di MATTEO SALOMONE *
Camminando nel centro di San Paolo, in Brasile, lo sguardo di un visitatore attento potrebbe soffermarsi su un grande monumento, composto da una statua bronzea seduta su un alto piedistallo, ai cui lati si trovano due statue in marmo: è il monumento eretto dalla città in onore del musicista e compositore brasiliano Antonio Carlos Gomes (1922). Quasi certamente quel visitatore non si immaginerebbe che a realizzare questa imponente opera fu uno scultore chiavarese, Luigi Brizzolara, il quale eseguì lungo tutto l’arco della sua carriera diverse sculture proprio per la città di origine.
Come mai un artista che oggi considereremmo di provincia riuscì ad aggiudicarsi una commissione pubblica in un luogo così lontano? I motivi sono diversi, ma forse quello più precisamente individuabile è la precedente vittoria da parte dello scultore di un concorso indetto dalla Repubblica Argentina nel 1910 per un monumento (poi non realizzato) da erigersi a Buenos Aires, per commemorare il centenario dell’Indipendenza. Vittoria che evidentemente diede a Brizzolara una certa importanza nel panorama artistico internazionale. D’altronde la scultura italiana restava un importante punto di riferimento in tutto il mondo ancora a cavallo tra Ottocento e Novecento.
È quindi evidente, vista l’ingente presenza di italiani in Sud America (in particolare proprio a San Paolo), il motivo per cui tanti scultori nostri connazionali avessero tentato fortuna nei concorsi oltreoceano. Ma c’è forse un altro tassello che può permetterci di comprendere meglio questo complesso sistema di relazioni: un tassello che riguarda in modo specifico la Liguria.
Perché la nostra regione, chiaramente, era luogo privilegiato per i rapporti con l’America del Sud, possedendo al tempo il più importante porto d’Italia: Genova era infatti una sede fondamentale per il commercio marittimo internazionale e da Genova passavano la gran parte degli emigranti italiani.
Ma c’è di più: il Cimitero Monumentale di Staglieno era considerato un modello internazionale della scultura e diversi artisti genovesi ottennero commissioni in particolare da Buenos Aires e Montevideo.
È in questo contesto culturale estremamente dinamico e aperto che si mosse il nostro Brizzolara, allievo di Giovanni Scanzi, vale a dire il più importante scultore genovese dell’Ottocento, dopo Santo Varni. Proprio da Scanzi acquisì quelle competenze tecniche eccezionali che caratterizzavano i più illustri scultori genovesi di secondo Ottocento, abilissimi nel riprodurre alla perfezione ogni minimo dettaglio. Ma ancora grazie all’esempio del maestro seppe porsi in una linea nuova, più ‘moderna’ e attenta alle novità nazionali, non più vincolata a quell’iperrealismo che ancora oggi sorprende il visitatore di Staglieno.
Brizzolara visse a San Paolo per circa tre anni, diventando uno degli scultori più richiesti in città. Tra le opere eseguite in questo periodo impressiona il colossale Mausoleo della famiglia Matarazzo nel cimitero della Consolação, uno dei più grandi monumenti funerari del tempo. Luigi fu dunque un vero e proprio emigrato, che si trasferì in Brasile a tentar fortuna (vista anche la forte concorrenza genovese), come fecero numerosi chiavaresi nei medesimi anni.
Tornato intorno al 1923 a Chiavari, dove aveva già eseguito diverse e importanti opere, dal monumento a Vittorio Emanuele II, nella piazza di Nostra Signora dell’Orto, all’Angelo per il cimitero cittadino (1902), eseguì il Monumento in bronzo ai caduti in piazza Roma (1928). Non sono mancate, soprattutto nell’ultimo decennio, le iniziative in nome di quello che fu senza dubbio il più importante scultore del Levante tra fine dell’Ottocento e primi vent’anni del Novecento. Penso al restauro dell’Angelo già citato (nel 2010) e alla mostra del 2013 tenuta a Palazzo Rocca. Rimane importante, però, non perdere la memoria di un artista tanto significativo anche per comprendere la società italiana di primo Novecento; un artista che andrebbe ulteriormente studiato, anche per il suo importante contributo extra-nazionale, in una grande città ‘italiana’ come San Paolo.
(* Storico dell’arte)