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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Una mostra su allevamento e transumanza in Valle Sturla: il bellissimo lavoro messo a punto da Adele Repetto all’interno dello Iat di Borzonasca

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di ALESSANDRA FONTANA

Pazienza, passione, competenza e memoria, sono solo alcuni degli ingredienti che hanno permesso ad Adele Repetto di dare vita a una mostra unica nel suo genere nel nostro entroterra: ‘Allevamento e transumanza a breve raggio in valle Sturla’. Ma questa non è l’unica esposizione permanente all’interno dello Iat di Borzonasca che infatti ne conta tre: di una ci siamo già occupati, è quella dedicata alle opere della Resistenza di Nicola Neonato, che si sviluppa anche nei sotterranei del Comune di Borzonasca. L’altra riguarda le teste apotropaiche ed è stata anch’essa studiata e realizzata da Adele Repetto nel 2011: “Ci sono dei pannelli fotografici con delle frasi di autori che avevo raccolto, sono presenti dei calchi che erano stati fatti dall’architetto Duilio Citi che li ha donati tramite me al Parco dell’Aveto”.

Nelle Valli del Parco dell’Aveto sono stati rinvenuti numerosi esempi di volti di pietra scolpita. Queste misteriose sculture fanno parte ancora oggi, purtroppo sempre in minor numero, della realtà rurale che le ha prodotte: si possono trovare sulle facciate degli edifici, ai lati dei portali, sopra gli architravi, su pilastri o all’interno delle case, vicino al focolare. Non mancano esempi in prossimità di fontane e abbeveratoi, o inerite nei muretti di sostegno degli orti.

L’idea di Repetto e del direttore del Parco, Paolo Cresta, è quella di non perdere la memoria e far rivivere, attraverso questi allestimenti, visitabili tutto l’anno, il passato della Valle Sturla. Un passato fatto di cultura contadina, storia e ricchezze di altri tempi. Per questi motivi Repetto ha ricoperto diversi ruoli per realizzare l’esposizione dedicata all’allevamento in valle: ha intervistato persone, ri-mappato sentieri, ha scovato documenti e riunito tutto ciò che permettesse di strappare all’oblio una parte di storia che è inevitabilmente parte del nostro presente.

“Stiamo anche pensando di organizzare delle visite guidate con me, specialmente per questa sull’allevamento. La mostra è composta da una parte fisica con oggetti legati al mondo, alla cultura contadina e all’allevamento con la raccolta del latte e la produzione di formaggio. Ci sono attrezzi legati alla raccolta del fieno, insomma tutto quello che riguardava anche indirettamente l’allevamento”.

L’altra parte, come di consueto, è più fotografica: “Ci sono delle immagini molto belle che ha realizzato Giacomo Aldo Turco, ormai fotografo delle valli da anni”. E poi la vera e propria novità è la parte virtuale: “C’è una postazione web che abbiamo creato dove è possibile accedere al sito. Un modo per vedere tutto il materiale che sono riuscita a raccogliere mentre lavoravo a questo progetto. Su questo sito ci sono fotografie, approfondimenti storici sulle località più importanti della Valle Sturla per quanto riguarda l’allevamento”.

E Repetto continua come un fiume in piena: “Ci sono gli approfondimenti sulle malghe, ne avevamo tre attive. Ora sono rimaste solo due, Perlezzi solo in parte. Fino a poco tempo fa c’era l’agriturismo che poi ha chiuso ma a breve dovrebbe ripartire a pieno regime sia come malga, sia come attività di agriturismo”.

Ed è questa un’altra lotta, non da poco, per l’entroterra che deve fare i conti con lo spopolamento e con la chiusura delle attività. Doppiamente importante quindi il lavoro di persone che non solo recuperano la storia dei paesi ma addirittura portano persone dall’esterno per farla conoscere. Tornando alle malghe Repetto aggiunge: “C’è la malga di Zanoni, riconvertita in rifugio, ma c’è ancora una stalla che viene affittata per gli allevatori, e poi la malga di Vallepiana che è ancora attiva, c’è Graziano Podestà con le sue capre”. Un capitolo importante è dedicato a queste malghe, realizzate sulle alture del Monte Aiona a servizio delle frazioni montane, a partire dal secondo dopoguerra: si tratta delle uniche strutture di questo genere presenti in tutto l’Appennino ligure, che testimoniano loro stesse i servizi di alpeggio solidale e familiare svolti dalle famiglie di allevatori delle frazioni citate.

“Questo lavoro mi ha appassionato tanto, mi è piaciuto riscoprire notizie sull’allevamento, cercare le fonti e cercare di scrivere la storia delle malghe che non era mai stato fatto, sono peculiarità del nostro territorio. Ho trovato un articolo del 1967 in cui gli allevatori di Sopralacroce venivano definiti l’élite della monticazione organizzata. Questo dimostra che c’è stato un momento d’oro per l’allevamento in Valle Sturla. Mi sono anche occupata delle interviste, la parte più antropologica, ho raccolto le testimonianze orali”.

E l’unione fa davvero la forza quando i progetti si danno obiettivi così importanti: “Grazie alla collaborazione delle persone sono riuscita a raccogliere foto d’epoca che si possono confrontare con le attuali, per esempio. Questo lavoro ha coinvolto diversi soggetti, ne ho contattati il più possibile per cercare di reperire documentazione. Ho fatto dei sopralluoghi cercando di individuare, attraverso i racconti degli anziani e degli allevatori che ancora sono attivi, percorsi che venivano usati nel tempo per spostare il bestiame e ho provato a mappare gli antichi casoni, usati prima della costruzione delle malghe”.

Un lavoro accurato e paziente che è stato inaugurato il 16 dicembre e che potrà essere ammirato ogni martedì dalle 9 alle 13 e dalle 14,30 alle 17,30, mentre per ogni giovedì, sabato e domenica l’orario è 9-13.

La mostra è stata realizzata nell’ambito del progetto Interreg IT-FR Marittimo 2014-2020 ‘Cambio

Via – Cammini e Biodiversità: Valorizzazione Itinerari e Accessibilità per la Transumanza’ ed è un’iniziativa promossa dal Parco dell’Aveto, in collaborazione con il Consorzio ‘Una Montagna di Accoglienza nel Parco’ e il Comune di Borzonasca che la ospitano nei propri spazi di accoglienza e informazione turistica.

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