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Giovedì 11 dicembre 2025 - Numero 404

Il Groove Roller di Sestri pattina… a occhi aperti

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di DANILO SANGUINETI

Quale sport può essere più rock dello skating? Il pattinaggio su pista che in Italia ha sempre sofferto di una sudditanza non giustificata nei confronti di quelli su ghiaccio. Rotelle contro lamine, una sfida che dalle nostre parti per evidenti ragioni climatiche – sempre più pressanti – viene vinta con facilità dalle scivolare su ruote gommate anziché su metalliche e affilate lame che richiedono spazi speciali e assai complicati da allestire e mantenere.

Mentre il Palaghiaccio resta un sogno, di piste e spazi per il rolling-skate se ne trovano a bizzeffe, almeno per iniziare. Open space adatti per dare le prime schettinate, e recinti per passare all’agonismo in tempi ragionevoli. Consolidati e affollati gli impianti di pattinaggio nel capoluogo regionale, da tenere d’occhio quello, rampante, a Sestri Levante posto a poche centinaia di metri dallo svincolo autostradale, sulla via per Santa Vittoria, subito dopo il Bowling, quasi a costituire un distretto ‘american way of life‘.

Perché gli skater professionisti negli Usa sono milioni e le discipline che si praticano con i pattini a quattro ruote, sistemate a rettangolo o in linea (i famosi rollerblade), sono seguitissime: dalla corsa, alle esibizioni freestyle sino ad arrivare al pattinaggio artistico, di figura, ballo, singolo e coppia.
Proprio a quest’ultima specialità fa riferimento il Groove Roller Sestri Levante, che è nato nel 2005 per gestire l’area riservata per il pattinaggio a rotelle in località Ramaia. Il presidente Marcella Bachi ha visto crescere la sua creatura in maniera costante e confortante in questi 14 anni: “Nella fase iniziale accogliemmo tutti, piccoli e grandi, chiunque voleva praticare il pattinaggio a rotelle. Ci eravamo impegnati in ogni disciplina, dalla corsa alle esibizioni. Nel 2014 la svolta: ci siamo concentrati sul pattinaggio artistico, adattando lo spazio a nostra disposizione. Sono rimaste due half pipe (i muri incurvati che facilitano salti ed evoluzioni), però la maggior parte dell’area è aperta e libera da impedimenti per consentire un allenamento di più gruppi. Stiamo parlando di uno spazio di circa 1200 metri quadrati”.

Il Groove Roller ha ampi margini di crescita. Al momento ha 40 tesserati che praticano l’artistico a livello agonistico. “Ogni mese arrivano nuovi volti, soprattutto giovanissime che all’inizio si divertono ma poi si appassionano e continuano con un impegno che negli anni diventa severo”.

L’ampia arena in località Ramaia ospita allenamenti e manifestazioni – molto bella e affollata quella tenutasi sabato 2 marzo per festeggiare il Carnevale – non le gare. Per farlo, così come per avere un’attività che possa snodarsi senza interruzioni nell’arco di 12 mesi, con una fascia oraria soddisfacente, servirebbe una copertura fissa. “È vero – ammette la presidente Bachi – posso dire che sia il nostro sogno. In teoria la decisione è già stata presa: nell’area dovrebbe sorgere il nuovo depuratore comunale, e nel progetto approvato è indicato, tra gli oneri di urbanizzazione che la ditta vincitrice dell’appalto dovrà sostenere, anche la costruzione della copertura per la pista da pattinaggio. Avremmo quel tetto che da tempo sogniamo. Non saremmo più alla mercé degli eventi atmosferici. Ogni volta che piove dobbiamo per forza chiudere. Il che crea enormi difficoltà alle nostre ragazze che competono nei campionati federali, Uisp e Aics. Le nostre ragazze provano e riprovano, viaggiano su un ritmo di 4 allenamenti a settimana, nei mesi piovosi (o che dovrebbero esserlo, vedi gli ultimi, ndr) è un disastro se non riescono a tenere la media”.

Conoscendo i tempi della burocrazia e quelli dei cantieri “non agevolati da condizioni specialissime”, il Groove Roller Sestri Levante sarà costretto a mordere il freno ancora per un po’ di tempo: “Quello che conta è la speranza. Il piano del depuratore ce la fornisce, possiamo stringere i denti”. Magari prestare un paio di messaggeri a rotelle per portare le scartoffie da un ufficio all’altro. Non è forse vero che in Italia le uniche ruote a venire ‘unte’ in modo legittimo sono quelle dei pattinatori?

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