimonio di identità individuale, familiare, sociale, storico, artistico, culturale, naturale e nei valori di un’intera Comunità. Priorità assoluta del Comitato è dare voce all’esigenza della Collettività di ricevere informazioni in tempo reale sulle attività di recupero e di identificazione delle Salme, di conoscere cosa sarà dei corpi e dei resti dei loro Defunti una volta rinvenuti, individui che si considerano ‘vittime’ in attesa di giustizia dei 415 dispersi in mare”.
Iniziò un lungo iter per raccogliere e confrontare dati indispensabili all’operazione di riconoscimento, tra cui l’altezza, la corporatura, segni particolari dei defunti, ma anche il colore di capelli, l’essere stato sepolto con barba o baffi, eventuali cicatrici o malformazioni, schede dentali, protesi, pacemaker. I parenti compilarono una scheda ‘ante mortem’ dove era anche possibile descrivere i vestiti indossati dal loro caro prima della sepoltura e se indossasse gioielli o la fede nuziale. Per l’identificazione si ricorse anche al Dna dei familiari più stretti: genitori, figli, fratelli o sorelle. Dei riconoscimenti se ne è occupato il Policlinico San Martino-Università di Genova, in convenzione col Comune di Camogli.
A oggi i riconoscimenti sono esigui e i numeri pressoché invariati nell’ultimo anno: 55 salme riconosciute nell’immediatezza dell’evento; 19 salme identificate senza analisi genetico forense; 17 identificate invece con esame genetico forense; 91 identificati, tra salme, ceneri e resti. Su 227 salme trascinate in mare ne sono state riconosciute 59. Le urne cinerarie sono state invece restituite alle rispettive famiglie, per la maggior parte: 17 su 20. Purtroppo delle 168 cassette funerarie sono stati identificati i resti di sole 15 cassette. Almeno 250 persone sono rimaste sconosciute. I ‘recuperi’, oltre 200, consistono in resti: ossa e piccoli frammenti.
Isaura Brichetto, presidente del Comitato, riferisce che le operazioni di medicina legale siano presumibilmente terminate: “In merito non abbiamo più avuto notizie e i numeri dei riconoscimenti corrispondono anche per il Comune”. Si ritiene dunque una questione chiusa ma a breve un incontro col sindaco Giovanni Anelli servirà a chiarire diversi aspetti sulla faccenda. Il nuovo sindaco più volte ha incontrato i rappresentanti di ‘Caligo su Camogli’, così da favorire un confronto e aggiornare circa ritrovamenti e novità sull’iter in corso. Resta aperta la scelta della sepoltura dei 250 resti non riconosciuti: “Cercheremo di decidere in forma condivisa – continua la presidente – tra far realizzare una tomba comune, oppure un monumento o altro a loro ricordo. Al nostro gruppo appartengono circa 70 persone e si vuole decidere tutti insieme”. Intanto sabato 2 novembre le famiglie vittime del crollo si raccolgono in preghiera al cimitero, dove il parroco di Camogli Don Danilo Dellepiane celebrerà una funzione che preveda anche la benedizione del luogo, nello stesso camposanto, dove sono ancora custoditi i resti delle salme non riconosciute. Sul fronte dei risarcimenti, una quindicina di famiglie appartenenti a Caligo ha avviato una causa civile contro il Comune e nel consiglio comunale del 30 settembre si è votata, in merito, una variazione di bilancio che riguarda la transazione per il risarcimento. Il Comune e le parti hanno raggiunto un accordo davanti al giudice all’ultima udienza, per una somma attorno ai 300 mila euro.
Sui fatti del 21 febbraio 2021 la procura di Genova ha aperto un’inchiesta, indagando l’ex sindaco di Camogli, Francesco Olivari, con i due predecessori: Salvatore Italo Mannucci e Giuseppe Maggioni, oltre due funzionari comunali ai Lavori pubblici: Maurizio Canessa e Gianluca Solari. Si vuol capire quanto il crollo fosse ‘difficilmente prevedibile’, considerando che nel 2014 il dipartimento di Scienze della terra di Genova era intervenuto sulla fragilità della falesia e da almeno 10 anni diversi cittadini lamentavano, anche con fotografie, allarmanti fessure presso i loculi (senza ricevere risposte adeguate o interventi). Oggi la falesia è monitorata costantemente.