di ALESSANDRA FONTANA
“Lì dove tornava per ritrovare la pace, oggi lo onoriamo per non dimenticare”. Il Parco dell’Aveto organizza un appuntamento speciale di memoria e giustizia in memoria di Francesco Coco, Medaglia d’Oro al Valore Civile, un uomo delle istituzioni.
“Un magistrato coraggioso, barbaramente ucciso l’8 giugno 1976 per mano dei nemici della democrazia”. L’appuntamento è fissato per sabato 26 luglio al rifugio le Casermette del Penna a partire dalle 11. “Oggi, nel luogo che lui stesso amava frequentare – immerso nei boschi dell’Aveto, tra colleghi magistrati, avvocati e forestali – il Parco gli rende omaggio con una nuova targa commemorativa – spiegano dall’ente – Un gesto semplice, ma profondo. Un modo per rinnovare la memoria e restituire spazio a una figura che ha dato la vita per la giustizia, la libertà e lo Stato”.
Sono diversi i motivi per cui varrebbe la pena partecipare alla cerimonia commemorativa e il Parco, presieduto da Tatiana Ostiensi, ne elenca alcuni: “Partecipare per dire no all’oblio e sì alla memoria condivisa, per conoscere (o far conoscere ai più giovani) una pagina di storia italiana troppo spesso dimenticata e perché i luoghi parlano, e il Parco oggi racconta una storia di coraggio civile”.
Francesco Coco, procuratore generale presso la Corte d’appello di Genova, fu il primo magistrato a venire ucciso delle Brigate Rosse. “Era la mattina dell’8 giugno del 1976, quando i brigatisti spararono al magistrato e agli uomini della scorta, Giovanni Saponara e Antioco Deiana. La violenza brigatista si scagliò contro Coco per il semplice fatto di aver svolto il proprio lavoro, in particolare nella vicenda del sequestro del collega Mario Sossi. Purtroppo Coco non è stata l’unica vittima del terrorismo in un periodo terribile per la nostra storia repubblicana. Oggi ricordiamo il suo prezioso lavoro e la sua integrità”. Così l’Associazione nazionale magistrati lo ricorda in una nota. “Sarà una giornata sobria ma intensa: portate con voi pensiero, presenza, rispetto… e, se volete, una foto o un ricordo da condividere” concludono dal Parco.
