di VITTORIA LOFFI *
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Uno stato poco popolato, rurale, bianco e con lo storico diritto ad inviare 40 dei 2429 delegati totali alla Convention Nazionale Repubblicana prevista per luglio a Milwaukee, in occasione della quale si conoscerà (o confermerà) il nome del Repubblicano che sfiderà il candidato Democratico alle presidenziali: così l’Iowa dà ufficialmente il via alla lotta elettorale per conquistare il 1600 di Pennsylvania Avenue.
La prima sfida alle urne ad inaugurare il 2024 è stata tutta metereologica: se, infatti, da un lato, l’esito dei primi caucus Repubblicani in Iowa in pieno favore di Donald Trump poteva apparire dopotutto scontato, l’affluenza a fronte della violenta tempesta di neve che si sta abbattendo sullo Stato, dal canto suo, poteva far presagire risultati differenti.
Diversi analisti hanno temuto il peggio per Trump, prospettando la possibilità che le profondamente avverse condizioni metereologiche frenassero i supporter dell’ex Presidente dal recarsi alle urne, dando troppo per scontato una sua ampia vittoria sugli sfidanti Repubblicani Ron DeSantis (Governatore della Florida), Nikki Haley (ex Governatrice della Carolina del Sud ed ex Rappresentante permanente alle Nazioni Unite) e Vivek Ramaswamy (imprenditore). Tuttavia, il magnate ha messo a tacere ogni illazione: Donald Trump ha ottenuto poco più del 50% dei voti e un distacco di circa 30 punti su DeSantis e Haley. Ramaswamy, ottenendo il 7,7% dei voti, ha deciso di ritirarsi dalla corsa, dirottando i propri sostenitori su Trump. È testa a testa, invece, tra DeSantis arrivato secondo al 21,2%, e Haley che lo segue a ruota con il 19% dei voti. Per decidere chi tra i due la spunterà come unica alternativa a Trump servirà aspettare il prossimo appuntamento elettorale in New Hampshire.
I caucus in Iowa hanno fatto dunque scoccare l’inizio ufficiale del processo di nomina presidenziale, volto a decretare chi saranno i candidati Repubblicani e Democratici nella corsa alla Casa Bianca. Anche quest’anno, i Repubblicani hanno proceduto come da tradizione, riunendosi in ogni distretto elettorale – tendenzialmente in scuole, palestre e centri di aggregazione cittadina – per votare a partire dalle 19:00 ora locale di lunedì 15 gennaio.
Perché, tuttavia, i riflettori mediatici sono tutti puntati sui Repubblicani? Come procedono per la corsa presidenziale del 2024 i Democratici? i Democratici dell’Iowa, pur organizzando formalmente i caucus del partito nello stesso giorno, non hanno votato come le controparti Repubblicane: i sostenitori del partito dell’Asino, infatti, voteranno per posta e i risultati non si conosceranno fino al 5 marzo, il giorno del Super Tuesday Repubblicano, quando si receranno alle urne contemporaneamente sedici stati e territori. Nonostante la designazione di un sistema di voto differente, i Democratici dello stato agricolo si sono riuniti votando risoluzioni e delegati supplenti.
La scelta verticistica – compiuta dal Presidente Biden dopo le incongruenze nella comunicazione dei risultati dem in occasione dei caucus del 2020, che lo avevano addirittura visto classificarsi come quarto – ha avuto l’effetto di mettere da parte nella corsa elettorale un Iowa prevalentemente bianco, trasmettendo il messaggio che i Democratici non identificano più lo stato come un buon previsore delle elezioni nazionali. A inaugurare, per davvero, la corsa Democratica alla presidenza sarà il South Carolina, ritenuto più in grado di riflettere lo spirito del suo elettorato.
Tornando all’Iowa Repubblicano, in occasione del 15 gennaio, i luoghi pubblici adibiti a distretto elettorale sono un totale di 1657 e il processo dura tradizionalmente tra i 90 minuti e le tre ore, nel corso delle quali i partecipanti sono chiamati a discutere pubblicamente le proprie preferenze cercando di attrarre il più ampio sostegno possibile per il proprio candidato (o candidata) favorito. Tuttavia, in quella che è stata una serata da record, Trump aveva già ottenuto la maggioranza dei voti in meno di mezz’ora, portando a casa il più ampio margine di vittoria per un caucus Repubblicano dai tempi di Bob Dole nel 1988.
I Repubblicani dell’Iowa hanno votato a scrutinio segreto ed è stato poi il Gran Old Party dello Stato a riportare i risultati definitivi che hanno sancito il dominio di Trump. Il sistema attualmente vigente in Iowa per l’assegnazione dei delegati è semplice e diretto: i candidati ottengono i delegati in proporzione al loro sostegno nel voto a livello statale. Con un tale risultato, l’ex Presidente si assicura la metà dei 40 delegati in palio in Iowa e parte con il giusto slancio verso i prossimi appuntamenti elettorali.
(* contributor Jefferson – Lettere sull’America, ricercatrice di storia americana)