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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Sanità: il piano dell’Asl 4 che fa litigare i comuni del Levante

L'ospedale di Sestri Levante
L'ospedale di Sestri Levante
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(r.p.l.) Alle parole sono seguiti i fatti. L’Ospedale di Sestri Levante è stato in parte smantellato. Nonostante gli appelli e gli allarmi della sindaco Valentina Ghio. Nonostante le rassicurazioni da parte della Regione Liguria. Nonostante i buoni propositi del piano di risistemazione predisposto dall’Asl 4. Nonostante tutto.

Si sa quel che va via, non si sa quel che arriverà. Perché la smobilitazione è di fatto in partenza in queste ore e del futuro si parlerà. Chissà come, chissà quando. A svuotare si fa presto, a riempire un po’ meno. E Valentina Ghio sta scoprendo sulla propria pelle, insieme ai suoi concittadini, quant’è brutto aver avuto ragione.

Venerdì comincia ufficialmente il Piano di Riorganizzazione Aziendale di Asl 4. Da Sestri Levante vanno via Urologiae Otorinolaringoiatria, con destinazione l’ospedale di Lavagna. Mentre la Day e la Week Surgery, ovvero le chirurgie di media e bassa complessità, che in questo ospedale rappresentano una assoluta eccellenza, prenderanno la direzione di Rapallo. Sono due strade differenti, pur dentro lo stesso territorio del Tigullio, di competenza di Asl 4. Perché differenti sono i contenuti, le conseguenze e pure gli aspetti ‘politici’ di determinate scelte. All’utente finale magari possono non importare, ma andare a capire è essenziale.

Mentre appare condivisibile il ‘trasloco’ dei reparti di Urologia e Otorinolaringoiatria a Lavagna, perché è giusta l’intenzione di potenziare questo ospedale e di renderlo sempre più un Dea di primo livello per tutto il territorio, lascia abbastanza sconcertati lo smantellamento della ‘piccola’ chirurgia. Uno dei punti di forza, se non il principale, dell’ospedale di Sestri Levante, che conta oltre mille interventi all’anno e pazienti da tutta l’Asl 4, oltre che da tutta la Liguria e buona parte del Nord Italia. Un’eccellenza, nel vero senso della parola.

E allora perché andare a toccare quello che funziona? Quale strana e perversa tendenza vi è, a qualsiasi latitudine, nell’andare sempre a colpire ciò che va, senza occuparsi di quello che non va? Perché impoverire Sestri Levante? Quanto costa questo trasloco? Quanto costerà, se e quando verrà fatto, riallestire gli spazi lasciati vuoti?

Il direttore generale di Asl 4, Bruna Rebagliati, parla attraverso un comunicato: “Con queste due attivazioni, il Piano Organizzativo Aziendale (POA) di Asl 4 entra nel vivo della sua attuazione, creando i presupposti per l’ulteriore sviluppo, che prevede l’avvio dei cantieri di lavoro per la valorizzazione anche dei percorsi riabilitativi che troveranno all’Ospedale di Sestri Levante la loro compiuta realizzazione, a completamento di un percorso virtuoso che, conformemente agli indirizzi del Piano Socio Sanitario Regionale, vede il paziente al centro dell’intero sistema di cura”.

E l’assessore regionale alla Sanità Sonia Viale, sempre via comunicato, esulta: “Si tratta della realizzazione di un nuovo percorso virtuoso e di buona sanità, dove l’adozione dei migliori standard organizzativi, clinico-assistenziali e tecnici ha trovato compiuta adozione nell’ambito della riorganizzazione aziendale di Asl 4, che, in sinergia con Alisa, ha puntato alla migliore valorizzazione dell’intero patrimonio umano e immobiliare dell’azienda”.

Una veduta esterna dell’ospedale di Rapallo

Secondo Asl 4, “la centralizzazione dei percorsi chirurgici a media-bassa complessità, all’interno dell’Ospedale di Rapallo, garantirà la massima efficienza nell’utilizzo delle risorse umane e strumentali dell’azienda, assicurando il pieno utilizzo degli spazi operatori presenti che, realizzati nel rispetto dei più importanti standard di qualità, potranno essere sfruttati in tutta la loro potenzialità a vantaggio dei nostri assistiti, che potranno usufruire di una maggiore disponibilità di sedute operatorie, in un contesto di elevata conformità ai più elevati standard di sicurezza”.

È sicuramente un percorso virtuoso, così come viene presentato. Asl avrà valutato con attenzione. In tempi in cui vanno di moda le valutazioni di costi e benefici, immaginiamo uno studio abbastanza approfondito. Purché sia esclusivamente tecnico e non abbia nulla, ma proprio nulla, di politico.

