Un pulsante e ti ritrovi in pochi secondi a decine di metri d’altezza. Tecnologico, misterioso, romantico e pure claustrofobico: il bello dell’ascensore è tutto qui, nel teletrasporto reale che ogni giorno ci porta al piano giusto.
Non ci sono segreti in questa macchina senza ruote che ha rivoluzionato le nostre vite e che da 60 anni ha in Longinotti una delle aziende più importanti del settore in Liguria. Circa seicento impianti da gestire come figli, il frutto di un’avventura che comincia nel 1958 su impulso di Antonio Longinotti, un giovane elettricista che lavora nei cantieri e rimane affascinato dalla cabina che sale e scende alla pressione di un numero. L’artigiano degli ascensori ci sa fare, il boom edilizio è il detonatore degli affari e Longinotti diventa concessionario FIAM, Fabbrica Italiana Ascensori e Montacarichi, l’attestazione di una qualità riconosciuta ad alti livelli.
Oggi alla guida dell’azienda c’è Renzo, nipote del fondatore, stessa passione e tempra forte. Quella che serve per far fronte ai giochi del destino che i piani li sconvolge senza preavviso: “Mio zio morì a causa di una serie di infarti nell’aprile del 1987 a soli 59 anni – racconta Renzo – Io, che mi ero diplomato all’Itis di Sestri Levante e già lavoravo in azienda come manutentore, stavo facendo il servizio militare. Ci trovammo tutti impreparati e sotto choc, avevo appena 22 anni. L’inizio fu molto difficile: trascorrevo il mio congedo, sabato e domenica, in ufficio. Ogni cosa era nuova e complicata, dalla gestione del rapporto con clienti, fornitori e dipendenti, alla semplice stesura di un preventivo. Abbiamo stretto i denti, imparando giorno dopo giorno e limitando inizialmente le nostre attività alla manutenzione e riparazione”.
La tempesta è ormai un lontano ricordo, nove dipendenti nella sede di Chiavari, una storia che va avanti a gonfie vele con gli insegnamenti dello zio memorizzati a caratteri cubitali: “Passione, volontà, serietà e caparbietà, la consapevolezza di mettercela tutta in ogni cosa che facciamo”. Impegno che regala pure emozioni: “Il momento più gratificante è stato in occasione della messa di Giovanni Paolo II in Colmata, una nostra pedana gli ha permesso di salire sul palco per celebrare la funzione. Fantastico”. Immagini che Renzo Longinotti ha davanti alla propria scrivania, incorniciate, per ricordare che sì, è davvero tutto vero. Soddisfazione, come quella più recente dell’installazione di un ascensore esterno ad un condominio di via Delpino, a Chiavari: “Non era semplice, abbiamo abbinato tecnica ed estetica”.
Estetica, già. Perché ormai il posto migliore per il selfie cattura like è proprio l’ascensore. Non c’è vip che non ne abbia almeno uno sulla propria pagina social. Una moda che ha spinto i maligni alla provocazione: ‘Ultimamente trovo sempre l’ascensore occupato. Probabilmente nel condominio qualcuno si è fatto un profilo Instagram’. Certo che i più moderni, tra luci e giochi di specchi, sono una calamita per i vanitosi. Longinotti sottolinea un altro aspetto: “Gli ascensori dotati di specchio sono meno rovinati di quelli che non lo hanno”. Insomma, ammirarsi per non trasformarsi in rigatori seriali. E se qualcuno non ci mette piede per paura, c’è chi vi è rimasto bloccato perdendo la testa: “Una volta un muratore ha incominciato a prendere a martellate la porta, soffriva di claustrofobia, se non arrivavo in tempo chissà che cosa combinava…”.
Progettare, installare e mantenere impianti da centinaia di viaggi al giorno è una questione seria, “una responsabilità che ho sempre sentito”, ammette. Lo sguardo all’innovazione promette un futuro con ascensori alimentati dall’energia fotovoltaica. E chissà se l’Italia riuscirà a mantenere il curioso primato: “Nel nostro paese ci sono più impianti che in Cina e Stati Uniti”.
Il consiglio dell’esperto? “Non prendere l’ascensore quando c’è il rischio alluvione, perché se la cabina finisce sotto il livello della strada il rischio di finire intrappolato nell’acqua è alto. Durante l’alluvione del 2014 di Chiavari alcuni ascensori erano invasi dall’acqua, per fortuna non c’era nessuno dentro”.
Longinotti è anche piattaforme elevatrici, montacarichi e servoscala, un’altra invenzione dai risvolti sociali, per anziani e disabili di vitale importanza. Spesso la chiamata che migliora la vita è quella dell’ascensore.
DANIELE RONCAGLIOLO