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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Asili e Pnrr: nel Levante rientrano Rapallo, Ne, Carasco e Chiavari. Il ministro Bianchi: “Sarà il più grande piano mai realizzato per la fascia d’età tra zero e sei anni”

La Liguria è una delle regioni italiane con il più basso indice di natalità
La Liguria è una delle regioni italiane con il più basso indice di natalità
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(r.p.l.) Partiamo da una premessa: asili nido e scuole dell’infanzia non sono la stessa cosa. All’asilo nido si può accedere dagli zero ai due anni, mentre la scuola dell’infanzia va dai 3 ai 5 anni. Oltre a questo aspetto vi sono altre grandi differenze in termini di accessibilità, finanziamenti e spese per le famiglie. La puntualizzazione può sembrare banale, ma il dibattito confuso alimentatosi dopo la proposta di Enrico Letta di estendere l’obbligo scolastico alla scuola dell’infanzia rendeva questo chiarimento necessario.

Il nostro paese ha oggi un’estrema carenza di posti negli asili nido: in Italia solo 1 bambino su 4 trova posto. Secondo i dati Istat più recenti nel 2019 erano disponibili 25,5 posti ogni 100 bambini con meno di tre anni.

Ovviamente il dato aggregato risente delle enormi differenze tra le diverse aree del paese, con il sud e le isole fanalino di coda. Nella classifica dei posti a disposizione la Liguria supera la media italiana con circa 31 posti a disposizione ogni 100 abitanti. Nelle città del Tigullio con più di 5.000 abitanti la situazione vede le sole Chiavari (34,8) e Sestri Levante (35,4) superare la soglia europea del 33%. Rapallo (26,3) e Lavagna (26,7) vanno di poco oltre la media nazionale, chiude la classifica Santa Margherita Ligure (24,7).

Non solo scarsità di posti disponibili, gli asili nido hanno anche un problema di accessibilità economica: solo il 14% dei bambini delle famiglie più povere frequenta l’asilo nido, mentre la percentuale sale al 35,1% nella fascia di reddito più alta. Secondo un’analisi, servirebbero 5,5 miliardi ogni anno per garantire gratuità e universalità degli asili nido.

Anche in questa campagna elettorale sono state avanzate proposte più o meno strutturate sui costi delle rette degli asili nido. Il Pd propone la gratuità delle rette per le famiglie a basso reddito.

Il Terzo Polo propone, oltre all’attuazione del Pnrr, il potenziamento del bonus asili nido già in vigore e la gratuità per tutte le famiglie con reddito Isee inferiore a 25mila euro.

La coalizione di centrodestra parla di asili nido gratuiti e asili nido aziendali. Il Movimento 5 stelle è l’unico tra i principali schieramenti a non avere nel programma alcuna proposta in merito.

Le criticità degli asili nido rispetto alla scuola dell’infanzia sono sottolineate anche dall’ammontare dei fondi stanziati dal Pnrr per i servizi educativi nella fascia 0-6 anni: 2,4 miliardi per asili nido e 600 milioni per scuole dell’infanzia. Gli interventi finanziati dal Pnrr prevedono 1.800 interventi di edilizia scolastica e la creazione di 264.480 nuovi posti per la prima infanzia.

Anche nel nostro territorio sono diversi i progetti che verranno finanziati dal Pnrr: per gli asili nido rientra Rapallo con 865.000 mila euro. Ammessi con riserva di specifiche progettuali, Ne (475.530 euro) e Carasco (155.000 euro). Infanzia e poli per l’infanzia vedono Chiavari aggiudicarsi 2.350.000, mentre il progetto di Rapallo da 3.750.000 euro è stato ammesso con riserva.

“Si tratta del più grande piano mai realizzato sul tema dell’istruzione per la fascia 0-6 anni”, ha dichiarato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. “Il governo ha lavorato in questi mesi e sta ancora lavorando affinché il piano sia attuato, rispettando tutte le scadenze previste. Siamo particolarmente orgogliosi del risultato raggiunto sugli asili nido: siamo riusciti ad allocare tutte le risorse disponibili, con una quota ingente di finanziamenti destinata al sud. Assicurare il diritto all’istruzione per i più piccoli, su tutto il territorio nazionale, è un elemento fondamentale per colmare il divario tra nord e sud, per rimuovere gli ostacoli al lavoro femminile e sostenere le famiglie con azioni concrete”.

Come sottolineato anche dal ministro Bianchi, l’offerta di asili nido è strettamente connessa anche all’occupazione femminile. Nonostante la situazione sia migliorata nel corso degli anni, l’Italia è tra i paesi Ue dove la disparità occupazionale tra padri e madri risulta più alta. Mentre gli occupati tra gli uomini con figli sono l’84,4%, tra le donne sono il 56,3%, la quota più bassa tra tutti i paesi europei. I dati raccolti da Openopolis evidenziano come le regioni con l’offerta maggiore di asili nido sono le stesse che presentano alti tassi di occupazione femminile.

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