di MICHELE SCANDROGLIO *
Cesare Castelbarco, munito dei conforti religiosi, è serenamente mancato: così recita l’annuncio della famiglia.
Ho avuto il piacere di conoscerlo e di frequentarlo, Cesare: un uomo tutto d’un pezzo, carismatico, consapevole della sua storia, intrepido e generoso.
La nostra amicizia nacque quando scoprimmo che eravamo entrambi di “origine varesotte”. Infatti se pure nati io a Chiavari e lui a Milano avevamo una comune appartenenza alla provincia di Varese, dove suo padre, il Conte Carlo, era stato sindaco di Casciago dal 1951 all’89. Io lo avevo conosciuto verso la fine del suo mandato, negli anni in cui anche io ero impegnato nella vita pubblica varesina.
Quel Sindaco – Conte, Principe, un gentiluomo di altri tempi – ci fece così diventare amici.
Cosa dire di Cesare Castelbarco? Le cronache della sua famiglia si perdono nei secoli, ogni dettaglio è noto; e allora mi piace ricordare quando mi raccontò che aveva cominciato a lavorare in miniera: sì, il Principe in miniera.
Si trattava di una miniera in Sardegna, credo di proprietà della sua famiglia. Là il Principe imparò, scendendo sottoterra nei cunicoli, a conoscere la vita dei minatori, gente dura e leale, arricchendosi così di una umanità e simpatia che lo ha poi sempre caratterizzato.
Ecco mi piace ricordarlo così, sereno, coraggioso e gentile.
(* Imprenditore, console onorario della Bulgaria, già parlamentare della Repubblica)
IL NOSTRO RICORDO E QUELLO DEL NOSTRO EDITORE
(m.g.) Il mondo della finanza italiana dà l’addio a Cesare Castelbarco Albani, imprenditore e manager molto conosciuto e apprezzato per la sua competenza e signorilità.
Nato nel 1952 a Milano da famiglia di origini nobili, tanto che a Genova dove ha vissuto gran parte della sua vita era chiamato “il principe”, Castelbarco è scomparso lunedì scorso dopo un aneurisma a seguito di una polmonite che lo aveva costretto a un ricovero d’urgenza all’ospedale Sacco di Milano.
La sua lunga esperienza lavorativa lo aveva visto all’opera in vari settori, dal riso alla logistica, ma la sua ribalta alle cronache nazionali era arrivata nell’ultimo decennio con gli incarichi nel settore bancario.
Chi lo ha conosciuto lo ricorda per la sua abilità, le intuizioni, il carisma, l’autorevolezza, la sua autentica ironia, ma anche la sua profonda e invidiata conoscenza del mondo imprenditoriale e finanziario. Ha saputo essere anche un attento osservatore della vita politica genovese, guardata senza distacco nobiliare, ma con appassionata partecipazione.
In questi giorni in tanti lo hanno ricordato disegnando un ritratto che evidenzia lo “standing” di un personaggio che ha saputo avere relazioni e legami con tantissimi esponenti del mondo dell’economia e della politica, ma senza mai concedersi invasioni di campo.
È stato storico socio e per alcuni anni presidente dell’emittente televisiva Primocanale e il giornalista Mario Paternostro, in un bellissimo articolo, ha evidenziato alcuni elementi che rappresentavano il suo tratto distintivo.
“Cesare Castelbarco, aveva la dote della saggezza, la qualità della moderazione, del ragionamento di buon senso, senza perdere, se necessaria, la zampata di originalità nella scelta di una strada. Ma per me, cresciuto con il filo dell’ironia e dell’autoironia attorcigliato alle vene genovesi, è stato anche un piacevolissimo amico, spiritoso, divertente. Come quando una sera, in un ricevimento in televisione, mi prese in un angolo e indicando i miei mocassini color marrone scuro osservò, sorridendo. “Dopo le 17, caro Mario, sempre scarpe nere”.
Tra i primi ad esprimere cordoglio per la scomparsa di Cesare Castelbarco Albani è stato il sindaco di Genova, Marco Bucci: “Con profonda tristezza ho appreso della scomparsa di Cesare Castelbarco Albani, una figura di grande rilievo per la nostra comunità. Presidente di Bper Banca Private Cesare Ponti, agente marittimo e già presidente di Banca Carige e della finanziaria ligure Filse, Castelbarco Albani ha dedicato la sua vita professionale alla crescita e allo sviluppo del nostro territorio, sempre con visione e passione. A nome della città di Genova esprimo le mie più sentite condoglianze alla famiglia e ai suoi cari, unendomi al cordoglio di tutti coloro che hanno avuto l’onore di conoscerlo e apprezzare il suo straordinario contributo”.
Grande tifoso interista (ha fatto anche parte del consiglio di amministrazione nerazzurro nell’era Moratti) era considerato anche in ambito nazionale un gentiluomo d’altri tempi per i suoi modi affabili e pacati.
“Figura di riferimento per la comunità imprenditoriale e finanziaria – lo ricorda il nostro editore Antonio Gozzi – lascia un grandissimo vuoto. Elegante, raffinato, sempre collaborativo, sapeva coniugare visione e azione. Lo avevo incontrato poche settimane fa ad un convegno e come al solito mi aveva abbracciato con il suo sorriso gentile, dimostrando stima e simpatia che ricambiavo. Era una voce autorevole che mancherà per la sua competenza e senso di responsabilità, evidenziato in tutti i numerosi incarichi ricoperti nella sua prestigiosa carriera”.