di ROSA CAPPATO
Costi alti per il Comune, l’asilo nido per ora non si fa. È stato ufficialmente accantonato questo progetto, di cui si è discusso nel corso della seduta pubblica dell’ultimo consiglio comunale di Avegno del 29 settembre. Nello stesso consiglio, infatti, in risposta ad una interpellanza presentata dal gruppo consiliare ‘Per Avegno le persone contano Margherita Ceravolo sindaco’, è stato affrontato il problema dei costi di gestione, già sollevato dallo stesso gruppo consiliare alcuni mesi fa, per arrivare alla decisione da parte della maggioranza di abbandonare il progetto.
Proprio per il nuovo asilo comunale, da costruire in Via delle Mimose, il Comune di Avegno aveva aderito ad un bando pubblico, chiuso ad aprile scorso, rispondendo all’avviso pubblico del Ministero dell’Istruzione e del Merito. È stata presentata una manifestazione di interesse, che riguardava la costruzione di nuovi asili nido nella fascia 0-2 anni, o per la riconversione di edifici pubblici non già destinati ad asili nido nell’ambito del PNRR, finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU (Missione 4 – Istruzione e Ricerca – Componente 1 – Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle Università – Investimento 1.1 Piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia). La richiesta di finanziamento è stata pari a 576.000 euro, per un asilo nido che potesse accogliere 24 bambini: il Comune è stato inserito nel finanziamento al numero 941 della graduatoria stilata successivamente. Di fatto il Comune avrebbe dovrebbe sobbarcarsi una spesa che oscilla Tra i € 46.000 l’anno e gli oltre € 75.000. Se a ciò si somma il costo che il Comune sosterrebbe ad integrazione per il servizio mensa (in parte pagato dal genitore), ecco che la spesa oscillerebbe tra i € 51.000 e gli € 80.000. Tutto ciò senza tenere conto di possibili riduzioni tariffarie legate al valore dell’Isee di ogni famiglia.
Il progetto di questa nuova scuola dedicata all’infanzia era nato grazie all’ipotesi di un finanziamento ottenuto insieme a quella del Comune di Sori, di oltre 500.000 €, fondi del PNRR, che sarebbero stati utilizzati per costruire un asilo nido completamente nuovo in fascia 0-2 anni, da edificare nell’area prospiciente all’attuale edificio scolastico e concentrare, così, in un unico polo e sito pubblico, le strutture dedicate ai bambini del paese. Le opere avrebbero dovuto essere concluse entro l’agosto dell’anno prossimo. Le premesse prevedevano, appunto, il finanziamento del Ministero con fondi PNRR, finalizzato alla realizzazione di una struttura destinata a bambini tra 0-2 anni.
“La struttura immaginata da questa amministrazione – spiega il vicesindaco Hugo Santoro – prevedeva un numero di bambini pari a 24, il cui numero di educatori oscillavano da 4 a 5 in base al numero di iscritti per fascia di età (rapporto 1/5 tra gli 0-12 mesi e 1/7 tra 12-24 mesi). Lo stesso progetto prevedeva inoltre i servizi a carico dei genitori: iscrizione, retta mensile e pasti che sono stati quantificati in € 450,00 mensili (a cui aggiungere i costi di iscrizione ed i costi per la mensa scolastica)”. A carico del Comune erano invece contemplati il costo della gestione del servizio, i materiali, le utenze e quota parte della mensa, senza considerare eventuali riduzioni della retta mensile a favore delle famiglie in relazione all’Isee.
“Le ipotesi di progetto sottoposte all’esame e alla valutazione da parte del Comune e di questa maggioranza di governo hanno tenuto conto dell’analisi di mercato fornite da due diverse cooperative operanti nel settore”. Per le entrate è stata analizzata un’ipotesi di tariffa applicabile, stimata in relazione alle rette degli asili nido privati presenti nei Comuni limitrofi. Il differenziale a carico del Comune si attesterebbe tra un valore annuo di 46.342,77 € e 75.173,71 €. Se si somma il costo di compartecipazione da parte del Comune per il servizio mensa il range della spesa per il Comune andrebbe da 51.094,77 € a 79.718,30 €. “Per la gestione del nido sarebbero stati necessari – prosegue il vicesindaco – almeno cinque operatori che, in aggiunta alla compartecipazione del Comune al servizio mensa, avrebbero fatto lievitare i costi a quasi 80.000 € annui. L’amministrazione avrebbe inoltre dovuto spendere denaro pubblico per gli arredi della struttura. C’è anche da considerare che se un educatore dell’asilo nido si dovesse ammalare, lo stesso andrebbe sostituito e ciò avrebbe significato pagare due stipendi per un determinato periodo, ulteriori costi per il Comune. È per questo che abbiamo dichiarato ufficialmente che questo servizio per la nostra comunità, purtroppo, non può essere offerto e soprattutto il Comune non poteva impegnarsi di pagare per i prossimi venti o trent’anni una spesa extra così importante per un piccolo Comune come il nostro”.
Per questo motivo il Comune di Avegno ha deciso di accantonare l’idea, ma nel frattempo valuta e sta agendo con altre iniziative a favore delle famiglie in difficoltà, utilizzando fondi ministeriali: sono state rintracciate, tra altre attività, le famiglie di Avegno che hanno iscritto i loro bambini al nido di Recco, convenzionate con il Comune a cui si paga la retta di circa 100 € a bambino, questo accade già per 12 bambini che il Comune aiuta e continuerà a supportare. In ultimo il gruppo di maggioranza ringrazia nuovamente la Dott.ssa Ceravolo, in qualità di Capogruppo di minoranza per aver sollevato il problema dei costi di gestione di un nido 0-2. “Forse sottovalutato dal precedente assessore al Bilancio, pubblica Istruzione e Cultura, Rita Clemente, – chiude Santoro – la quale, anche nel consiglio comunale del 29 settembre scorso, per sua stessa ammissione, non ha preso minimamente in considerazione e non ha analizzato le implicazioni al Bilancio del progetto in argomento. Infatti in quella seduta del consiglio comunale, dopo le dichiarazioni esplicative del sottoscritto ha detto: ‘se avessi potuto avrei dato più spiegazioni avendone anche la capacità’. Mi chiedo, però, perché queste spiegazioni non le abbia date sfruttando le sue ‘competenze’ quando era assessore al Bilancio, alla pubblica Istruzione e alla Cultura, nonostante conoscesse perfettamente il progetto. Le sue conoscenze in argomento erano così estese da averla indotta ad esprimersi così sui social, circa l’apertura di un nido 0-2 ad Avegno: ‘sono orgogliosa di aver contribuito in modo decisivo, come assessore all’istruzione e al bilancio, a questo progetto grazie anche all’aiuto e alle capacità del funzionario tecnico Rinaldo Privino’ (https://www.facebook.com/share/p/1FFXpMJdZ9/?mibextid=wwXIfr)”.
