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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Boom di turisti ma infrastrutture sempre più inadeguate: la Liguria è ancora nel caos

Le enormi code e ritardi causati dall’autobus andato fuoco fra Recco e Nervi sono solo l’ultimo capitolo di una storia dell’orrore
L'autobus andato a fuoco tra Nervi e Recco
L'autobus andato a fuoco tra Nervi e Recco
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(r.p.l.) Cantieri, incidenti, infrastrutture inadeguate. La rete autostradale ligure è in continua sofferenza. Non solo persone, la regione aggiunge ai flussi generati dal turismo e dagli spostamenti pendolari un intenso traffico di attraversamento dovuto ai mezzi da e per la Francia, la Spagna, il Portogallo, e ai veicoli che si dirigono verso i porti di SavonaGenova La Spezia.

L’indicatore delle performance infrastrutturali elaborato da Uniontrasporti, che combina dati qualitativi e quantitativi, colloca la provincia di Genova al 21° posto a livello nazionale, quella di Spezia al 34°, Savona al 50° e Imperia al 65° posto.

Le enormi code e ritardi causati dall’autobus andato fuoco fra Recco Nervi sono solo l’ultimo capitolo di una storia dell’orrore che si protrae da anni. Attraversare la Liguria in auto è impresa ardua, la pazienza richiesta è notevole e la pianificazione quasi sempre inutile. 

Il fine settimana a cui andiamo incontro si preannuncia altrettanto thrilling, la galleria coinvolta dall’incendio è stata posta sotto sequestro e, di conseguenza, i lavori di ripristino interrotti. Il presidente della regione Toti auspica che lo slittamento dei tempi non superi le 24-36 ore, ma pare improbabile che la viabilità ordinaria sulla A12 venga ripristinata in tempi brevi. Si proseguirà con lo scambio di carreggiata e i relativi disagi. 

Come detto, questa è solo l’ultima goccia del mare di problemi che affliggono il sistema dei trasporti regionali. Un’inchiesta di Altroconsumo sullo stato di salute della rete autostradale italiana evidenzia le problematiche relative ai cantieri: da La Spezia a Genova 16 km di cantiere su 100 km di strada, da Genova a Milano il 39% della tratta è interessata da lavori. 

Le criticità infrastrutturali della nostra regione sono evidenti: la carenza di collegamenti con le aree interne e la già citata congestione delle autostrade, ma anche l’assenza di linee ferroviarie ad alta velocità e i porti che scontano il problema dei collegamenti con le aree retroportuali.

Le soluzioni ci sono, alcune sono già anche state finanziate, ma al di là di annunci e trionfalismi tutte le opere strategiche più importanti, in una metafora azzeccata, restano al momento imbottigliate nel traffico. I lavori per la Gronda, annunciati più volte, sono fermi. Il Tunnel della Fontanabuona partirà, forse, a marzo 2024. 

Sulle opere ferroviarie arriva l’appello di Filt CgilFit CislUiltrasportiFastUgl e Orsa al presidente Toti e agli assessori Sartori e Benveduti. “Sosteniamo con forza l’urgenza di portare a compimento tutte le opere infrastrutturali già finanziate e di trovare copertura per gli investimenti che ancora non la prevedono”, hanno scritto le sigle sindacali chiedendo un incontro con le istituzioni.

A tal proposito i lavori per il nodo ferroviario genovese dovrebbero terminare nel 2025 – secondo il programma di FS – la Pontremolese non sarà pronta prima del 2028 e il Terzo Valico non sarà attivo almeno fino al 2026. Il tutto salvo ritardi, che non possiamo permetterci.

Migliorare i collegamenti con l’entroterra significa limitare il fenomeno dello spopolamento e la perdita di competitività delle aziende insediate in quei territori. Tempi certi per gli spostamenti rendono attrattivo l’insediamento di centri direzionali sulla costa. Garantire un flusso regolare da e verso la regione significa non disperderne la capacità attrattiva turistica, in particolare in un’ottica di destagionalizzazione. Infine, solo collegamenti autostradali e ferroviari efficienti potranno garantire il definitivo salto di qualità dei porti di Genova, Savona e La Spezia e dell’aeroporto Cristoforo Colombo. Insomma, serve un’accelerata urgente per non dilapidare le opportunità e le potenzialità della regione.

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