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Ad Avegno il museo delle campane viaggia nel tempo  - Piazza Levante

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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Ad Avegno il museo delle campane viaggia nel tempo 

È aperto tutto l’anno nell’ex fonderia Picasso e continua ad attirare moltissimi visitatori
Il Museo delle Campane è una delle principali attrazioni di Avegno
Il Museo delle Campane è una delle principali attrazioni di Avegno
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di ROSA CAPPATO

Valorizzare l’entroterra alle spalle di Recco. Questo l’obiettivo del museo delle Campane di Avegno, struttura antica frequentata dagli appassionati, aperto tutto l’anno. E’ di venerdì scorso l’ultima visita, da parte di alcuni intenditori provenienti da Verona, giunti apposta per vedere il museo. 

Siamo nella Valle del Tempo, nell’entroterra del Golfo Paradiso, zona nota per le campane e gli orologi, che comprende i comuni di Uscio ed Avegno. Ad Avegno è stato aperto un piccolo, grande, museo dedicato alle campane. Ha sede nella famosa ex fonderia Picasso, a circa 30 chilometri da Genova, della stessa famiglia che per oltre 400 anni ha legato il suo nome all’arte di realizzare le campane. 

La gestione del museo è stata affidata dai Picasso al Comune di Avegno e all’interno custodisce vari materiali, strumenti e ogni tipo di lavorazione che narra e illustra un artigianato unico nel suo genere, nel pieno rispetto delle antiche tradizioni. In questo piccolo Comune le campane accompagnano il susseguirsi delle ore, annunciano i momenti liturgici e negli anni sono stati anche segnale di allerta di eventi legati alla comunità. Viene dedicato ampio spazio alla storia della fonderia anche sul sito comunale di Avegno. L’attività legata alla produzione di campane fu intrapresa della famiglia Picasso dal XVI secolo. Fino agli anni ‘30 del XIX secolo buona parte delle fusioni avveniva direttamente sul luogo di impianto dello strumento, con la realizzazione dei simulacri in terra locale e la fusione del metallo in fornaci appositamente realizzate sul posto. Dalla fine dell’Ottocento, invece, grazie allo sviluppo della strada carrozzabile, che permetteva il transito di carri, la fonderia poté avere una sede fissa proprio nella valle. Oggi è un museo ‘vivo’ e sempre aperto poiché questo è l’obiettivo: far conoscere la sua storia. 

Loredana Ballabene se ne occupa volentieri e, chiamandola (al numero 3397166000), con gentilezza, passione e competenza illustrerà questo luogo particolare ricco di storia. “Arrivano molte persone interessate – spiega la volontaria – venerdì si è presentato il gruppo appartenente all’associazione Suonatori di Campane a Sistema Veronese, nata nel 1983, per la tutela dell’arte campanaria. Sono venuti a vedere dove è stata fusa la loro campana, in occasione del trentesimo anno di installazione a Ca’ degli Oppi, frazione di Oppeano. Si tratta dell’unica campana fusa dalla ditta Picasso per quella provincia”. 

I campanari veronesi si distinguono da quelli della Valle del Tempo in quanto suonano servendosi di una corda, mentre ad Avegno e dintorni si suonava (perchè oggi in molti campanili il suono è registrato), tramite una tastiera. Fino al 2005, anno di chiusura dell’attività dei Picasso, la produzione di campane è stata eseguita seguendo il metodo tramandato dal momento della fondazione dell’attività: si realizza il simulacro in argilla, si passa alla tornitura manuale dei profili, segue la realizzazione di uno stampo in terra refrattaria e la fusione della lega di bronzo. La fusione, nel complesso, durava dalle 7 alle 8 ore, mentre il momento della colata di bronzo durava al massimo una decina di minuti. Il ciclo produttivo era di circa un mese per ogni strumento. La particolarità della produzione della ditta Picasso consisteva nella costruzione del modello che avveniva su appositi torni posti in orizzontale e non in verticale, come accade invece in altre fonderie di campane. Questa tecnica esclusiva consentiva di ottenere ottimi risultati per quanto riguarda l’intonazione che veniva garantita dalla fusione senza rettifiche, realizzata, come vuole la tradizione, con l’antico forno a legna. Il museo nel tempo è stato anche ristrutturato con fondi del progetto di valorizzazione delle risorse naturali e culturali della Liguria (Asse 4 del Por Fesr 2007-2013), poiché la struttura, costituita da due livelli, il pianterreno e il seminterrato, presentava elementi di degrado visibili, causati principalmente dalla mancata manutenzione del manufatto. L’intervento ha interessato principalmente la zona della fornace, realizzata con copertura in laterizio e struttura mista. La fornace si trovava già in origine al piano terra, senza dislivelli col piano esterno, proprio per consentire lo spostamento di carichi di notevole peso. Il museo delle Campane di Avegno nel 2018 ha fatto anche bella mostra di sé, in forma ridotta, ma assai fotografata, all’Euroflora di Genova, dove si è cercato di presentare una parte del territorio e delle proprie tradizioni. Quest’anno le persone in visita accolte da Ballabene non sono mancate e i veronesi che avevano desiderio di vedere dove fosse stata realizzata la loro campana sono solo gli ultimi di una lista lunga. Nei mesi precedenti c’è stato ad esempio anche un gruppo di persone di un raduno motociclistico e tutti sono entrati al Museo delle Campane. “Durante l’estate – aggiunge la donna – il caldo eccessivo ha scoraggiato qualcuno, ma nei mesi a venire attendiamo altre persone, poiché resta alto l’interesse per il nostro museo, come il passaparola di chi viene la prima volta e poi racconta quello che ha visto. Purtroppo anche negli anni passati, a causa del Covid, sono diminuite le prenotazioni, e quindi i ritmi rispetto agli anni precedenti, ma la tendenza è cambiata. Ricordo che noi ci siamo sempre, sempre aperti: chiamate e venite a trovarci, perchè questo museo è vivo”. All’interno, oltre a vedere da vicino ‘pezzi’ originali e processi di lavorazione, oltre il forno, si può scoprire come ‘nasce’ una campana, ripercorrendone tutto il procedimento, ma anche venire a conoscenza del fatto che Enrico Picasso e figli hanno ricevuto la medaglia d’oro per la fonderia, premio fedeltà al lavoro compiuto dal 1594 al 1966, 372 anni ininterrotti, seguiti da altri sempre senza sosta, sino al 2004, tagliando il traguardo dei 410 anni di realizzazione di campane. Queste prodotte nello stabilimento di Avegno hanno fatto il giro del mondo: non sono infatti state montate solo in Liguria, ma anche in numerose chiese di tutta Italia e all’estero, come in Brasile, Argentina, Croazia, Tanzania, Repubblica Centrafricana, Perù. 

Il museo delle Campane è aperto il sabato alle 10; 12; 15; 18. Per le scolaresche e i gruppi c’è sempre la possibilità di concordare orari di visita con Loredana, oltre alla normale apertura al pubblico, oppure anche telefonando all’Ufficio Tecnico del Comune di Avegno (0185 799927).

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