Domani sera, venerdì 24 giugno alle ore 21, presso il Giardino dei Lettori della Società Economica di Chiavari (in via Ravaschieri 15), si inaugura la rassegna ‘Voci in Giardino. Autori e libri nell’estate 2022’, a cura della Società Economica e della Libreria La Zafra. Il primo appuntamento, a ingresso libero, è con la presentazione del libro ‘Briganti, Papi e brava gente. Il Passo del Bracco tra storia e leggenda’, scritto da Rita Migliaro e pubblicato da De Ferrari Editore. Introduce lo storico e studioso di tradizioni locali, Giorgio ‘Getto’ Viarengo, di cui ospitiamo una riflessione sul tema. Gli altri incontri del programma sono in calce a questo articolo.
di GIORGIO ‘GETTO’ VIARENGO *
L’atmosfera del Giardino dei Lettori, il viridarium della Società Economica, è davvero quella giusta per passare una sera d’estate e parlare di libri! Saremo in questo magico spazio per raccontare storie e leggende di un luogo che poco conosciamo: il Passo del Bracco.
A questo riguardo vorrei farvi una confessione, una piccola testimonianza di cosa rappresentava per noi quel territorio, quella strada che saliva tortuosa e portava verso una geografia della Liguria che poco conoscevamo. Con questa visione del confine impenetrabile, mi ritrovavo con una Lambretta a esplorare quella lunga viabilità, per la prima volta a più di vent’anni La Spezia diveniva un obiettivo da raggiungere.
Ecco cosa era il Bracco! La testimonianza di un luogo che non ci apparteneva, estraneo, inusuale: perché? Qui passiamo all’opera di Rita Migliaro, al volume che ci farà viaggiare nel tempo, in secoli di storia per comprendere cosa era e cosa raccontava quel pezzo di Liguria tra Sestri e l’estremo Levante. L’iconografia della copertina rappresenta una buona dimensione documentale: rocce impervie e una carrozza ferma, i viaggiatori sotto la minaccia dei fucili con i briganti a compiere la rapina, il terrore dei malcapitati che implorano pietà.
Il Bracco era tale, un areale di territorio talmente impervio da garantire lo spietato lavoro dei banditi che utilizzavano la geografia di queste ruvide montagne per operare impuniti. Già gli studiosi più antichi, i geografi che esploravano la nostra penisola, raccontavano di un luogo impervio, dove il tragitto era insicuro, in una natura che aveva creato un habitat estremo. Il Bracco era considerato un luogo mai domato, con le viabilità che lo attraversavano da sempre pericolose, qui l’asse tra Roma i territori di nord ovest, rappresentato dall’Aurelia, imboccava un tratto oscuro dove il cammino diventava disagevole e il pericolo assoluto accompagnava ogni passo del viaggiatore.
Rita Migliaro ci illustra il tentativo secolare di dotare quest’ambito regionale di una viabilità accettabile, di come nel tempo si sia realizzato un percorso sicuro e stabile. La ricerca storico geografica ci porta ai ruderi di San Nicolao di Pietra Colice, a un complesso che assicurava una pausa sicura al cammino dei pellegrini in transito, ai tanti mulattieri che portavano merci, a commercianti che si spostavano per affari. In un’ampia radura la testimonianza di ciò che resta di un ospitale medievale, con la sua chiesa e i locali attigui per assicurare una notte di riposo a chi transitava lungo il percorso e verso lontane mete.
L’autrice ci porta nel grande spazio temporale della storia vissuta e c’informa puntualmente delle tante cronache qui sviluppate, fatti che diventano racconti capaci di costruire quel mito del Bracco che raggiunge i nostri giorni. Il mito, la narrazione di una cultura popolare capace di costruire una storia tra fatti reali e leggenda, dove le testimonianze si sviluppano lungo i tornanti di quelle montagne, tra sentieri e boschi, tra casolari e ruderi con la paura ad accompagnare costantemente il viaggiatore.
Il libro della Migliaro sottolinea con rigore storico i tanti fatti avvenuti, li illustra e ci porta a riconoscere chi erano quei banditi che infestavano il territorio, ci racconta dei loro nomi, della condizione sociale ed economica di questo territorio. Ci porta a ripercorrere il lungo tratto ‘terra di nessuno’, dove il cammino era interrotto dalle armi spianate e la rapina diventava il triste racconto del malcapitato. Il tentativo di rendere sicuro il tragitto diventerà obiettivo politico delle tante istituzioni di governo che si succedono, i francesi dell’amministrazione napoleonica e la successiva esperienza del Regno di Sardegna tenteranno interventi d’ammodernamento. I vari governi dovevano garantire la sicurezza dai briganti e il percorso stradale adeguato ai tempi, ma non sarà per niente facile. Nella seconda metà dell’Ottocento sarà la ferrovia a garantire un viaggio più sicuro, il 24 ottobre del 1874 si potrà raggiungere Spezia da Sestri Levante. Anche la strada ferrata risentirà della fragilità di questo territorio e il progetto sarà rivisto e realizzato in più occasioni, il vecchio tracciato non sarà abbandonato, ma il buio budello che trapassa la costa diventerà un’alternativa per raggiungere i borghi della costa.
Il volume si conclude con le preziose testimonianze scritte di tanti che qui transitarono: si tratta di scrittori, intellettuali, personalità pubbliche, tutte con la testimonianza della loro cronaca sul mitico percorso del Bracco. Per noi chiavaresi resta sempre da leggere la grande epigrafe di Palazzo Rocca, la testimonianza di Papa Pio VII che qui dimorò nel suo viaggio dopo aver attraversato le montagne del Bracco. Racconti lontani, di miti tuttora presenti, che rivivono nel lavoro di Rita Migliaro: un libro da leggere per comprendere i luoghi dove noi viviamo.
(* storico e studioso di tradizioni locali)
IL PROGRAMMA COMPLETO DELLA RASSEGNA