di DANILO SANGUINETI
Uno studio di progettazione e design per il Web in una location inusuale e appartata, creato e diretto da una under 30 laureata e una quasi altrettanto giovane designer: apparentemente un super green pass; se vogliamo, dato il periodo, il racconto-strenna perfetto per coloro ai quali interessa apparire cool ed equanimi.
Una professione che più di tendenza non si può, un colpo al cerchio delle pari opportunità e uno alla botte del decentramento felice, mettendoci per buon peso la riscoperta della campagna e della eco-netiquette. Ed invece no. Non c’è trippa per buonisti e nessuna concessione all’imperante politically correct. Questo non è un posto per risarcire minoranze discriminate e inserirsi nel filone piacione della Cancel Culture.
Balance Design è un’impresa nel primigenio significato, uno studio creativo per il quale quelli sopracitati sono valori aggiunti, non le uniche doti di merito. Anzi. Una fucina di idee per società, aziende, negozi, venditori vari che vogliono dotarsi di una veste grafica all-inclusive non solo web-oriented, proporsi in una divisa che lasci appunto il segno.
Chi si reca in via Giuseppe Garibaldi 65, nella frazione più occidentale di Ne, quella di Santa Lucia, all’imbocco della Val Graveglia, incontra la non ancora trentenne Gabriella Malatesta e la non ancora quarantenne Sabrina Campanacci. E non può non rimanere affascinato dal cocktail letale di intelligenza, visione, professionalità, duttilità e, perché no, savoir faire.
Basta scambiare due chiacchiere con Gabriella e si finisce intrappolati. Il suo entusiasmo è contagioso: “Deriva dal credere profondamente in ciò che si è intrapreso. Ho conosciuto Sabrina quando entrambe eravamo ‘discepole’ di Luca Questa, il fondatore di WM, l’agenzia di soluzioni multimediali professionali e software house che a Chiavari ha cresciuto un’intera generazione di grafici ed esperti di marketing sul web e su ogni altra possibile piattaforma mediatica. Quando Luca è scomparso prematuramente, ci siamo dette che era giunto il momento di aprire una nostra agenzia creativa”.
Era la fine del 2019, l’8 gennaio successivo Balance Design apre i battenti. Due anni fa, un’era fa perché a inizio marzo del 2020 la pandemia da temuta diventava conclamata. “Verrebbe da dire che io e Sabrina siamo state di un tempismo perfetto. Per qualche giorno ci siamo preoccupate, poi ci siamo dette che era il modo migliore per temprarci. E settimana dopo settimana, passo dopo passo abbiamo ingranato. È vero che il nostro operato può essere svolto anche a distanza, lo smart working per noi è la normalità, tuttavia avevamo bisogno, per come volevamo impostare il rapporto con i clienti, anche di un contatto diretto con i committenti. Siamo convinte che video e audio siano dei succedanei, il faccia a faccia permette di capire meglio chi si ha di fronte, di cosa ha bisogno e cosa possiamo fare per accontentarlo”.
Perché Balance Design ha un approccio quanto mai diretto e ‘caldo’ con il suo lavoro. “Lo abbiamo concepito come uno studio creativo che unisce esperienze diverse e competenze uniche e si occupa di progettazione e sviluppo di idee, comunicazione visiva e design. Il nostro obiettivo è quello di fornire strategie e servizi che consentano ai nostri clienti di avere successo nel mondo odierno, dinamico e in continua evoluzione. Sviluppiamo progetti grafici e soluzioni creative di grafica, marketing, sviluppo siti web, social ed eventi a misura delle esigenze del cliente”.
Il portfolio iniziale, creato con molte ditte e imprenditori conosciuti nel corso degli anni, si è a poco a poco raffinato e oggi si è allargato a ‘borsone’ più che portfolio. Il successo dei primi lavori ha fatto da propellente. “Abbiamo la fortuna di lavorare con passione. Siamo nell’ambito dell’immagine, dai social alle campagne pubblicitarie, dai siti web alla carta stampata. Radicata nel mondo del press e del digitale, ma abbastanza flessibile da adattarsi a ogni cliente e ai continui cambiamenti del marketing e del design. La nostra è un’agenzia per chi ha ambizioni”.
