di ANTONIO GOZZI
L’Assemblea della Lega di B mi ha fatto l’onore di designarmi quale suo rappresentante nel Consiglio Federale della FIGC (Federazione Italiana Gioco Calcio).
Porterò quindi la voce della Lega B, insieme al Presidente Bedin, nel massimo consesso del calcio italiano.
Nel mio breve intervento di ringraziamento per la fiducia accordatami, intervento in cui ho dato la garanzia del mio massimo impegno e dello spirito di servizio con cui ho accettato la carica, ho detto ai colleghi Presidenti degli altri club della serie cadetta che quando, 18 anni fa, divenni Presidente dell’Entella, allora militante nel campionato dell’Eccellenza regionale, mai avrei immaginato di poter un giorno ricoprire una carica così importante.
Ciò costituisce sì un riconoscimento alla persona, di cui sono grato, ma soprattutto deriva dalla considerazione e dall’ammirazione che in Italia c’è nei confronti della Virtus Entella; e ciò non solo per i risultati sportivi che comunque sono notevoli (partiti dall’Eccellenza nel 2007, siamo arrivati in Serie B per la prima volta nel 2014, e negli ultimi 11 anni per 7 abbiamo militato nella serie cadetta) ma soprattutto perché siamo riusciti a declinare una visione diversa e innovativa di un club calcistico in una piccola realtà di provincia.
Per Chiavari tutto ciò è molto importante. Tra l’altro, cosa veramente eccezionale, con il mio arrivo sono due i chiavaresi in Consiglio Federale. Oltre al sottoscritto infatti c’è Umberto Calcagno, che saluto con simpatia e stima, in qualità di presidente dell’Associazione Nazionale Calciatori.
Utilizzando, con un po’ di presunzione, la famosa definizione che il Barça dà di se stesso, in catalano, “Més que un club”, abbiamo cercato di fare in modo che l’Entella fosse innanzitutto un segno di identità territoriale di Chiavari, delle sue valli e di tutto il Tigullio, capace di tener testa alle molto più blasonate squadre del capoluogo, Genoa e Sampdoria, che in questi anni abbiamo battuto entrambe in gare ufficiali.
Anche a Chiavari si può. Si può fare del calcio importante, guardando ai bilanci e alla sostenibilità economica: abbiamo quest’anno il monte ingaggi più basso di tutte le squadre di serie B. È possibile fare calcio importante e contemporaneamente concepire il club come un attore sociale che si occupa innanzitutto dei ragazzi e della ragazze che ogni giorno indossano la maglia biancoceleste e militano nel nostro settore giovanile (quasi 700 con uno staff di oltre 100 persone che li accompagna nella loro attività sportiva), ma anche di altri interventi a favore della comunità e del territorio.

Il più importante di questi interventi è certamente la nascita e il sostegno all’asilo nido dei “diavoletti”, il primo asilo nido creato da una società di calcio che accoglie, con un servizio di eccellenza, 60 bambini di Chiavari e dei dintorni che non avevano trovato spazio nelle strutture pubbliche.
L’asilo è nato anche con il supporto della FIGC e del suo presidente Gabriele Gravina che ha voluto, insieme al Presidente della Lega C Matteo Marani, essere presente all’inaugurazione.
L’Entella inoltre, sempre in campo educativo, da anni sostiene il Liceo Sportivo dell’Istituto Gianelli.
Poi c’è Entella nel Cuore, l’associazione presieduta e guidata da Sabina Croce, che ha un rapporto storico con il Gaslini, e in particolare con il suo reparto di neurochirurgia infantile, che ogni anno viene sostenuto con i proventi di una raccolta fondi che vede i tifosi dell’Entella sempre in prima fila. Entella nel Cuore si occupa anche di altre buone cause dimostrando che il calcio può essere uno straordinario veicolo di solidarietà e inclusione.
In conclusione ogni giorno a Chiavari con l’Entella ci sforziamo di fare in modo che il calcio sia famiglia, comunità, educazione e orgoglio territoriale.
Affronto il nuovo incarico con questa esperienza sulle spalle, un’esperienza che mi ha formato e mi ha dato enormi emozioni e soddisfazioni. Lo farò con spirito di servizio e con la consapevolezza che il mondo del calcio in Italia sta vivendo una fase decisiva della sua storia.
Porterò in Consiglio, oltre che il mio impegno e la mia esperienza, anche la disponibilità al dialogo con tutte le componenti con l’unico obiettivo di contribuire al bene comune del nostro sport.
Da imprenditore sono convinto che il nostro movimento possa essere un motore di sviluppo sostenibile, capace di creare valore, occupazione e anche opportunità. Ma sono altresì convinto che il calcio sia uno straordinario strumento per educare i giovani alla lealtà, alla serietà e correttezza che sono valori fondamentali nella vita e non soltanto nello sport.
Dobbiamo avere il coraggio di affrontare le riforme necessarie: dai campionati, alla ricerca di sostenibilità economica, alle infrastrutture, ai vivai, alla formazione dei dirigenti. Senza queste riforme il calcio italiano muore.
Ce la metterò tutta e spero di fare bene.