Perché, sinceramente, per come è stata condotta l’operazione, per i troppi silenzi e le mezze parole incassate dalla sindaco Valentina Ghio alle sue ripetute missive in regione, per le troppe esternazioni da parte della maggioranza che governa in Regione, tutto il contesto non sembra così immune da condizionamenti.

Chiudiamo, come detto, il caso Lavagna. E concentriamoci sull’altro. Non sfugge ai più attenti osservatori come sia in corso un processo assai evidente di ‘rapallizzazione’. Che non riguarda, in questo caso, le speculazioni edilizie degli anni passati. Ma la centralità che questo comune sta avendo sempre di più, a dispetto di Chiavari, Sestri Levante e di tutti gli altri della costa. Davvero la politica non c’entra nulla? Dopo il caso del liceo linguistico negato a Chiavari, e l’apertura – nella città un tempo centro nevralgico per studi e servizi – di una succursale del Da Vigo di Rapallo (in spazi che, come scritto da ‘Piazza Levante’, sono ancora tutti da inventare), ecco un altro ‘regalo’, quello della chirurgia d’eccellenza.

La parola ‘regalo’ non è impropria né usata a caso. Perché fa perfettamente il paio con le dichiarazioni del sindaco Carlo Bagnasco: “È una giornata davvero importante per Rapallo e per il comprensorio. L’arrivo della Day e della Week Surgery aiuta a rivitalizzare il nostro ospedale. Ringraziamo l’assessore regionale Sonia Viale, il direttore generale Bruna Rebagliati”.

A far da eco, tutto il centrodestra regionale. Claudio Muzio: “Questo piano di riorganizzazione porterà benefici a tutto il Tigullio”. Alessandro Puggioni: “Siamo estremamente soddisfatti e ringraziamo l’assessore regionale Sonia Viale e il direttore generale Bruna Rebagliati per il lavoro svolto”. Non solo, perché Puggioni per Rapallo rilancia ulteriormente: “Spero nella realizzazione, come per Cairo, Bordighera e Albenga, di un pronto soccorso pienamente funzionante”.

Sull’altra sponda del Tigullio, a estremo oriente, la sindaco Valentina Ghio, del Partito Democratico (sarà un caso?), è lasciata da sola a fare il controcanto: “I nostri timori sono tutti confermati. Sappiamo quando i reparti andranno via, ma non sappiamo quando arriveranno i servizi previsti per il nostro ospedale. Peraltro, si parla di potenziamento, ma noi certi servizi come neuropsichiatria infantile e rivisitazione dell’attività oncologica già li abbiamo. Qui devono ancora dirmi, visto che parlano di sviluppo, quanti fisioterapisti e operatori in più sono previsti a Sestri, per sfoltire le lunghe liste di attesa”.

Il comunicato di Asl 4, parlando di Lavagna, spiega: “La necessità di conformità agli standard del Decreto Balduzzi ha trovato con questo trasferimento la sua completa realizzazione, inoltre la contestuale presenza della ‘rianimazione’ consentirà la possibilità di effettuare interventi ad elevata complessità, ad oggi attuabili solo previo trasferimento del paziente”. Mentre per Rapallo si dice, in maniera asettica: “Contestualmente la Day-Week Surgery prenderà avvio all’Ospedale di Rapallo”.

E allora perché tutto non si è fermato qui? Sul piano tecnico? Che bisogno c’era di far intervenire la politica? Perché le dichiarazioni dei consiglieri regionali? Perché i ringraziamenti? Perché deve sempre prevalere il campanile, il mettere le amministrazioni l’una contro l’altra? Perché, se il piano di Asl 4 guarda, giustamente, al discorso complessivo, questo è stato ancora una volta rovinato dai politici? Perché bisogna sempre pensar male?

La conclusione la fa Luca Garibaldi, consigliere regionale del Pd: “Alla fine la scelta della Regione continua a essere la stessa: il Tigullio come periferia della sanità della Liguria, scatenando una guerra tra poveri fra i tre ospedali esistenti, che si contendono l’un l’altro quello che c’è senza ricevere dalla Regione investimenti e attività, anche di carattere regionale, sul proprio territorio”.

Come nel caso del linguistico. Una guerra tra poveri. A dispetto degli appelli all’unità, mai il Tigullio è stato così diviso. Un altro esempio? Quello del Parco Nazionale di Portofino. Un’occasione irripetibile che si sta buttando nel gabinetto.

Le brutte figure, ormai, non si contano davvero più.

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