La realtà è che le due ragazze adorano il lavoro che fanno: “Certo, siamo qui perché amiamo quello che facciamo. È la nostra passione, carriera e vocazione. Ci spingiamo sempre oltre”. Lo possono fare perché partono da una base affidabile e solida. Sabrina Campanacci: graphic designer e sviluppatore web, specializzata in brand identity e fotoritocco avanzato. “Fin da piccola ho disegnato, e ho coltivato questa passione e creatività realizzando illustrazioni, insegne, murales. Ho frequentato la scuola di fumetto, seguito corsi di trompe l’oeil, di fotografia e ho ottenuto la qualifica di grafico pubblicitario. Poi ho scoperto il computer ed è nato un grande amore! Anche se mantengo un rapporto feticistico con la carta stampata, amo il computer perché mi permette di sviluppare idee, creare nuovi progetti, sperimentare forme artistiche, e poi… c’è internet in continua evoluzione, scoperta, innovazione! Per ultimo (e solo per l’ordine alfabetico) il web design, del quale mi occupo ormai a tempo pieno. Ho frequentato corsi di programmazione e amo creare siti web innovativi e funzionali”.
L’altra metà della mela, Gabriella Malatesta, graphic e web designer, laureata in design e comunicazione progettuale per le imprese: “Eravamo convinte che le competenze di Sabrina unite alle mie formassero una miscela perfetta. Ecco spiegato il nome dello studio: Balance, ossia equilibrio, due professioniste che creano un flusso di continuo scambio di idee, bilanciando conoscenze, esperienze e virtù”. C’era il chi, il come e il perché, mancava il dove. “Abbiamo pensato di scegliere un posto fuori da Chiavari per questioni di praticità. Sede appartata ma non isolata, luogo tranquillo ma non addormentato, siamo alle porte della Val Graveglia, un sito raggiungibile in pochi minuti senza dover incappare nel traffico e nella mancanza di parcheggio della città della costa, in special modo di Chiavari”.
Le stesse considerazioni che portarono un certo Gates e un certo Jobs a scegliere i dintorni di Los Angeles, fuori mano ma non troppo, Redmond, Cupertino, per collocare la sede delle loro ‘modeste’ startup. All’inizio venivano giudicati dei matti ‘spaesati’, diventarono fantamiliardari. Per il momento le due ragazze dal tocco magico si accontentano di qualcosa di meno. “In nemmeno due anni di attività il lavoro svolto non solo è stato soddisfacente, ci ha fatto capire che ci sono grandi margini di espansione. Senza mai accantonare le linee maestre, seguiamo più clienti, tutti con dedizione. La loro soddisfazione è il massimo compenso e anche la massima garanzia che parleranno bene di noi. Ed in questo mondo il ‘rumore di fondo’ non è mai un dettaglio trascurabile”.
Dinamica e pragmatica, Gabriella viene da una famiglia ‘dei Due Mondi’. Mezza dalla Liguria e mezza dal Perù. “Da Lima, per la precisione. E ogni volta che posso, ci faccio un salto perché amo i due Paesi allo stesso modo”. In omaggio al suo retaggio ha scelto come nickname sui social ‘NazcaGirl’. La ragazza di Nazca, la fantasmagorica regione peruviana dove sono state tracciate dalla civiltà omonima linee che viste da terra, immanenti al disegno, appaiono solo eleganti quanto incomprensibili tracciati, graffi nel terreno dal ritmo misterioso, circonvoluzioni dallo scopo sconosciuto. Osservate dall’alto, ponendosi al di fuori della visuale usale, diventano stilizzate quanto emozionanti raffigurazioni di animali, vegetali e labirintici ma sensati percorsi. Pensandoci bene è una sorta di subliminale vocazione. Segni assemblati da menti capaci di andare ‘oltre’ che offrono visioni estetiche di ineffabile bellezza: tradotto in termini contemporanei righe di codice, cifre e lettere che interpretate da una macchina si tramutano in effigi, colori, forme, concept di modernissima valenza artistica. Da Nazca a Ne transitando per la Silicon Valley.