Dalla prodigiosa capacità delle mani di Biagio Cavanna, il massaggiatore cieco di Fausto Coppi che si avvaleva solo del fiuto straordinario del suo tatto, sino ai droni e al GPS che seguono passo dopo passo, scatto dopo scatto, i calciatori sul campo nelle partite ufficiali come degli allenamenti e che elaborano una quantità di dati tale da riempire dischi rigidi di amplissima capienza.
Ne ha fatta di strada la scienza della preparazione atletica di sportivi professionisti. Sì, perché di scienza si tratta non più di pratiche più o meno sperimentali, più o meno abborracciate. Prima si andava a tentoni, adesso si procede seguendo tabelle minuziose, calcoli complicati tarati sul singolo atleta di ogni singola disciplina, tenuto conto di mille e mille variabili.
Un’idea di quanto sia raffinata la ricerca, metodica e in costante evoluzione la fornisce il protagonista del convegno ‘Dal modello di gara all’Allenamento’ tenutosi lunedì 11 febbraio nella Sala CONI, Casa delle Federazioni Sportive: il professor Cristian Osgnach. Un guru del settore, che si presenta con un biglietto da visita impegnativo – ‘Fitness Coach FIGC Performance and Research Department, Consulente della GPEXE-Tracking GPS System’ un curriculum da paura, con studi vari e fruttuosi in Italia e all’estero – e l’introduzione amichevole e ammirata di Paolo Barbero, preparatore del Genoa Cfc e responsabile per la Liguria dell’Associazione Italiana Allenatori di Calcio Liguria – componente Preparatori Atletici.
“Il prof Osgnach ci ha illustrato come i più moderni ritrovati nel campo della geolocalizzazione e della cibernetica in breve diventeranno indispensabili per chi vuole dedicarsi alla nostra professione”.
Una relazione che ha incantato il pubblico, fatto di tanti addetti ai lavori arrivati da ogni parte della regione, responsabili di club professionistici e dilettanti. “Il modo migliore per celebrare – aggiunge Barbero – il nostro ingresso nella Aiac. Da adesso in poi, siamo una costola dell’Associazione Allenatori, un altro passo verso il riconoscimento del nostro lavoro come imprescindibile nell’opera di uno staff tecnico. A capo c’è sempre un mister che coordina un pool di specialisti tra i quali i preparatori sono una componente importante”.

Concorda in pieno Cristian Osgnach: “Provengo da una famiglia di ‘iseffini’ (i laureati alla ‘vecchia’ ISEF ndr) e ho potuto conciliare due grandi passioni: lo sport e la tecnologia. Nel progredire degli studi ho deciso di mescolare le conoscenze acquisite in un campo e nell’altro, di studiare un metodo che fornisse soluzioni tecnologiche a chi lavora con atleti professionisti”.
Dalla laurea alla professione, l’obiettivo è rimasto sempre quello. “Ho iniziato con la Diadora nell’ambito della comunicazione sportiva, poi mi sono occupato di valutazione funzionale del calciatore con Marathon di Brescia e Isokinetic di Bologna, della gestione dell’atleta infortunato (Isokinetic di Bologna e Villa Stuart di Roma). In più ho insegnato e fatto ricerca con l’Università di Udine, occupandomi anche in prima persona della preparazione atletica dell’Udinese in serie A. Poi un ulteriore step, far partire un progetto ancor più ambizioso in collaborazione con il club bianconero”.
Nel 2012 nasce un team di specialisti assemblati da Osgnach e il prof Di Prampero, esperto per la parte di fisiologia, che opera in stretto contatto con lo staff tecnico dell’Udinese e si avvale di tecnico informatici ed elettronici di prim’ordine. “Abbiamo creato una piattaforma informatica per registrare tutte le informazioni relative agli atleti. In questo modo si possono monitorare i carichi di lavoro e orientare gli allenamenti con il duplice scopo del miglioramento delle prestazioni e la riduzione degli infortuni e dei tempi di assenza”.
Il secondo passo, decisivo per il successo della formula: “Abbiamo realizzato un sistema GPS in grado di oggettivare l’attività in campo secondo un modello di analisi molto più avanzato rispetto a quello in uso nel club. Il sistema è diventato dopo un paio di stagioni performante al massimo livello. E oggi quel gruppo di lavoro si è trasformato in un’azienda che ha come clienti la maggior parte dei club di serie A e comincia ad averne pure nei maggiori tornei esteri”. Un successo innegabile, un modello italiano da esportare con orgoglio nel mondo. E potrebbe non essere finita qui. Giocatori allenati in maniera maniacale, corretti e potenziati grazie a centinaia di migliaia di dati.
Prossimo passo l’atleta bionico?
(d.s.)